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Sousa premia i suoi: “Lingua da fuori e lavoro in tante difficoltà, decisioni strategiche perché siamo pochi”

Prima uscita ufficiale e primo urrà per la Salernitana di Paulo Sousa. La Ternana cade all’Arechi (1-0, Candreva) e i granata si guadagnano così l’accesso ai sedicesimi di finale di Coppa Italia. Scelte obbligate in formazione per il trainer portoghese, alle prese con una panchina corta in attesa di rinforzi dalle ultime settimane di calciomercato. Dia è entrato nella mischia negli ultimi minuti, ha ben figurato anche il primavera Sfait.

Nel post-partita Sousa è intervento in conferenza stampa, esordendo con un’attenta analisi tecnica della sfida: Dopo il primo cooling break abbiamo leggermente migliorato ma non sufficientemente, abbiamo avuto difficoltà a interpretare gli spazi liberi nella prima parte per poter essere più pericolosi, i giocatori si allontanavano dalla palla e giocavano tanto spalle alla porta avversaria, portavano palla troppo vicino e davano possibilità agli avversari di poter anticipare e fare ripartenze creando difficoltà in transizioni offensive. Poi siamo migliorati e abbiamo fatto bene con Maggiore, il suo ingresso è stato determinante. Abbiamo avuto più palleggio e un dominio del gioco migliore, ma mancando sempre nell’ultimo terzo. Abbiamo dato meno contropiede agli avversari, ma ci è mancato l’ultimo passaggio e la finalizzazione per più opportunità”.

Più volte ai granata hanno peccato di decisività negli ultimi metri di campo, come sottolinea il trainer portoghese: “Ci è mancata capacità di essere più efficaci nel cross, come avevo anticipato in presentazione di gara. La Ternana è una squadra con giocatori con molta freschezza, ci ha dato meno occasioni di poter pressare, essere più vicini alla porta e poter finalizzare. Abbiamo difficoltà a coordinare il minutaggio dei giocatori. In tanti allenamenti dobbiamo utilizzare i portieri in ruoli di campo per poter dare un minimo di ricchezza a livello strategico, ci sono tante difficoltà. Dobbiamo prendere le migliori decisioni, come quella di sostituire Pirola all’intervallo per non rischiare di non averlo con la Roma”.

“Dall’inizio non siamo riusciti a riposarci col pallone tra i piedi, per vincere queste partite dobbiamo stare al nostro meglio. Vorrei vedere sempre le migliori decisioni, la nostra capacità di passaggi e la mobilità giusta, che nel primo tempo non ci è riuscita. La capacità di fare il giusto passaggio a rompere linee e dare continuità al gioco non ci sono state. Spingo su questo, voglio bene ai ragazzi, voglio vincere e dare emozioni ai nostri tifosi. Voglio vedere i giocatori che lavorano in settimana per poter vincere le partite. Sono quattro mesi che spingo su questo, mi vedrete sempre incitare i ragazzi a giocare. Oggi a livello di intensità mentale qualche giocatore non è stato al meglio e questo comporta che l’unità e il collettivo non può attingere al miglior potenziale”.

Tanto caldo nel pomeriggio dell’Arechi, Sousa premia i suoi per aver dato tutto: “Lingua da fuori come una cravatta? Tanti giocatori l’avevano fin sui piedi, perché hanno corso, si sono dati da fare, nonostante le difficoltà. Tanti non erano brillanti ma era normale, c’è anche il clima che cambia rispetto all’amichevole di sabato scorso, contro l’Augsburg faceva più fresco”.

Lovato e Pirola sono usciti anzitempo dal rettangolo verde: “Pirola un affaticamento muscolare, per non rischiare l’ho tolto, vediamo cosa salta fuori. Matteo non sappiamo la gravità della lesione al ginocchio, speriamo non sia grossa, nelle prossime ore vedremo. Mazzocchi e Dia spero possano crescere in settimana per averli bene a Roma. Assenza di Bronn? È una questione molto personale in cui non vorrei entrare, non sono autorizzato a farlo. Non ha alcuna lesione, si allena tutti i giorni ma non lo vedo capace di avere i ritmi necessari in una partita competitiva”.

Sousa avverte la necessità di rinforzi anche nel riparto arretrato: “Ne ho già parlato, è talmente ovvio, non ho bisogno di aggiungere altro per evitare che vengano estrapolate mie parole. È tutto talmente evidente che non c’è bisogno di aggiungere altro”.

Anche Boulaye Dia ha calcato l’erbetta, portando una ventata di freschezza alla manovra offensiva: “L’ingresso di Dia è un voler dare continuità all’ultima fase di integrazione dopo l’infortunio. Dopo questi infortuni a livello articolare, il rischio di lesioni muscolari è alto, gli scatti e gli arresti e l’esigenza mentale agonistica è diversa in partita. Boulaye sta crescendo, ha fatto bene il lavoro a secco, nella settimana con la squadra è andato bene e oggi ho voluto dargli minutaggio. L’anno scorso è stato determinante, lo è per noi senza dubbio, dobbiamo prendere le migliori decisioni sia sugli allenamenti sia sull’integrazione competitiva rispettando il feedback che il suo corpo dà”.

Infine, un giudizio sulla Ternana: “E’ una squadra ben organizzata, con idee chiare, corre, ha un buon livello tecnico, ci ha creato difficoltà perché non siamo stati freschi per pressare come normalmente facciamo”.

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