Manca meno di un mese al 19 giugno, giorno in cui la Salernitana festeggerà cento anni. La città aspetta impaziente di celebrare il cavalluccio e la sua storia, mentre la società è ancora in ritardo su organizzazione ed eventi. Trascurare la festa avrebbe avuto qualche (debole) attenuante in più, se solo sul campo i granata avessero portato gioie e soddisfazioni. E invece, con il campionato concluso già da una settimana, c’è ancora incertezza sul futuro della Salernitana e tutto è in mano al Collegio di Garanzia. Playout sì playout no, mentre Cittadella, Benevento, Verona e Pescara si giocano un posto in paradiso con Lecce e Brescia. E la Salernitana aspetta, sperando di salvarsi dietro la scrivania dopo non esserci riuscita (ai punti effettivi) sul campo.
Non doveva andare così quest’anno. Già nella scorsa stagione i playoff dovevano essere centrati e invece fu fallimento sportivo, al quarto anno di B Lotito e Mezzaroma avevano promesso gli spareggi e non sono riusciti a mantenere la parola data. L’errore di fondo è stato nella costruzione della squadra, protagonista in negativo Angelo Fabiani. Per puntare ai playoff si doveva mettere in campo una squadra in grado di giocare per vincere il campionato per poi accontentarsi degli spareggi perché in B tutto può accadere. Ma giocare per l’ottavo posto comporta rischi e la dimostrazione si è palesata domenica dopo domenica. E poi arrivare ai playoff tanto per, sa tanto di contentino.
Quest’anno la Salernitana doveva fare molto di più. Il campionato ha detto che i granata sono la terza peggior squadra del torneo, con addirittura 18 sconfitte. Una sofferenza dietro l’altra per i tifosi che speravano di festeggiare la promozione e invece sono stati costretti a scacciare via l’incubo retrocessione. Il calcio a Salerno fa un altro passo indietro, lo sport a Salerno invece continua a crescere e ad attrarre seguito. Perché non c’è solo il calcio.
Ieri la Virtus Arechi, società di pallacanestro che milita in Serie B (terza categoria italiana) ha battuto Chieti in gara 4 conquistando così l’accesso alla finale contro Pescara. Sfida al meglio delle 5, Salerno ha una testa di serie migliore nel tabellone e quindi il vantaggio del fattore campo nell’eventuale bella. Chi vince va nelle final four, chi la spunta in quest’ultimo turno (in realtà tre squadre su quattro, meccanismi un po’ contorti) va in A2. Nel basket che conta. Ieri nel disastroso PalaSilvestri di Matierno non c’erano posti a sedere, in tantissimi a tifare e supportare la squadra di coach Menduto trascinata da un super Tortù che nell’ultimo periodo l’ha praticamente vinta da solo con due triple di fila d’alta scuola nel momento più difficile. E domenica alle 18 c’è gara 1, ci si aspetta un nuovo pienone.
Contemporaneamente la Jomi Salerno vinceva il suo settimo scudetto di pallamano femminile battendo Oderzo e conquistando uno storico triplete. Capitan Antonella Coppola è diventata la giocatrice più vincente di sempre, mentre Salerno è sempre più nella storia. Buona cornice di pubblico anche al PalaPalumbo, struttura sicuramente meno fatiscente del palazzetto di Matierno. La Jomi vince sempre ed è un orgoglio per la città di Salerno.
A breve inizieranno le Universiadi e Salerno si prepara ad ospitare migliaia di atleti da tutte le parti del mondo. Sarà una festa di sport e colori, così come il 19 giugno sarà la festa della Salernitana. Organizzata dalla tifoseria, però. Che va all’Arechi e resta delusa, segue però la Virtus e la Jomi e può sorridere. Nell’anno del centenario sono ancora le altre società della città a portare gioie ed emozioni, anche quest’anno la Salernitana ha deluso.
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