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Petrachi, precisazioni ed auspici: “Non ho gradito alcune parole. A gennaio spero di avere Iervolino accanto…”

Prima un passo indietro e poi uno in avanti. Nella conferenza di presentazione di Stefano Colantuono, il direttore sportivo Gianluca Petrachi è partito con un sentito ringraziamento a Giovanni Martusciello, scelto da lui per guidare la Salernitana nel luglio scorso: “Mi sarebbe piaciuto non fare una conferenza stampa sull’esonero di Martusciello che va ringraziato per il lavoro svolto con professionalità ed abnegazione, anche per le difficoltà che ha dovuto affrontate, buttandosi a capofitto e sposando la causa. Il calcio è spietato e spesso si è legati ai risultati che, per come sono maturati, hanno fatto sì che il trend andasse interrotto. Si è perso un po’ di partite allo stesso modo, ho dovuto fare valutazioni che esulano l’aspetto sentimentale, sono dovuto essere pragmatico e realista. Era il momento di fare un passo, con un proprietà non contenta. Ringrazierò sempre mister Martusciello, ha lasciato tanto alla squadra, le basi sono importanti. Gli auguro le migliori fortune, sperando possa altrove avere anche buona sorte che qui non ha avuto”.

“La scelta di Colantuono non è un ripiego”, ha chiarito subito il dirigendo, fugando qualsiasi dubbio. Poi ha proseguito: “È una scelta voluta da me, senza imposizioni. Con Stefano abbiamo lavorato in simbiosi al Torino, conosce benissimo questa squadra. Se mi fossi affidato ad un altro allenatore che non conosce i calciatori e che deve adattarsi alla piazza e capire le problematiche, sarebbe passato un tempo che non abbiamo, perché la classifica non è bella e dobbiamo rialzarci per metterci in sicurezza. Il nostro obiettivo è fare un campionato dignitoso, con caparbietà e carattere. Stefano ha queste caratteristiche, è pragmatico, dà semplicità. La squadra ora ha bisogno di concetti semplici, di lottare, di non essere bella ma di essere produttiva. La squadra può assolutamente fare di più, possiamo riprendere il cammino dell’inizio, tornando una mina vagante. I contenuti ci sono, la squadra ha dimostrato di correre fino alla fine per provare a riprendere la gara. Adesso serve un pizzico di semplicità e di giocare spensierati e cattivi.

La scorsa estate c’è stato un tsunami. Sono partite con alcune idee e visioni, volevo cambiare il più possibile. Quando è andato via Sottil, ho cercato di portare una ventata di novità, in merito ad una mia visione. Col tempo mi sono reso conto che il campionato di B è particolare, è più difficile salvarsi in A che vincere in cadetteria. In cadetteria non c’è equilibrio. L’equilibrio può arrivare dal pragmatismo. Con Stefano a Torino c’era una situazione simile, vicini ai playout, facemmo un gran girone di ritorno, perdendo la finale playoff col Brescia. Si creò però una mentalità con tutti che facevano lo stesso tipo di calcio. Io vorrei ritrovare compattezza e cattiveria, attraverso le motivazioni di Stefano. L’ho trovato assolutamente motivato, sta bene fisicamente. Ha bisogno, per trasmettere concetti alla squadra, di muoversi e gesticolare. Noi abbiamo tutte le carte per svoltare e fare un campionato diverso”.

Il ds è tornato sull0’involuzione della squadra nell’ultimo mese: “Alcune criticità della squadra, in termini di difetti, le avevo già constatate due mesi e mezzo fa. Avevo un rapporto forte col mister, vedevo gli allenamenti e ne ho sempre parlato con lui, per fargli capire che c’erano cose che funzionavano benissimo ed altre meno. Ho dato supporto ed esperienza. Non posso però pretendere che un allenatore faccia in toto i consigli che il ds dà. Il mister aveva una sua visione, ma forse in B serviva fare qualcosa di diverso, giocando in funzione dell’avversario. Noi avevamo tracciato una linea; chiedevo cose che venivano però fatte in parte, poi si tornava alle mie riflessioni. La squadra prendeva spesso gol in ripartenza, allora bisognava lavorarci. Gli errori erano ripetuti, quindi si doveva rimediare”.

Dopo il ko col Bari, è finito sotto esame anche l’operato di Petrachi. Proprio sulle frasi dell’ad Milan di domenica, il dirigente ha voluto fare una precisazione: “Io mi sono sentito tirato in ballo e sentito in discussione quando le cose sono andate male. Ci vuole sempre onestà, ciò che ho detto a voi, l’ho detto al presidente Iervolino. Non mi è piaciuto il passaggio, ma non perché non posso assumermi le responsabilità. Se si dice che abbiamo il 5° monte ingaggi, rispondo che ho ereditato una situazione, con cinque giocatori che arrivavano a 9 milioni lordi. Con i parametri sviluppati da me, la Salernitana potrebbe avere un totale di 10 milioni lordi”.

Senza girarci intorno, Petrachi non ha gradito i proclami dopo la vittoria di Palermo: “Bisogna essere ambiziosi, se non lo si è, non arrivano i grandi risultati. Il patron è ambizioso, fare la B lo mortifica. Ha provato a trasferire dei concetti e noi dirigenti dobbiamo anche fare i pompieri a volte. La piazza si infiamma rapidamente e allo stesso modo si deprime. Non sono stato molto contento dei messaggi passati. Dissi a Martusciello di voler entrare nello spogliatoio perché vedevo troppa euforia. Il mister diceva però che eravamo in un buon momento. In quel momento la squadra si è sentita forse più forte di ciò che era, mettendo meno aggressività e cattiveria. Per questo forse sono venuti meno i risultati, perché ci siamo sentiti troppo belli”.

L’ex ds della Roma ha anticipato anche l’intenzione di voler fare qualcosa nella sessione invernale di calciomercato: Adelaide è un giocatore box to box, può fare sia la fase di trasmissione di gioco che di interdizione. Lo abbiamo visto poco e spero che già da mercoledi potremo aggregarlo, per poi vederlo alla ripresa. Quando scegli una strategia devi avvicinarti alla richiesta del tecnico, lui voleva giocatori che dessero del tu al pallone. A questa squadra non mancano contenuti per fare legno in mezza al campo, Amatucci recupera tanti palloni. Non è sempre la fisicità ad essere importante, bensì la determinazione. A gennaio spero di poter avere la possibilità di agire in autonomia e fare qualcosa.

La squadra l’ha fatta Petrachi, ma bisogna vedere come l’ha fatta, che possibilità ha avuto di prendere i calciatori. Sono comunque agguerrito e motivato. A gennaio vedremo cosa riusciremo a fare, mi piacerebbe mettere giocatori che posso prendere senza vincoli. L’autonomia vuol dire avere a che fare con un presidente presente. Ho condiviso tutto, in estate, con Milan. Nell’ultimo periodo il presidente è tornato a prendere in mano la situazione, spero di averlo al mio fianco, in maniera attiva, nel mercato di gennaio. È ambizioso come me e spero che i buoni propositi abbiano certezze a gennaio,  con tutti i correttivi che spero si possano fare. Il mercato di gennaio sarà, eventualmente, cristallizzato alle esigenze del mister. Se cambieremo qualcosa tatticamente, dovrà uscire chi era propenso al modulo precedente e meno al prossimo. Il mio auspicio è toccare poche cose e di farlo in piena autonomia”.

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