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Pasciuti e il miracolo Carpi: “Vi spiego il Castorismo. Dicevano che giocavamo male, ma…”

“Faccio un grosso in bocca al lupo a mister Castori, al suo vice Bocchini e al figlio Marco (match analyst nello staff granata, ndr). Sarei contento se riuscissero a portare la Salernitana in A, dopo gli ultimi anni non positivi”. Lorenzo Pasciuti, centrocampista ora in forza alla Carrarese, ha vestito per dieci anni la maglia del Carpi, dalla Serie D alla Serie A. Con l’attuale trainer granata ha vissuto quattro intense stagioni e non si è fatto mancare nulla: una promozione in A nel 2015, due retrocessioni (dalla A nel 2016 e dalla B nel 2019) e una sconfitta in finale playoff col Benevento nel 2017, dopo la clamorosa vittoria in semifinale a Frosinone in 9 contro 11 (in campo c’era Belec).

“Non sono sorpreso del lavoro che sta facendo il mister e della classifica della Salernitana – dice il centrocampista – Lo conosco benissimo. Il primo anno a Carpi abbiamo fatto un’impresa storica. L’anno successivo non ci siamo salvati per un solo punto. Nel 2016/17 abbiamo perso la finale playoff a Benevento. Sono stati tre anni fantastici. Due stagioni fa provammo a salvarci, ma ci furono dinamiche societarie che diedero problemi. La filosofia di adesso è la stessa di quegli anni. Ricordo che a Carpi, nonostante fossimo primi, tutti ci dicevano che giocavamo male e pensavamo solo a difenderci. Col mister funziona così, è concreto”. Il paragone tra il Carpi 2014/15 e la Salernitana attuale è presto fatto. Due squadre quadrate che subiscono pochi gol e con individualità importanti. I biancorossi inanellarono una serie di 13 partite senza ko e 6 senza subire gol. Pasciuti conosce bene due calciatori granata, Belec e Coulibaly. Il portiere è stato suo compagno dal 2015 al 2017 in biancorosso, il senegalese invece nella seconda parte della stagione 2018/19: “I playoff sono in cassaforte, ma il mister sicuramente vorrà provare a salire direttamente. È giusto, data la posizione importante di classifica. Mi è capitato di guardare qualche partita della Salernitana e riconosco la sua filosofia di gioco. Vedo una squadra solida in difesa e che cerca di arrivare rapidamente a finalizzare. La cosa più importante per lui è sicuramente non prendere gol. Solitamente per vincere il campionato serve la miglior difesa. Era così anche per noi a Carpi. C’era Mbakogu che fece 15 gol, per il resto segnavamo in tanti. Il modulo base era il 4-4-1-1. Qualche volta ha utilizzato anche il 3-5-2. La Salernitana ha giocatori importantissimi, ad esempio Tutino. Conosco benissimo Belec, è una garanzia. In serie A con noi fece bene, con tanti interventi decisivi. È un portiere forte e un bravo ragazzo. Coulibaly lo ha avuto a Carpi e lo scorso anno a Trapani, è un giocatore di grande corsa e dà tanto equilibrio in campo”.

Ritiri precampionato e tante sessioni di allenamento, Pasciuti svela alcuni aspetti del castorismo: “Il mister è bravissimo a trasmettere i suoi principi, i calciatori lo seguono. Il suo secondo Bocchini è un allenatore valido. Ricordo che il retropassaggio al portiere e i passaggi in orizzontale erano banditi, voleva solo verticalizzazioni. Si fa sentire tanto in allenamento, ma è in grado anche di instaurare un bel rapporto con i giocatori. È una persona per bene, ti aiuta pure fuori dal campo. Ricordo che un mio compagno, a tu per tu col portiere, faceva sempre il cucchiaio. Il mister quelle cose non voleva vederle, voleva concretezza, altro che colpi di tacco e cucchiai. Si arrabbiò tantissimo e lo mandò a fare i giri di campo. Fabrizio Castori non si è mai nascosto finora, l’obiettivo è arrivare fino in fondo, nonostante la concorrenza agguerrita, guardando partita dopo partita. Un mantra ripetuto anche ai tempi di Carpi: “Noi siamo stati primi dall’inizio alla fine, abbiamo iniziato benissimo e abbiamo mantenuto grande continuità. Il mister però ci diceva sempre di guardare step by step, senza metterci pressione per farci lavorare bene, e che i conti li avremmo fatti alla fine. Ovviamente a Carpi non c’erano le pressioni che ci sono a Salerno. Certamente starà dicendo lo stesso ora ai suoi calciatori. L’Empoli credo sia l’unica che ha quasi la sicurezza di salire direttamente. Le altre, ovvero Monza, Lecce e Venezia, se la giocheranno con la Salernitana”. Tre apparizioni a Salerno, tra il 2016 e il 2019, con la maglia del Carpi per Pasciuti e altrettante vittorie. Il classe ’89 ha potuto respirare l’atmosfera dello stadio Arechi, dove però, nel match del 17 dicembre 2016, subì un grave infortunio al ginocchio: “Ho sempre vinto contro la Salernitana, ma una vittoria l’avrei barattata per il mio ginocchio che mi ruppi a Salerno cinque anni fa. Con una tifoseria così calda ci sono pro e contro. Adesso il pubblico darebbe una marcia in più per il rush finale. Ad inizio campionato, quando l’aria era un po’ pesante, certamente i tifosi avrebbero potuto condizionare negativamente la squadra. Le porte chiuse forse, all’inizio, hanno aiutato la Salernitana a partire col piede giusto. A mio parere però il vero calcio è con i tifosi, al di là di vantaggi e svantaggi”.

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