OCHOA 6,5. Non poteva far molto sullo 0-1. Vola ed evita il raddoppio altre due volte con pregevoli interventi prima dell’intervallo su Politano e Raspadori. Si esalta anche nella ripresa ma c’è da dire che avrebbe potuto far meglio sul raddoppio di Elmas.
MAZZOCCHI 6,5. Sembrava in predicato di agire a sinistra ed invece resta sul suo piede. Sente bene la gara e ci entra dentro con la giusta convinzione fin da subito. Grande cuore e velocità. Un giallo ben speso. Applausi del pubblico meritatissimi all’uscita. (36′ st BOTHEIM sv. Non la prende).
FAZIO 5. Torna in campo con la fascia dopo il contrattempo al polpaccio che lo ha tenuto fuori nella trasferta di Genova. Un paio di passaggi errati e di distrazioni che rischiano di costare care. (24′ st DANILIUC 6. Si piazza lì dietro e rischia poco).
PIROLA 6,5. Impegna subito Meret di testa. Ci mette concentrazione nelle tante chiusure sulle discese di Di Lorenzo e s’immola su Politano a inizio ripresa a porta semispalancata. Uno dei migliori.
BRADARIC 4,5. Politano sarà pure un brutto cliente ma lui ci mette del suo. Quasi mai riesce a far ripartire la squadra in maniera pulita, quasi avvilente nei controlli sbagliati in numero cospicuo, come i cross. Nei minuti di recupero tenta una conclusione da ultimo uomo lasciando la squadra scoperta ed esponendola al contropiede avversario che poi non si concretizza.
LEGOWSKI 5. Dopo le buone cose fatte vedere nel secondo tempo di Genova e contro la Samp, rieccolo titolare. Lotta subito tanto, anche nell’azione del gol del vantaggio ospite che lo vede soccombere con sfortuna, però è timoroso ed incerto nella gestione e ricezione del pallone. (24′ st BOHINEN 5,5. Discreto approccio quando però c’è poco da far girare palla).
COULIBALY 5. Grande aggressività e presenza, esagera però nel portare palla e perde troppe volte ingenuamente il possesso. non la sua giornata migliore.
TCHAOUNA 6. La doppietta di martedì lo ha galvanizzato. Approccia alla grande, guadagna un primo angolo ma poi non mantiene ritmi altissimi. Si accende a intermittenza, fa quel che può contro avversari decisamente diversi dai modesti difensori sampdoriani.
DIA 5. L’uomo che l’anno scorso rinviò di una settimana la festa scudetto degli azzurri sembra pimpante, da seconda punta un filo dietro al compagno Ikwuemesi. Non arriva per un soffio al pallone che dà il via all’azione del gol napoletano. Ci prova dalla distanza ma progressivamente cala la sua efficacia: troppo egoista nel portare a spasso il pallone, troppo lontano dalla porta per poter incidere.
CANDREVA 5,5. Parte alto a destra e cerca di costruire con poco profitto. Tanti lamenti e rimproveri nei confronti dei compagni, soprattutto nei confronti di Legowski. Va a prendersi le battute di ogni calcio d’angolo. Non demerita completamente, però nemmeno accelera. Non è in una condizione smagliante e si vede. (32′ st KASTANOS. Si piazza largo a sinistra).
IKWUEMESI 6. Prima da titolare anche in campionato dopo le buone cose fatte vedere in coppa. Combatte, ci mette il fisico, difende palla e prova ad attaccare la profondità come può. “Ha 60′ nelle gambe da poter far bene”, aveva detto l’allenatore alla vigilia. Ne fa quasi 70 e boccheggia. (24′ st STEWART 5. Qualche ciabattata generosa).
ALL: F. INZAGHI 5. Sorprende ancora una volta tutti e propone un 4-2-3-1: senza Cabral, infortunato dell’ultimissima ora, schiera dall’inizio tutto il suo massimo potenziale offensivo scegliendo una cerniera di muscoli e corsa in mediana con due esterni pericolosi e un trequartista-seconda punta, ovvero Dia. Trasmette coraggio ai suoi e il messaggio è recepito ma al primo affondo – con palla persa – il Napoli passa. I partenopei contengono e non rischiano, sfruttando la superiorità a centrocampo I granata non crollano: dal punto di vista dell’impatto restano in partita e tengono anche discretamente sulle folate estemporanee di un Napoli che sembra contare sull’apporto dei suoi singoli e delle loro rapide combinazioni nello stretto piuttosto che su un gioco arioso. Nel secondo tempo prova a smuovere le acque prima con Stewart e Bohinen, poi con Kastanos e Botheim. Tutto vano, nonostante l’innegabile intensità Meret non viene mai impiegato. Non appena esce Mazzocchi, Elmas riesce a trovare lo spazio del raddoppio. Le quattro punte del finale non producono effetti. Tre partite di campionato, un punto: Sassuolo sarà per lui già quasi uno scoglio decisivo.
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