“Se non è finita, abbracciami”: è Poetica per i tifosi del Bologna e a quelli granata rimane “l’abbraccio”

“Anche quando poi saremo stanchi, troveremo il modo per navigare nel buio”. Le note in sottofondo, al triplice fischio finale, accompagnano la festa dei tifosi del Bologna ma sono un vestito perfetto per quelli della Salernitana. E’ “Poetica” –  sicuramente – la squadra di Motta che fa uscire piano piano quel sogno dal cassetto: sedersi al tavolo delle grandi in Europa. Non quella di Stefano Colantuono che si abbandona al suo destino, condannandosi e tornando a casa con altri 3 gol sul groppone. Gli stessi che prendono e portano a casa i supporter della Bersagliera (oltre 1200 i presenti) che il settori ospiti del Dell’Ara lo hanno colorata di granata anche nel giorno di Pasquetta, mettendo in standby grigliate e il bel sole che illumina la città di Arechi, scambiando tutto con le ore di vento e pioggia in Emilia. Perchè nonostante tutto “se non è finita, abbracciami”, canta Cesare Cremonini, alla fine di quella canzone.

Non smettono di abbracciarsi e stringersi tra di loro, condividendo anche la pesantezza del momento. Ma smettono di abbracciare incondizionatamente i giocatori che a conclusione del match si fermano a guardare quel settore che ha fatto il pieno. Questa volta non racimolano niente, neanche i fischi. L’indifferenza che forse fa più male della condanna “a morte” alla quale sono tutti candidati.

La fine del campionato di massima serie per la Salernitana vede comunque un primato: quello dei tifosi che hanno macinato chilometri, sacrificandosi per la maglia e per l’ippocampo. Anche l’amministratore delegato della società granata Maurizio Milan ha “sacrificato” la sua Pasquetta: presente a Bologna insieme a Pietro Bergamini (braccio destro del dg Walter Sabatini), al segretario Massimiliano Dibrogni e allo slo Domenico Napoli.