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Santopadre (pres. Perugia): “Ok al taglio stipendi. Serve una linea comune e grande responsabilità”

Sono momenti di apprensione e preoccupazione per una nazione intera e per i vari settori economici. Il calcio rischia di accusare il colpo dello stop forzato, in particolare i campionati minori. Sulle colonne del Corriere dello Sport si è fatto sentire anche il patron del Perugia Massimiliano Santopadre, membro del consiglio direttivo di Lega B, nonchè proprietario di una nota azienda di abbigliamento sportivo: “Il rischio di fallire è concreto perché se il blocco delle attività ha sbriciolato i fatturati delle aziende, non ci sarà possibilità di tenere in piedi le società di calcio. Nella nostra categoria si perdono almeno 90 milioni all’anno, di cui 70 li ricapitalizzano i presidenti. Ogni società perde 4 milioni all’anno. Con le aziende chiuse è impensabile iniettare liquidità”. Il numero uno degli umbri si dice favorevole ad una riduzione degli ingaggi dei calciatori: “Dobbiamo solo aspettare la fine di questa emergenza sanitaria, il Perugia farà quello che Governo, Federazione e Leghe diranno. È sbagliato mettere i calciatori contro le squadre. Le parole di Tommasi mi hanno offeso. Sugli stipendi è normale chiedere dei sacrifici ai tesserati, i tagli dovranno essere in percentuale sui contratti annuali. I calciatori non avrebbero perdite, bensì un mancato guadagno. La riduzione degli stipendi è un atto dovuto e di responsabilità”.

Sulla ripartenza o meno delle attività il presidente del grifo dice: “Ora serve essere uniti e mettere da parte le divisioni che ci sono state finora. Se dovessimo tornare in campo lo faremo solo per una questione economica, ma la salute deve essere considerata. Come si fa ad andare a giocare a Venezia dopo i casi verificatisi. Servirà ridurre il rischio, ma non si può riprendere troppo tardi, c’è una nuova stagione da programmare. Se non si dovesse riprendere ovviamente ci saranno club che vinceranno e altri che perderanno, ma questo è inevitabile. Temo anche che molte società non riusciranno ad iscriversi. La B deve essere aiutata economicamente”. La ricetta per tornare alla normalità? “Credo si debba giocare tutti alla stessa ora e magari la domenica. Sarà difficile ritrovare la condizione fisica, ci vorranno almeno tre settimane di preparazione dopo due mesi di stop. Economicamente dovranno essere rimessi apposto i conti, ci vorrà grande responsabilità”.

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