Nel consueto appuntamento con in diretta su Instagram è stato nostro ospite Armando Perna, il difensore palermitano che è stato una stagione in granata nel 2003/2004 e oggi è ancora in attività. Il calciatore classe 1981 milita infatti nel Modena, in Lega Pro, di cui è capitano. In gialloblu aveva già giocato, quando Stefano Pioli lo volle dopo averlo conosciuto proprio quell’anno a Salerno: “A Pioli devo tanto, ci siamo conosciuti quell’anno, ci fu un bel rapporto e mi volle a tutti i costi sia a Modena che a Parma. Mi ha fatto crescere dal punto di vista tecnico ma soprattutto come uomo. Fu criticato a Salerno ma era un debuttante, gli errori aiutano a crescere infatti ora allena il Milan ed è stato a Lazio e Inter. Il suo pregio dal punto di vista umano è che era una bravissima persona, dal punto di vista tecnico è che era molto preparato e lavorava molto sulle partite, ogni domenica sapevamo cosa fare e cosa no“.
Quella stagione però non fu negativa, la squadra che si era attrezzata solo negli ultimi giorni per la Serie B dato che fu ripescata dalla Serie C in seguito al caso Catania fece un bel cammino e riuscì a salvarsi con qualche giornata di anticipo: “Fu un’annata particolare, arrivavo dal Palermo e accettai subito la Salernitana per fare la Serie C, ma mentre eravamo in ritiro ci arriva questa bella notizia del ripescaggio in Serie B. Ci ritrovammo con una squadra di debuttanti e c’era parecchio entusiasmo. All’inizio non ce l’aspettavamo ma con l’andare avanti del processo e sentendo Aliberti iniziammo a crederci. Partimmo in ritardo ma partimmo bene e fino a gennaio eravamo in zona playoff. Nonostante l’inesperienza facemmo un ottimo campionato e crescemmo tutti dal punto di vista tecnico. Poi Salerno ti aiutava a crescere come uomini. Poi il livello della serie b era alto. L’Atalanta, il Cagliari, il Messina, il Palermo erano tutte squadre in cui c’erano futuri campioni e noi facemmo un bel campionato. A un certo punto ci fu un calo generale della squadra, eravamo giovani e perdemmo qualche punto per errori di gioventù e inesperienza, comunque non potevamo mantenere il passo che avevamo all’inizio che probabilmente era dovuto anche all’entusiasmo“.
Tra i rinforzi che arrivarono in extremis per puntellare la rosa c’erano Davide Bombardini e Erjon Bogdani, con entrambi l’ex granata ha stretto un bel rapporto: “Bombardini ha raccolto dai trenta anni in poi, se fosse stato più maturo da giovane sarebbe stato più tempo ad alti livelli, ma questo è un discorso che vale per tutti. Ricordo la partita a Palermo in cui fece due azioni solitarie incredibili facendo segnare due gol a Bogdani. Davide era carico per la partita dato che aveva il dente avvelenato con il Palermo e disse che ci avrebbe pensato lui. Io, Bogdani e Rinaudo siamo ancora amici, facciamo le vacane insieme e prendiamo ancora in giro Erjon per quella doppietta. Bogdani ricorda un po’ Djuric, con cui ho giocato a Cesena, Erjon era un po’ più bravo ad attaccare la profondità, mentre Djuric è un po’ più possente“.
E con loro non mancavano i momenti divertenti: “Ricordo ai tempi dei ritiri di Pontecagnano quando le cose andavano male, ne abbiamo fatte tante. Oppure quando avevamo il coprifuoco e i dirigenti venivano a bussare alla nostra porta per controllare se fossimo a casa, quindi il primo che riceveva la bussata iniziava il giro di telefonate per avvertire tutti. Altro episodio fu quando Bogdani tagliò i vestiti a Bombardini e De Lucia per vendicarsi del fatto che lo prendemmo in giro perché era vestito malissimo. Per non parlare di quando andai a prendere Bombardini che era rimasto a San Mango con le gomme dell’auto tagliate“.
Perna aveva un buon rapporto anche con il presidente Aliberti: “Ho un buon ricordo di Aliberti, non ci ha fatto mancare nulla mantenendo tutti i patti fatti a inizio stagione. Forse poteva fare qualcosa di diverso quando le cose erano iniziate ad andare male, con qualche giusto innesto e meno aspettative poteva andare meglio. Tra l’altro eravamo una bella squadra, giocatori che poi si sono confermati ad alti livelli, quindi con un qualcosa in più potevamo giocarci i playoff. Però non abbiamo mai avuto avvisaglie di problemi economici. Comunque ero giovane quindi molte cose non le coglievo, ma anche riguardando indietro non direi che ci fossero certi segnali. Il calcio è cambiato, io ho debuttato nel 1998, ho avuto Sensi, Aliberti, Spinelli, gente che iniziava per passione, che aveva voglia di investire dei soldi per la gloria, perché di lucro non ne puoi fare molto se non sviluppando i settori giovanili“.
Riguardo la proprietà attuale invece: “Secondo me praticare la Serie A per Salerno è importante, quindi è giusto che i tifosi siano ambiziosi, ma avere una società forte dietro è una cosa che i tifosi non devono dare per scontato. Io penso che oggi manchi programmazione, quindi meglio aspettare un anno di più che fare il passo più lungo della gamba“.
Anche la guida tecnica è buona e la squadra è forte: “La Salernitana è pilotata da un allenatore bravo, che fa giocare alle sue squadre un bel calcio. Non ha iniziato benissimo ma poi è uscita fuori e ha recuperato posizioni piazzandosi in piena zona playoff. L’allenatore conta tanto ma in campo vanno i giocatori. Quindi la percentuale maggiore dipende dai calciatori, però l’allenatore deve essere bravo a cucirgli l’abito adatto. Se riesce ad amalgamare la squadra e farle capire bene cosa fare le cose vanno bene, deve essere anche bravo a coordinarsi bene con la dirigenza per prendere i profili giusti. Fabiani? Lo conosco per la sua storia e a Salerno ha fatto cose importanti, quest’anno ha costruito una squadra che può avere successo e infatti lo sta avendo. Top e flop? Davanti ce ne sono vari che vanno forte, Djuric ha segnato molto. In tanti aspettano Cerci. Micai è molto forte, ma tutto l’organico credo faccia divertire la gente“.
Il centrale siciliano stila anche una classifica delle squadre cui è rimasto più legate e la Salernitana è inevitabilmente una di queste: “Sono di Palermo, ho debuttato nel Palermo, è una piazza calda, come anche Salerno, si tratta di due piazze del Sud che sono simili e mi hanno dato molto. Anche Modena dove sono tornato e sono venuto a vivere, infine Parma dove ho debuttato in Serie A. A Salerno ci giocherei sempre, quando vinci ti senti un re, quando le cose vanno male devi accettare le critiche. Il bello del calcio e dei tifosi è questo. Con chiunque parli il sogno è di giocare a Salerno, quando segni e la curva viene giù te lo porti sempre con te. I ricordi belli sono tanti, ogni volta che l’Arechi era pieno per i derby, ricordo ancora la coreografia col Napoli e tutta la gente che c’era. Il più brutto in particolare non so dirlo, perché i momenti difficili aiutano a crescere, forse il derby al Partenio con Kutuzov che la ribalta nel recupero, quello fu un esempio lampante della nostra inesperienza“.
Ora però uno dei suoi ultimi anni di carriera è a rischio a causa del Coronavirus: “Il protocollo individuato dagli scienziati è difficile da attuare per le squadre come quelle di Serie C che non hanno centri sportivi, sarebbe una spesa immensa. Secondo me si deve avere la pazienza di terminare i campionati. Sappiamo che ci sono interessi importanti sia per il calcio ma anche per lo stato italiano. In Serie A ci sono i fondi, in B più o meno, ma i presidenti di C hanno l’obiettivo prima di salvaguardare le proprie aziende. Si potrebbe cercare una soluzione con le promozioni delle prime e dei playoff per seconde e terze, quella che invece era stata proposta dal consiglio con playoff a sorteggio mi sembra azzardata, si rischierebbe un’estate di ricorsi“.
E da giocatore in attività può spiegare anche meglio come bisognerà prepararsi a tornare in campo, soprattutto per i più anziani come lui: “Secondo me ci vorranno due o tre settimane di pseudo ritiro. Quello che ci manca è il trauma del pallone, gli scatti i cambi di direzione, ci vorrà un po’ per riprendere il ritmo partita. Per i più anziani? Io credo che possa essere un vantaggio perché il riposo è sottovalutato. La cosa principale è non fermarsi, ma non bisogna sempre spingere forte, ci vuole equilibrio tra lavoro di qualità e riposo. Poi l’esperienza di Ventura aiuterà a gestire queste cose, inoltre anche un giocatore maturo deve essere in grado di chiedere una gara di pausa se non ce la fa“.
Intanto i calciatori della Salernitana, in occasione del compleanno del capitano, violano le misure di sicurezza istituite da Vincenzo De Luca che l’ex granata ricorda come sindaco quando lui era a Salerno: “Sono ragazzi, anch’io ho commesso errori che mi hanno aiutato a crescere. La multa sicuramente va pagata, ma credo che la società debba capire che dopo due mesi i ragazzi avevano voglia di vedersi e questo indica anche che c’è un bel gruppo, quindi da un lato può essere contenta. Fossi nella dirigenza non gli darei un’ulteriore multa, hanno sbagliato con lo Stato e vengono puniti già da esso, io gli farei fare qualcosa di socialmente utile come della beneficenza o aiutare chi in questo momento ha più bisogno“.
Infine un pronostico in caso di ripresa: “Secondo me il campionato è aperto, a parte per il Benevento che è stato bravo a creare una corazzata, ma il secondo posto è in gioco. Crotone, Empoli, Frosinone sono molto forti, l’Empoli magari è un po’ indietro per arrivare secondo ma ha una grande squadra e potrà dire la sua ai playoff. Ha avuto problemi con gli allenatori ma ora ha trovato Marino, mi farebbe piacere per il mio amico Accardi che da direttore sportivo ha costruito una bella squadra“.
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