SALERNITANA-VENEZIA PROBABILI FORMAZIONI (Stadio Arechi, ore 20.45)
SALERNITANA (4-3-3): Micai; Pucino, Mantovani, Migliorini, Lopez; Minala, Di Tacchio, Odjer; Orlando, Djuric, Jallow. A disp: Vannucchi, Russo, Schiavi, D.Anderson, Rosina, Gigliotti, Akpa Akpro, Calaiò, Memolla, A.Anderson, Mazzarani. All. Leonardo Menichini
VENEZIA (4-3-3): Vicario; Zampano, Modolo, Cernuto, Bruscagin; Bentivoglio, Schiavone, Suciu; Lombardi, Bocalon, Pimenta. A disp: Facchin, Lezzerini, Fornasier, Coppolaro, Zigoni, St Clair, Pinato, Zennaro, Besea, Segre, Rossi, Caradonna. All. Serse Cosmi
Arbitro: Aleandro Di Paolo di Avezzano (Colarossi/Raspollini). IV uomo: Juan Luca Sacchi di Macerata. Var: Davide Ghersini di Genova; Avar: Marco Serra di Torino
Non ci sono più sentenze, niente più tribunali e avvocati. Non ci sono più speranze di evitare lo spareggio, per scappare dall’inferno bisogna giocare e vincere. Parla solo il campo, parla una sfida che durerà 180 minuti. Oggi i primi 90, in casa davanti al pubblico tornato amico. La Salernitana torna a sporcarsi le scarpe 25 giorni dopo e ha l’obbligo di vincere gara 1 per andare al Penzo domenica con un pizzico di tranquillità in più. Dopo 25 giorni il mondo della Salernitana deve per forza essere cambiato, perché ripresentarsi in campo con la stessa mentalità di maggio significherebbe retrocessione. L’ultima vittoria è arrivata addirittura il 13 aprile, ma da quella sfida con il Cittadella è successo di tutto. C’è un nuovo allenatore che sa come si vincono i playout a Salerno e stando alle dichiarazioni dello stesso Menichini e del simbolo Calaiò anche un nuovo atteggiamento. Che si deve vedere in campo questa sera, perché o si vince o si muore. E nell’anno del centenario non si può perdere la Serie B.
“Non conta la tattica, non contano i moduli. In campo va chi ha coraggio, voglio vedere gli attributi”, ha detto ieri Leo da Ponsacco. Per quanto possa avere ragione (è una finale e le finali si vincono con la testa), le scelte di formazione contano. E Menichini osa, con il modulo e con gli uomini. La Salernitana se la gioca con il tridente, mai in stagione i granata sono scesi in campo con il 4-3-3. Lo fanno stasera, perché questi 180 minuti non devono avere nulla a che fare con il passato. Davanti a uno scosso ma ristabilito Micai giocano Pucino, Mantovani, Migliorini e Lopez. Casasola è rimasto in Argentina per la tragica scomparsa del padre, Gigliotti e Schiavi non sono al meglio mentre Perticone e Bernardini non ci sono proprio. Scelte obbligate, ma dalla mediana in su c’è abbondanza e quindi ci sono decisioni da prendere. La regia la fa Di Tacchio, Menichini poi sceglie il centrocampo muscolare: Odjer e Minala in campo, Mazzarani e André Anderson (provato più volte mezz’ala in questi giorni) in panchina con Akpa Akpro. In attacco la grande sorpresa è Francesco Orlando all’esordio dal primo minuto. Con lui Jallow e Djuric, in panchina (ma solo per il primo tempo) Calaiò e Rosina.
Il Venezia lamenta cali di concentrazione e assenze per infortuni, ma Menichini ha subito detto che di Cosmi non si fida. E fa bene, perché il vulcanico allenatore dei lagunari sorprende e si schiera a specchio abbandonando il fidato 3-5-2. Davanti a Vicario giocano Zampano, Modolo, Cernuto e Bruscagin. Ai lati di Schiavone Suciu e Bentivoglio, con Segre recuperato solo per la panchina. Al centro dell’attacco il grande ex Bocalon, Lombardi e Pimenta completano il tridente. Riserva di lusso l’eroe di Carpi Zigoni, la sua tripletta ha di fatto portato Cosmi ai playout. Anche se a Venezia, questa partita, nessuno la voleva giocare.
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