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Tutti i numeri della crisi: lo scorso anno le cose andavano meglio. Sei partite per cambiare storia

Arriva novembre e la Salernitana entra in crisi. Una costante degli ultimi campionati di Serie B, una spiacevole abitudine che il cavalluccio non vuole proprio abbandonare. Contro la Juve Stabia è arrivata la seconda sconfitta consecutiva, per la prima volta in campionato i granata rimediano due ko in due gare di fila. Cinque le sconfitte in totale di cui le ultime quattro lontano dall’Arechi: anche la trasferta è diventata un problema. E poi i gol fatti e i gol subiti, la difficoltà a trovare un bomber, l’incapacità di chiudere la porta. Tutti i numeri di una crisi inaspettata e improvvisa.

Sì, perché la Salernitana non era partita affatto male in questo campionato. Al di là delle promesse della società, Ventura era riuscito dove i suoi predecessori avevano fallito: creare un’identità di squadra senza lasciarsi condizionare dal passato. All’esordio contro il Pescara si è vista una delle migliori partite della Salernitana degli ultimi anni, contro il Cosenza invece una squadra cinica capace di raccogliere i tre punti anche soffrendo. Poi con il passare del tempo qualcosa si è spento, ottobre è stato un incubo e novembre ha certificato la crisi. Oggi la Salernitana si trova al decimo posto con 18 punti, gli stessi dell’Empoli. Il Perugia ottavo è a 19, la vetta distante addirittura dieci punti. Preoccupa soprattutto la vicinanza dalla zona retrocessione: lo Spezia quintultimo è a 15 punti, solo 3 in meno dei granata. Un altro passo falso e si viene facilmente risucchiati.

La Salernitana sta pericolosamente entrando nel tunnel già imboccato lo scorso anno. E dodici mesi fa, di questi tempi, le cose andavano male ma non peggio. Anzi. Dopo tredici partite (quattordici giornate, una di riposo) la Salernitana di Colantuono aveva raccolto 20 punti (2 in più di quella di oggi), segnato un gol in più e subito uno in meno: 15 reti realizzate e 14 subite contro le 14 fatte e i 15 gol presi da Micai quest’anno. C’era un attaccante di riferimento (Bocalon con 5 gol) e il sesto posto in classifica con la vetta a -5 (e tra l’altro il Lecce primo ancora doveva riposare, quindi aveva giocato una partita in più) apparentemente lasciava tranquilli. Poi invece il cavalluccio non vinse  praticamente mai più, scivolando fino in fondo alla classifica costringendo i tifosi a soffrire fino al rigore di Di Tacchio nei playout.

La Salernitana ha bisogno di uno scossone per evitare di vedere ancora lo stesso film. Sabato arriva l’Ascoli e la squadra di Ventura ha la possibilità in un sol boccone di migliorare tutti i suoi numeri, scacciare i fantasmi del passato e ritornare a sorridere. Dopo la sfida contro la squadra di Pucino arriva dicembre e sotto l’albero ci saranno cinque partite da giocare prima della sosta. La Salernitana deve arrivare all’anno nuovo con maggiore fiducia, poi si aprirà il mercato e sarà possibile effettuare tantissime valutazioni. Ma prima di pensare troppo al futuro, bisogna guardare in faccia il presente. Oggi la Salernitana è in crisi, ma nel calcio non ci vuole davvero nulla per ritrovare la speranza.

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