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Quelli che sono usciti dai radar: sosta (e mese) verità per Lovato, Kastanos e gli altri

Cinque panchine ufficiali, quattro calciatori che prima erano molto considerati da Paulo Sousa e non sembrano aver conquistato Filippo Inzaghi. Ogni qual volta cambia un allenatore, in qualsiasi squadra, le gerarchie possono variare ed anche in casa granata l’arrivo del nuovo trainer ha fatto scivolare un po’ indietro alcuni calciatori. Altri, invece, erano già nelle retrovie e non sono riusciti a sovvertirle.

Matteo Lovato è passato dall’avere fiducia incondizionata del precedente allenatore a un ruolo ridimensionato. Fa parte del gioco. Sousa prediligeva la difesa a tre in cui l’ex atalantino si trova certamente più a suo agio. Un fattore, questo, da non sottovalutare nell’analisi che porta comunque a evidenziare come il 23enne sia stato sempre titolare nella precedente gestione (eccezion fatta per la panchina di Monza), mentre con l’avvento di Inzaghi ha visto il campo solo a Marassi contro il Genoa – peraltro venendo sostituito dopo 64′ per infortunio – e restando in panchina nelle altre sfide ufficiali. Proprio in Liguria la Salernitana si è posizionata a tre in difesa. Se Inzaghi insistesse a quattro, gli spazi per Lovato potrebbero quindi ridursi di molto. Il ragazzo, in ogni caso, non ha mai mostrato insofferenza lavorando in silenzio, con abnegazione e grande professionalità. Qualità che gli sono unanimemente riconosciute in società: l’investimento fatto nell’estate su di lui, valutato 8 milioni nell’operazione Ederson, è esempio di come sia un patrimonio da non disperdere o svendere.

Salernitana-Cagliari: Kastanos in azione (foto F. Pecoraro)

Anche Grigoris Kastanos, titolarissimo con il portoghese (che lo paragonava affettuosamente a Bernardo Silva), ha fatto fatica col suo sostituto. Escluso da Superpippo dopo la prima partita con il Cagliari: contro i sardi il cipriota fu sostituito a inizio ripresa e da allora ha trovato spazio soltanto per quarti d’ora finali contro Napoli e Sampdoria in coppa. Il suo prolungamento contrattuale ventilato dopo la pace siglata tra Iervolino e il suo agente con conseguente adeguamento del compenso (clicca qui per leggere) non è ancora stato ratificato. Il calciatore avrebbe già colloquiato più volte con la dirigenza. La sensazione è che potrebbe chiedere di andar via a gennaio se gli spazi per lui restassero chiusi.

Discorso un po’ diverso per Flavius Daniliuc che è stato impiegato per due gare su cinque: uno spezzone finale col Napoli e poi il primo tempo – non sufficiente – a Reggio Emilia in un ruolo (quello di terzino destro) che aveva già fatto al Nizza ma che lo ha visto in grande difficoltà. Se non fosse stato per l’indicente stradale alla vigilia della gara di Coppa Italia, sicuramente il suo minutaggio sarebbe stato più alto perché avrebbe giocato titolare contro i blucerchiati. Anche l’austriaco rappresenta un investimento importante del club, che lo ha pagato 5 milioni ai francesi nell’estate 2022. Al momento, Inzaghi sembra preferirgli altri (Fazio, Pirola, Gyomber) come centrale del reparto a quattro. Si vedrà. Anche in tal caso il ragazzo lavora sodo e cerca di conquistarsi il posto come vuole il mister. Non solo la maglia da titolare, Daniliuc vuole anche riprendersi la Nazionale: il Ct dell’Austria, Rangnick, non perdona e lascia a casa chi non trova spazio con continuità nel proprio club.

C’è poi Agustin Martegani. All’inizio anche Sousa lo impiegava poco e la tifoseria lo chiamava a gran voce soprattutto dopo l’ottimo approccio contro l’Udinese alla seconda di campionato. Protagonista dell’equivoco tattico più grosso del calciomercato (è un trequartista, una mezzala, un playmaker?), l’argentino aveva comunque trovato spazio in ogni partita con la gestione del portoghese, tre volte da titolare e quattro da subentrato, eccezion fatta per la prima giornata all’Olimpico in cui non era ancora disponibile per motivi di tesseramento. L’ex del San Lorenzo con Inzaghi ha sbagliato approccio contro il Cagliari nella mezzora finale perdendo ingenuamente il pallone che ha dato origine al primo vantaggio ospite e da lì ha trovato il campo col contagocce: è stato impiegato per i dieci minuti finali solo contro Sampdoria e Sassuolo. Qui il prestito oneroso (400mila euro, nda) dovrebbe andare avanti fino al termine della stagione e il calciatore è chiamato a un sussulto per provare a recuperare terreno.

Junior Sambia in una delle sue poche apparizioni stagionali: l’amichevole precampionato a Frosinone (foto F. Pecoraro)

C’è chi invece era rimasto indietro prima e vi resta tuttora come Botheim (solo 9′ in campionato contro il Napoli e un’oretta in coppa), Bronn (mai preso in considerazione in campionato, finora in campo solo con Inzaghi per 90′ contro la Sampdoria, peraltro non demeritando), Sambia (solo due presenze in A quest’anno, entrambe da subentrato: una a Roma alla prima giornata per una dozzina di minuti, l’altra nel secondo tempo di Marassi con Inzaghi; completa il quadro la presenza estiva in coppa contro la Ternana), Stewart (4 gettoni totali equamente divisi tra i due allenatori, però per lui il discorso è differente: deve ambientarsi)  Per tutti loro il mercato di gennaio potrebbe riservare delle uscite piuttosto prevedibili. Addirittura uno tra il norvegese e il giamaicano (con Botheim “favorito”) rischia di essere estromesso anche prima dalla lista over se a dicembre dovesse recuperare Jovan Cabral. In quel caso la Salernitana si giocherebbe il secondo e l’ultimo cambio in lista da poter fare al di fuori delle finestre di mercato. Stewart in particolare potrebbe essere ceduto in prestito per farsi le ossa in B e tornare più esperto l’anno prossimo: ha fatto intravedere buone doti che vanno, però, affinate.

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