OCHOA 5,5. Quello di Retegui è un missile ma è anche sul suo palo.
PIEROZZI 5,5. Prima da titolare dopo aver esordito da subentrato a Napoli. Un po’ timidino nell’arco dei 90′. Transito da difensore centrale nel cuore della ripresa.
LOVATO 4,5. Non riesce a trovare continuità. Ha del potenziale ma ci butta sempre dentro qualche intervento sciagurato, come quello goffo che causa il rigore dell’1-2. E dire che era partito subito bello combattivo, con tackle di qua e anticipi di là. Pasticcione col pallone tra i piedi. (dal 30′ st ZANOLI 6. Qualche scavallata sulla fascia non preferita).
GYOMBER 5. Retegui lo brucia sull’1-1 ed è un pizzico in ritardo. Si batte come può. A metà secondo tempo esce palla al piede incurante del pericolo e va a sbattere su Strootman. Pericolante anche lui nonostante l’impegno.
BRADARIC 6. Il primo pallone che tocca è la discesona del perfetto assist a Martegani. Tiene bene difensivamente, dalla sua parte il Genoa non sfonda mai nei primi 45′. Sbaglia poco anche in impostazione. (dal 37′ st LEGOWSKI sv. Nell’imbuto).
BASIC 6. Subito in campo per dare qualità, fisicità e pulizia. Ci riesce. Ha voglia e si vede. Non ha timore di andarsi a prendere il pallone e giocarlo. Non giocava più di un’ora in campionato da oltre un anno: un esordio positivo. (dal 23′ st KASTANOS 5,5. Doveva entrare solo se necessario. Inzaghi non aveva altro in panchina per dare più brio ed è costretto a inserirlo. Ginocchio fasciato, si vede che non è al top nonostante la generosità).
MAGGIORE 6. Torna dopo lo stop per squalifica. Diga importante, si sacrifica però non riesce a costruire. Non sarebbe neppure il suo compito.
MARTEGANI 6. Confermato un po’ a sorpresa dopo Napoli, si presenta con la botta fortissima sotto l’incrocio per il vantaggio. Partita generosa e positiva nella doppia fase, sebbene il pareggio del Genoa nasca da una sua marcatura leggera su Gudmundsson. Nel secondo tempo cala vistosamente. (dal 37′ st DANILIUC sv. Pochi minuti in cui conterebbe attaccare).
TCHAOUNA 5. Qualche strappo interessante e un paio di preziosismi di troppo nei primi 15′. Si estranea fino al minuto di recupero del primo tempo, quando si esibisce di testa e mette in difficoltà Martinez. La sua partita praticamente finisce lì. (dal 30′ st IKWUEMESI 4,5. Si distingue per essere pizzicato in fuorigioco o per falli di mano. Infruttuoso e controproducente).
CANDREVA 6,5. Sempre pericoloso quando ha il tempo di prendere la mira e inventare una traiettoria. Fluttua tra le linee alla sua maniera partendo largo a sinistra. Sul finire di primo tempo D’Angelo lo sposta a destra. La traversa sotto la Sud sta ancora tremando. L’unico che cerca un’idea, una giocata. Non può cantare e portare la croce da solo.
SIMY 5. Un buon lavoro al pronti-via che favorisce Bradaric in occasione del vantaggio. Tiene palla e guadagna qualche fallo interessante nei primi 45′. A inizio ripresa ha un pallone delizioso in area e ci mette troppo tempo per concludere. Si spegne progressivamente tra errori tecnici e stanchezza.
ALL: D’ANGELO (INZAGHI SQUALIFICATO) 5. Il mister guarda la partita in un box della tribuna stampa e tocca a lui guidare la squadra in panchina. Non certo tarantolato, i suoi segnano subito e poi si incartano senza riuscire a prendere in mano la partita. Lo schema (?) che regala palla al Genoa da calcio di punizione favorevole sulla trequarti nella metà campo avversaria alla mezzora è specchio di paure non ancora completamente scomparse. Poca concretezza negli ultimi venti metri. A 10′ dalla fine inverte Tchaouna e Candreva ma i sussulti non sono tangibili. Nella ripresa c’è generosità ma anche tanta confusione. Un Genoa rimaneggiatissimo si difende e rischia poco. Le armi in panchina sono davvero poche per cambiare la partita: ci prova dapprima con un Kastanos ancora acciaccato, poi con Zanoli e Ikwuemesi dentro è una sorta di 3-5-2 molto offensivo con Pierozzi e Bradaric braccetti e Martegani largo a sinistra, infine spostando l’ex napoletano a sinistra e proponendo il 4-2-3-1. Tutto inutile. Ancora tanti, troppi esperimenti: era una partita da vincere convincendo ed invece sono arrivati pure i passi indietro sotto il profilo del gioco. Il “se siamo questi ci salviamo” vacilla.
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