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Rimpianti Strandberg: “Con me Sabatini fece un casino. Granata si salveranno, tifo per Emil ed Erik”

OSLO, NORVEGIA. Quando entri all’Intility Arena di Oslo e noti che accanto al settore ospiti c’è una biblioteca ti rendi conto davvero di essere su un altro pianeta. Calcistico, s’intende. È quello (di casa) su cui è riatterrato Stefan Strandberg, 33 anni a luglio, dopo la fine della breve avventura in maglia granata. L’estate scorsa ha firmato per il Valerenga e ora sogna Euro 2024. Ai nostri microfoni ha ricordato la storia di un amore travagliato, mai davvero sbocciato in Italia nelle 11 presenze (tutte da titolare) in Campania. Ora che è tornato in Eliteserien, la massima serie norvegese, il centrale scandinavo ha ripercorso tutte le tappe della sua breve esperienza, non senza incomprensioni e rimpianti per l’estromissione dalla lista over.

Flashback

“L’inizio fu difficile, noi calciatori sapevamo e era evidente che i trustee non potessero spendere molti soldi. La situazione era pesante non solo per noi ma anche per la dirigenza e per la stessa città. Eravamo come in prigione. In campo ho fatto tutto ciò che potevo. Spero che i tifosi se lo ricordino”, l’inizio del suo racconto. Con l’avvento della nuova proprietà il giocatore non è rientrato nei piani di Walter Sabatini. L’ex diesse lo estromise dalla lista over in concomitanza con un infortunio che per il difensore era superabile: “Sabatini ha fatto un casino con me, oggi non ci penso più. Fortunatamente per la Salernitana la pagina è cambiata. Per questo, adesso, spero che i granata si facciano forza“. A novembre 2021 era arrivato il primo stop per Strandberg, giunto da svincolato nel ritiro di Cascia perché fortemente voluto da Fabrizio Castori che lo aveva allenato al Trapani. Un problema all’adduttore lo tenne fermo svariati mesi. Scese in campo a Roma contro la Lazio, poi partecipò ai playoff per accedere al Mondiale (persi) con la sua Norvegia contro l’Olanda. Aveva giocato in precedenza sul dolore e decise di sottoporsi a un’operazione per rimuovere un’ernia addominale, posticipando il rientro a febbraio/marzo. Un rientro mai avvenuto in granata.

L’esclusione

Attualmente l’Eliteserien è ferma per il clima rigidissimo. Il nuovo campionato targato 2023 partirà il 10 aprile e terminerà, come di consueto, a metà novembre. L’ex centrale della Salernitana ha giocato qualche giorno fa in amichevole contro il Brann, occasione in cui l’abbiamo incontrato ricevendo la sua versione sul divorzio con l’Ippocampo: Ho passato dei bei primi mesi, abbiamo giocato molte partite buone. La squadra aveva difficoltà, ma per me è andata molto bene. Poi ho iniziato a soffrire di alcuni infortuni, sono andato comunque in Nazionale perché avevamo delle gare importanti in quel periodo per qualificarci al Mondiale. Successivamente ho dovuto sottopormi ad un intervento chirurgico in patria ma poi ho avuto problemi e ne ho dovuto fare un altro a Londra. Poi qualcosa è successo tra me e il club granata. Poi Sabatini ha sognato qualcos’altro. In città ho passato bei momenti ma a qualcuno non farei mai gli auguri di Natale”.Un anno fa si consumava la definitiva rottura. Sabatini contestava al giocatore di essere infortunato a Salerno e poi disponibile per la Nazionale, accuse che Strandberg rispedisce al mittente nella sua versione. Filtrano rimpianti dalle parole del numero 4 del Valerenga, che non ha mai compreso la decisione: Non ho mai parlato con Iervolino. Penso che chi capisce di calcio può giudicare le mie performances con la Salernitana. Nei primi mesi della stagione credo di aver fatto bene. Ho giocato con la Norvegia perché ne sono il capitano e si può schiacciare il tasto play per rivedere le partite. Avevo offerte da altri club a gennaio ma Sabatini voleva rimanessero i migliori. Sono rimasto, però poi qualcosa è successo. Non so cosa e il perché. Ero a Salerno e mi allenavo tutti i giorni, speravo in una chiamata in gruppo. L’importante è che i tifosi si ricordino delle mie prestazioni quando ho giocato. Ho fatto tutto il possibile per la squadra quando sono stato chiamato in causa, mi piaceva giocare per la Salernitana e non vedevo l’ora di ritornare a farlo per dopo il recupero”.

Nuova società

Cosa penso del nuovo corso societario? Non so quali siano i progetti e le ambizioni del club. Ovviamente la società non è in difficoltà come quando giocavo io lì, Iervolino ha sicuramente molti soldi. Ma non significa che quando si hanno possibilità finanziarie tu sia bravo a gestire una squadra di calcio. Se la Salernitana fosse soltanto un mezzo di public relations non sarebbe positivo: la Salernitana concerne solo la città e i tifosi e ha tutto per poter ambire a una serie A stabile – aggiunge il calciatore norvegese – C’è una città fantastica, il meteo altrettanto e una delle migliori tifoserie d’Italia. Nel calcio moderno bisogna per forza investire; se non lo fai, non hai possibilità di andare lontano. Spero che Iervolino sviluppi il club a tutto tondo, il settore giovanile per far crescere nuovi e giovani calciatori. Non si può soltanto pensare al presente. Devi programmare sul lungo termine. La Salernitana deve solo pensare a salvarsi in questa stagione e porre le basi per un futuro serio, iniziando a puntare all’ottavo o al nono posto, passo dopo passo. Lo spero vivamente per la città e per i tifosi”.

I connazionali

Strandberg segue gli “amici” Bohinen e Botheim. Soprattutto con il primo ha un legame particolare: Emil ha preso casa mia a Salerno (ride, nda) e lo aiutai nell’inserimento in città al suo arrivo. Purtroppo ha avuto un infortunio che lo ha limitato ma in generale quando gioca lo fa molto bene, dà quel qualcosa in più per la squadra. Botheim non ha ancora giocato molto in granata, bisogna dargli tempo. Paulo Sousa? Non lo conosco personalmente ma è un buon allenatore e ha riportato i risultati. Spero che i granata possano fare bene ora e costruire qualcosa di importante per il futuro. Possono raggiungere la salvezza, ci sono alcune squadre in A attualmente che stanno avendo problemi e bisogna approfittarne“.

Salernitana-Genoa: Strandberg discute con Castori (foto Francesco Pecoraro)

La piazza e Castori

“La tifoseria granata è una delle migliori per cui io ho abbia mai giocato. Atmosfera straordinaria, la passione che mette la gente in ogni partita è indimenticabile. Questo è un grande vantaggio per la squadra non solo in casa ma anche in trasferta con una presenza massiccia. Non molti club hanno questa fanbase – osserva ancora Strandberg – Tutta la città può essere fiera di ciò che fa per aiutare la squadra. Ho giocato in molti club, è la mia diciottesima stagione da professionista e posso dire che i tifosi sono sempre importanti per dare quell’energia in più. Se l’esonero di Castori ha influito sul mio addio? Ho giocato lo stesso alcune partite con il nuovo allenatore (Colantuono, ndA), ma ovviamente ho un grande rapporto con Castori ed è una bravissima persona. Sta diventando anziano ora ma ha passione per il calcio e il modo con cui tratta le persone… è severo, ma altrettanto leale. Mi è sempre piaciuto sia come allenatore che come uomo“.

La Norvegia

“I miei obiettivi con la Nazionale? C’è l’Europeo in Germania nel 2024, dobbiamo giocare contro la Spagna in trasferta. Ciò che è importante per me è rimanere in forma per giocare. Abbiamo buone possibilità di passare la fase a gironi, ovviamente la Spagna è favorita. Speriamo di passare come secondi, abbiamo una buona squadra e molti giocatori giovani di talento. Questo Europeo o la prossima Coppa del Mondo potrebbero essere le mie ultime opportunità con la maglia della Nazionale”, ha poi aggiunto Strandberg. È pieno precampionato dalle sue parti, dopo le nevicate dei giorni scorsi il termometro registra nove gradi all’Intility Arena, un impianto moderno e funzionale con supermercati, una biblioteca nel settore ospiti e parcheggi interrati. Un’altra storia. Ci sarà spazio per altre pagine nel libro della sua carriera? “Ora è bello essere tornato a casa. Il presidente mi ha voluto fortemente e ho sottoscritto un buon contratto”, risponde il giocatore. Da Lyngdal, sua città natale nonché una delle più meridionali della penisola scandinava, arroccata su un fiordo (non raro a queste latitudini), il classe ’90 è tornato nella squadra che lo ha cresciuto. Negli spogliatoi c’è la sua gigantografia, assieme a quella degli altri compagni, ma Strandberg non esclude nuove avventure all’estero, magari di nuovo in ItaliaVedremo, se la squadra non farà bene valuterò se restare o andare via per giocare di nuovo ad un livello alto, perché la Nazionale è importante per me. Non avrei problemi ad andare di nuovo all’estero, magari in Italia. È il mio paese preferito in assoluto, ho sempre sognato di giocare lì. La prima parola in italiano che ho imparato? Non è una bella parola (ride, nda). Mio fratello ha tre figli chiamati Nesta, Maldini e Dida. Da questo capite quanto io e la mia famiglia siamo appassionati dall’Italia“.

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