Il Lecce si presenterà all’appuntamento dell’Arechi con un volto nuovo in panchina. Presentato a tifosi e stampa nella giornata di ieri, Luca Gotti ha sostituito Roberto D’Aversa alla guida della formazione salentina. Un rendimento tutt’altro che felice nelle ultime gare (ultima vittoria risale alla sfida con la Fiorentina più di un mese fa) ha causato un “humus” ingestibile, stando alle parole del direttore giallorosso Pantaleo Corvino.
L’avvicendamento
Il direttore dell’area tecnica del club di Sticchi Damiani ha scelto Gotti per affrontare le ultime dieci partite del campionato, esonerando a malincuore D’Aversa dopo gli avvenimenti a margine di Lecce-Verona al Via del Mare: “Abbiamo dovuto trovare un nuovo tecnico all’altezza, – ha dichiarato Corvino – come lo è stato, in passato, con Baroni, che è stato promosso e si è salvato in A, con D’Aversa, che oggi è salvo. La nostra squadra è salva. Vuol dire che sono stati all’altezza. In sessantasei partite dal ritorno in A, il Lecce non è mai stato tra le ultime tre con sole quattro finestre di calciomercato”.
Il monte ingaggi
Durante la conferenza stampa di ieri, Pantaleo Corvino ha toccato anche il tema della sostenibilità nell’industria calcistica. Il direttore salentino ha ammesso di aver ricevuto una chiamata “settimana scorsa, la Covisoc mi ha fatto i complimenti, dicendo che non c’è alcun altro club d’Italia come noi. Noi vogliamo essere l’esempio che si può fare un calcio sostenibile. Io ho accettato questa sfida, non venivo da anni di Serie C”. Sabato all’Arechi il suo Lecce sarà opposto ad una Salernitana sull’orlo della Serie B, ma soprattutto con perdite di bilancio e un monte ingaggi lordo pari a 45 milioni. “Il monte ingaggi totale del Lecce è di otto milioni e mezzo netti, in Serie A quasi non ci dovrebbero iscrivere. – ha proseguito Corvino – Siamo orgogliosi, teniamo un club in equilibrio economico senza indebitamenti, facciamo le campagne acquisti senza passivi. La società fa sforzi, gli investimenti dobbiamo farli e crearli, perché, facendo diversamente, andremmo in debito finanziario”. Il direttore dell’area tecnica è stato un fiume in piena durante la conferenza, difendendo l’operato della società e del management salentino, nonostante l’unico punto di vantaggio sul Frosinone terzultimo. La riflessione di Corvino ha toccato anche le modalità operative della società leccese nelle ultime finestre di calciomercato, nel nome della sostenibilità finanziaria tanto cercata (e non trovata) anche da Danilo Iervolino: “Il presidente Sticchi Damiani ha sempre detto di non essere un magnate o uno sceicco né un fondo. Sul mercato facciamo ciò che ci è possibile con le nostre risorse, costi alti e ingaggi importanti non possiamo sostenerli. La cultura delle cadute ci deve essere, dobbiamo abituarci alle sconfitte. Se andiamo dietro ai nomi non potremmo rialzarci, io non sono un ipocrita. Faccio quello che posso fare con le mie risorse. Non mi ha mai chiesto di vincere, ma di mettere a posto il bilancio e tenerlo in regola”.
Corvino ha preso le difese del suo ex allenatore: “Quello che è successo domenica mi ha colpito molto. Io conosco Roberto D’Aversa da venticinque anni, non è una persona violenta. Spesso mi anticipava sul lavoro. Non posso prendere allenatori sui quali ho la certezza che in questo humus sono capaci di tenersi tutto dentro e gestire. Posso farlo io, che ho quarantanove anni da direttore sportivo alle spalle. Non posso garantirlo per un allenatore che ha pochi anni di carriera. Non possiamo lavorare in questo clima e essere giudicati da cinquanta, cento persone che scrivono sui social”.
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