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Pagellone Udinese-Salernitana: Maggiore subito nel vivo, Bradaric timido

SEPE 6,5. Praticamente inoperoso per oltre 30′, poi apre le ali su Deulofeu in stile pallamano per chiudergli lo specchio. Una parata decisiva e poche altre difficoltà.

BRONN 6,5. Brivido freddo sotto… l’ascella agli albori di partita, poi il Var mette le cose a posto. Ordine e praticità nel resto degli episodi.

GYOMBER 7. Le cose semplici sono le migliori, lui lo sa. Muro di gomma dopo la mezzora, letture semplicemente perfette. E palla in tribuna quando occorre. Gran chiusura su Beto lanciato a rete al 68′.

FAZIO 7. Sfiora il vantaggio su palla inattiva al quarto d’ora, quando si trova la sfera ballonzolante a due passi dalla porta di casa. Sbroglia un paio di situazioni difficili con freddezza ed eleganza, tenendo a bada anche clienti scomodi come Success.

CANDREVA 6,5. Una risorsa importante soprattutto dal punto di vista tattico. Sa cosa, come e quando farla. I suoi precisi cross in area meriterebbero… teste più alte. Nella ripresa Nicola gli chiede di fare la mezzala, lui esegue con diligenza. Dà tutto, chiude senza ossigeno. (dall’89’ VALENCIA sv. Pochi minuti).

MAGGIORE 7. Prima in granata nello stadio in cui esordì in massima serie due anni fa e dove ha segnato, il 14 maggio il suo ultimo gol. Subito caparbio, affamato, arriva prima degli altri sui palloni a metà, li rincorre con successo all’occorrenza e va anche a costruirsi la conclusione da grovigli difficili. Ottima prova da mezzala, fa il suo dovere con spirito di sacrificio anche da centrale nei tre, pur dovendo ridimensionare le sue caratteristiche, che sono ben diverse.

RADOVANOVIC 6. Un ritorno alle origini, davanti alla difesa. Gestisce bene con i suoi ritmi, ma al 38′ un retropassaggio assassino in zona bollente rischia di costar caro. Si rifà qualche minuto dopo con una chiusura in scivolata che spegne una potenziale ripartenza bianconera. (dall’1′ st BRADARIC 5. Al pronti-via un’ammonizione, poi si fa aggirare troppo facilmente da Success. Timido e leggerino nella doppia fase, poco intraprendente).

VILHENA 6. Morde caviglie e becca falli nel primo quarto d’ora, ma ci mette anche qualità a supporto dell’azione offensiva. Si vede che ha voglia di toccare quanti più palloni è possibile. Non ne passano in quantità industriale dalle sue parti, va detto, ma sono tutti distribuiti con eleganza. Nel finale serve grinta, tira fuori pure quella. Nel recupero preferisce tirare infruttuosamente da 30 metri al posto di servire il liberissimo Bradaric.

MAZZOCCHI 7,5. Bene quando spinge, all’inizio cincischia troppo se c’è da spazzare per evitare pericoli. Poi capisce l’antifona e diventa più pragmatico. A 5′ dall’intervallo un suo missile da fuori impegna severamente Silvestri, poi – dopo un errore nel rilanciare dalla difesa – va a prendersi la cavalcata in contropiede che propizia l’espulsione di Perez. Nel secondo tempo torna a destra, dove abbina potenza a velocità nei duelli sulla corsia.

BOTHEIM 5. Impreciso palla a terra, impacciato quando deve dialogare con Bonazzoli. È una coppia da meme, Uomo Ragno che indica Uomo Ragno. Sua la sponda proprio per il partner d’attacco in mezza rovesciata, unico barlume. La becca poche altre volte. Vero, cerca di lottare e metterci il fisico, ma la maglia numero 11 ha cambiato cognome. (dall’1′ st DIA 6,5. Si esibisce in una serie di scatti che mettono paura alla retroguardia avversaria. Si integra meglio con Bonazzoli, nonostante il solo allenamento e mezzo con i nuovi compagni).

BONAZZOLI 6,5. Cerca l’acrobazia d’istinto alle soglie del decimo, Silvestri si salva con lo stinco. Si carica, cerca giocate di fino e gli riescono. Tanto dinamismo, infastidisce i portatori di palla avversari in ogni dove. Non manca, però, anche la solita ammonizione ingenua ed evitabile al termine di un gran primo tempo. Sonnecchia per tutta la ripresa, poi si attorciglia benissimo con la testa a una dozzina di minuti dalla fine e sfiora il gol.

ALL: NICOLA 5,5. Conferma in blocco attacco e difesa della prima giornata, modificando solo la mediana: lancia Maggiore e rilancia Radovanovic “senza remore, se ce ne fosse bisogno”. Ce ne è stato eccome, a causa del problema muscolare che ha costretto Lassana Coulibaly in tribuna. La sua Salernitana è sciolta, consapevole di avere zero da perdere: reparti ben legati, difesa e centrocampo con ingranaggi che appaiono già piuttosto oleati. Due nei: l’attacco (Botheim e Bonazzoli non sembrano “prendersi”) e l’eccessiva sicurezza nel giocare il pallone in fette di campo nelle quali una squadra che lotta per non retrocedere non dovrebbe commettere leggerezze. Nell’intervallo i cambi già studiati in partenza: Dia per un abulico Botheim e Bradaric per Bonazzoli, carta letta per necessità di non tenere in campo due giocatori reduci da un lungo stop nello stesso momento. Candreva scivola mezzala, Maggiore play, Mazzocchi passa a destra. I granata soffrono un po’ l’intraprendenza dell’Udinese ed abbassano fisiologicamente il baricentro con l’obiettivo di ripartire in velocità, perché le carte giuste in tavola ci sarebbero. Il problema è che il baricentro si abbassa troppo e la gestione diventa eccessiva, considerando la superiorità numerica. Passa al 3-4-1-2 solo nel recupero con l’ingresso di Valencia. Tardi per una squadra che ha giocato più di un tempo con un uomo in più.

1 Commento

1 Commento

  1. lucdor

    21/08/2022 at 11:29

    per me botheim e bradaric sono da rivedere speriamo di nn aver preso altri 2 bidoni

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