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Salvezza, parla Avallone: “Chi viene dal Vestuti se la gode di più! Sorpresa Pirola, Candreva top gol”

avallone

Un mesetto e comincerà la sua decima stagione dirigenziale consecutiva alla Salernitana, più due pregresse a cavallo tra il 2007 e il 2009. “Da quando è iniziato il mio percorso è sempre stato un crescendo di soddisfazioni, adesso addirittura siamo nell’élite del calcio per il terzo anno consecutivo e sono contento di far parte della storia granata”, dice Salvatore Avallone, team manager che sta per chiudere l’annata migliore in 104 anni di vita del club. Emozione e sguardo nello stesso tempo proteso al futuro.

Un torneo cominciato arrancando nell’immediato precampionato, poi con risultati convincenti nelle prime giornate che lasciavano presagire forse qualcosa in più di una salvezza tranquilla. All’improvviso, il pesante calo. “Abbiamo iniziato con buone prestazioni e anche tanti punti. Poi c’è stato un blackout inspiegabile, forse causato dalla convinzione che potessimo giocare anche diversamente, senza il solito agonismo. L’avevamo perso e lo stavamo pagando a caro prezzo. A mister Nicola va comunque sempre il nostro ringraziamento per quel che ha fatto in passato ma a un certo punto serviva una svolta. Con Sousa la squadra ha ripreso a giocare, il gruppo ha dimostrato il suo valore facendo un finale eccezionale e totalizzando anche il record di punti stagionali in A”.

Lei ha vinto una Coppa Uefa da calciatore della Juventus mentre muoveva i suoi primi passi in questo mondo. Come reagisce all’innegabile emozione che suscita il coro “Portaci in Europa” cantato dalla Curva Sud a Iervolino? “Partiamo da un presupposto: abbiamo un grande presidente, in grado di poterci guidare in un certo modo e farci togliere soddisfazioni. Ma tutto va fatto un passo alla volta. Bisogna consolidare la società in Serie A per poi crescere di più. Lui è riuscito nell’impresa al primissimo anno nonostante tutti ci dessero per persi, ha alzato l’asticella per ottenere una salvezza più serena e credo che si potrà crescere di più anche grazie a tutte le persone che lavorano per questo club. Maurizio Milan sta facendo un lavoro straordinario ma anche l’area tecnica, il diesse, l’allenatore e tutto il contorno”.

Ce l’ha ancora un sogno nel cassetto a 54 anni? “Mai smettere di sognare! Voglio farlo con un certo criterio, però. Mi piacerebbe crescere sempre di più. Da salernitano arrivare magari dall’altra parte della classifica e chissà, ottenere qualcosa di più sarebbe bello. Lecito pensarci ma sempre con la dovuta attenzione perché il punto in cui siamo oggi è già importante, vista la nostra storia. Io vengo dal Vestuti e da tanti anni di delusioni, so cosa significa aver fatto sacrifici. So cosa pensano i tifosi, soprattutto chi è più anziano come me che ha vissuto tanti campionati di Serie C. Per questo la seconda salvezza vale ancora di più. Giusto che le nuove leve si godano il momento, adesso è più facile per i genitori dare ai figli il senso di appartenenza alla propria città”.

La Salernitana, tra andata e ritorno, ha fatto punti contro chiunque e spesso anche su campi prestigiosi. Lo sfizio più bello? “Non abbiamo mai perso entrambe le partite soprattutto contro le grandi. Le soddisfazioni sono tante: il primo punto a Milano col Milan, la vittoria a Roma con la Lazio ma anche il pareggio con i giallorossi e quello del San Paolo, nonostante tutti dessero per certa la nostra sconfitta e la festa azzurra, peraltro meritatissima dopo un campionato stravinto. Anche battere l’Atalanta, dopo quell’8-2 che non voglio ricordare e che mi è rimasto impresso, e l’ultima vittoria contro l’Udinese mi hanno donato felicità: dopo aver penato l’anno scorso con quello 0-4 interno all’ultima giornata, vincere agli ultimi istanti ci ha dato soddisfazione”.

Candreva e Bonazzoli esultano in Lazio-Salernitana

Top 3, i gol più belli. “Eh, è difficile stilarla! Dovrei quasi dire che Candreva occupa tutti i gradini del podio. Antonio ha fatto gol importanti ma anche di pregevole fattura, senza togliere merito a Dia che ne ha fatti tantissimi e pure lui belli, come a Napoli o col Verona nel recupero. Tanti altri sono stati importanti, ci metto pure quelli di Pirola e quello di Troost Ekong contro l’Udinese, bellissimo e difficilissimo di controbalzo in spaccata al 96′. Però facciamo così: al primo posto metto il pallonetto di Candreva all’Olimpico contro la Lazio, al terzo quello sempre nella capitale contro la Roma ed in mezzo, al secondo posto Dia al Maradona di sinistro, peraltro non il suo piede”.

Mazzocchi si è improvvisato lanciacori dopo l’ultima casalinga, una scena che non si vedeva da un po’ a Salerno. Dopo il tira e molla estivo si può dire che la Salernitana abbia trovato e consolidato il suo capitano? “Pasquale è uno di questi. In molti si sono alternati con la fascia quest’anno, tutti con grande personalità. Penso anche a Candreva, Fazio, lo stesso Gyomber. Abbiamo tanti giocatori di spessore, ognuno può dare il suo contributo. Vero è che il capitano è chi indossa la fascia ma di leader in campo ne abbiamo parecchi”.

Come fare per trattenere uno come Dia? “Devono lavorarci presidente, direttore, staff, sono cose che devono ponderare loro insieme all’allenatore. Faranno sempre meglio per la Salernitana cercando di prendere quel che serve per rinforzare la rosa, con o senza Dia valuteranno loro. Abbiamo tutti grande fiducia nel presidente e in De Sanctis che sta facendo un ottimo lavoro di scouting in giro per il mondo con Migliaccio, Lo Schiavo e gli altri osservatori”.

Roma-Salernitana: Lorenzo Pirola in azione contro Bove

La sorpresa stagionale più grande? “Intanto vorrei sottolineare la conferma di Gyomber che ritengo uno di famiglia e si è espresso ancora su livelli alti. Se devo fare un nome però dico Pirola, la sua crescita. Sicuramente è partito un po’ in sordina però ha fatto un campionato straordinario, ha meritato il finale in crescendo, da un certo punto in poi ha dato un contributo enorme dimostrando il suo valore. Lo ritengo uno dei migliori difensori del campionato”.

Bonazzoli forse rappresenta la delusione. Ci si aspettava di più. “Federico è un ottimo giocatore, ha avuto le sue possibilità e magari non le ha sfruttate al meglio. Vediamo cosa accadrà, è un elemento di proprietà, mi fido ciecamente di chi è preposto per fare le giuste scelte su ognuno”.

C’è un gruppo che si diverte. Quali sono i momenti scherzosi che porta con sé? “Nello spogliatoio danno quando si deve scherzare e quando no. Ci divertiamo, spesso sono preso di mira io stesso. Sanno che mi arrabbio su certe cose e loro lo fanno apposta: quando organizziamo le trasferte trovano sempre qualcosa per farmi innervosire. ‘E questo non va bene, quello è organizzato male, quell’altro così’… ma è un modo per scherzare e rendere l’ambiente sereno. Ormai è una consuetudine: io vado via stizzito, loro ridono, torno e rido pure io”.

Un mesetto e mezzo e sarà di nuovo ritiro con “My way”, il suo cavallo di battaglia al karaoke che non manca mai. Pronto per cantare a Rivisondoli? “Certamente. Andremo in un posto anche caro al presidente che ha casa lì vicino. Si può lavorare bene, ci sono due campi e stiamo facendo aggiustamenti per rendere tutto più accogliente. La cosa fondamentale è non ci allontaneremo: saremo a due ore e mezza da Salerno e la gente potrà essere più facilmente vicina a noi. Verranno tantissimi tifosi e faremo in modo che i nuovi acquisti che dovessero arrivare nella nostra famiglia potranno capire subito il calore che può dare la tifoseria della Salernitana”.

Franck Ribéry in ritiro a Jenbach nel 2022

E Ribéry cosa farà? Ha il contratto in scadenza… “Su Franck ho un nervo scoperto, gli voglio bene a prescindere. Con lui è nato un qualcosa di speciale giorno dopo giorno, abbiamo vissuto per due-tre mesi insieme andando su e giù per Vietri. È un campione dentro e fuori dal campo, ha dato risalto mondiale alla Salernitana, cosa che ha fatto anche Ochoa. Il suo avvento a Salerno ha ridato ancora più risalto alla città e alla società. Ben vengano questi grandi campioni che possano farci crescere dal punto di vista tecnico e della comunicazione in tutto il mondo. Vedo che nascono anche nuovi club all’estero, ultimamente uno in Canada, significa che il fenomeno comincia ad espandersi. Ribéry è tornato domenica, è stato a Dubai perché se non faceva una giusta riabilitazione rischiava di avere problematiche serie, l’ho visto rinfrancato dal punto di vista personale. Con la società farà le opportune valutazioni, mi auguro che possa continuare a fare anche in un’altra veste quello che ha fatto da giocatore. Era e resta un patrimonio del calcio che negli ultimi 20 anni ha fatto la storia assieme a gente come Messi e Cristiano Ronaldo”.

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