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AIC, il plauso di Calcagno: “Sembra prevalga buonsenso. Ripresa serve per tutelare investimenti”

“Rispetto a qualche giorno fa sul taglio degli stipendi mi pare che stia prevalendo il buonsenso e i ragionamenti mi sembra siano ricominciati senza dover fare operazioni muscolari che in questo momento non giovano a nessuno”. Lo ha affermato ieri il vicepresidente del’Assocalciatori, Umberto Calcagno, ai microfoni di Radio1 Rai.

“La responsabilità dell’AIC e delle Leghe è evitare contenziosi che sarebbero difficili da trasferire all’esterno in una fase così critica del nostro Paese. – specifica – Tra serie A e LegaPro ci sono differenze enormi ed è impensabile che, anche all’interno della stessa categoria, si possa tracciare una linea comune per tutti. Ci sono differenze anche all’interno delle stesse squadre: c’è chi è in scadenza di contratto al 30 giugno e chi ha ancora un pluriennale, chi ha una parte premiale molto importante e chi no, per cui è giusto che le contrattazioni siano fatte di persona in persona. Sottolineo che non c’è stato un calciatore che non si sia reso disponibile a trattare”.

I presidenti sperano che il 4 maggio si possa ricominciare con gli allenamenti: Stiamo lavorando sull’ipotesi di poter andare otre il 30 giugno, abbiamo tutti la responsabilità di mandare avanti i campionati se l’epidemia ci darà la possibilità di completarli. Non possiamo farci trovare impreparati. I tecnicismi sono superabili, tornare a giocare vorrebbe dire essere usciti dalla fase più critica e il calcio potrebbe dare una mano al ritorno alla normalità, regalando qualche sorriso. Le linee guida stilate dai medici sportivi sono una garanzia per tutti. È inutile dire che la tutela della salute, anche alla ripresa, sarà un fattore importantissimo, non solo per gli atleti ma per tutta la gente che ruota attorno alla squadra”. 

Calcagno conclude così: “Se non riusciremo a completare i campionati, e purtroppo le esperienze passate ce lo insegnano, il prossimo campionato rischia di partire molto più tardi perché il contenzioso che si creerà sui due terzi di campionato già disputato, e sulle decisioni che per forza di cose il nostro mondo dovrà prendere. Occorre decretare promozioni e retrocessioni, nascerebbero posizioni che sicuramente scontenterebbero qualcuno. Concludere il torneo vorrebbe dire anche preservare gli investimenti di chi quest’anno ha fatto calcio”.

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