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Pagellone Salernitana-Cagliari: Boulaye cecchino, Cabral sotto tono. Male i terzini. Martegani, che combini?

COSTIL 6,5. Prima chance in campionato già col nuovo allenatore: sarà un cambio definitivo nelle gerarchie o solo passeggero per far riposare Ochoa dopo il lungo viaggio in Nazionale? Si vedrà. Risponde presente poco dopo il quarto d’ora su Luvumbo, attento nelle uscite ed efficace. Niente ruggine: aveva giocato soltanto in Coppa Italia con la Ternana, non metteva i guantoni in una sfida di campionato dal 14 gennaio in Francia (Lens-Auxerre). Poco colpevole sui gol.

MAZZOCCHI 5. Aziona subito il turbo a destra ma le turbine girano a vuoto. Qualche imprecisione nei passaggi, soffre in fase di copertura, sbaglia parecchi cross. Irriconoscibile. In ritardo sul gol del raddoppio ospite.

GYOMBER 6,5. La rapidità di Luvumbo gli crea qualche grattacapo, però se la cava con mestiere. Legge sempre bene le traiettorie e va in chiusura da libero vecchio stampo.

FAZIO 6,5. Torna titolare dopo mesi. L’ultima volta era stata contro la Roma alla prima di campionato. Si fa subito notare per un anticipo importante. Svetta sulle palle aeree. Riesce per gran parte a tenere il più giovane e veloce Luvumbo. (dal 38′ st IKWUEMESI 6. Mossa della disperazione, suo l’assist per il momentaneo pari di Dia. Si sbatte tanto, ciabatta il possibile 3-2 nel recupero ma non era semplice).

BRADARIC 5. Non particolarmente in palla in avvio, né cercatissimo dai compagni. Leggerino nei duelli con Nandez, ne perde troppi e lascia pericolosamente campo alle ripartenze sarde. Maluccio anche nell’impostazione.

COULIBALY 5,5. Rieccolo dal primo minuto, il “soldato maliano”. Fatica a carburare come tutti gli altri nella prima parte di gara. Cerca di sfondare sul centro destra ma non trova grandissima collaborazione. Nel secondo tempo, quando c’è qualche prateria in più, fa l’egoista. (dal 31′ st LEGOWSKI 6. Appena entra, la partita si complica e non per colpa sua. L’impegno non manca, si procura il rigore del pari. Scivola sul pallone nell’ampio recupero in una situazione favorevole in area ospite).

MAGGIORE 5. Torna a fare il play a distanza di oltre un anno. Per emergenza Davide Nicola lo schierò in quel ruolo per sopperire all’assenza per infortunio di Bohinen. Fatica a giocare a due tocchi, rallenta tanto la costruzione, si nasconde. Una volta di più: non è il suo ruolo.

KASTANOS 5. Gioca è lontano dal “suo” Candreva, con cui in passato era abituato a combinare. Col passare dei minuti si impappina e non riesce a dare quello che potrebbe: né carne, né pesce da mezzala, senza inserimenti significativi, cambi di passo o recuperi importanti. L’ammonizione ingenua e di frustrazione è la pietra tombale su una prestazione nettamente insufficiente. (dal 10′ st MARTEGANI 4,5. Si lascia attrarre dalla possibilità di giocate personali e non si libera in tempo del pallone in più di un’occasione. Fatale quella a 12′ dal termine, quando spiana la strada al vantaggio ospite).

CANDREVA 5,5. Molto largo. Non si risparmia nella proverbiale corsa, però non produce. Risulta troppo lontano dalla porta, non incide. (dal 31′ st TCHAOUNA 6. Cerca di dare brio, è propositivo).

CABRAL 5. Inspiegabilmente sotto tono. Capo Verde gli ha risparmiato la seconda amichevole consentendogli di fare tutta la settimana tipo col club, eppure sembra spento, stanco, non lucido. Insegue affannosamente Nandez e sbaglia clamorosamente l’ultimo passaggio sul finire della prima frazione che avrebbe messo Candreva a tu per tu con Scuffet. Fa copia-incolla nel secondo tempo con Dia ed Inzaghi perde la pazienza. (dal 10′ st STEWART 6. È grezzo ma almeno ci mette il fisico. Contribuisce ad azzoppare Dossena in un inseguimento, lotta su ogni pallone).

DIA 7. Due tiri in porta, due gol. Subito molto mobile ma a vuoto. Non attacca il primo palo, prova a dialogare nel traffico e sbatte contro maglie bianche. Cambia l’allenatore ma la difficoltà è sempre la stessa: il senegalese probabilmente necessiterebbe di una punta più fisica accanto per rendere meglio, come l’anno scorso. Più passano i minuti e più si eclissa ma proprio nel finale dapprima trasforma la palla vagante in area spedita da Ikwuemesi nel pareggio che è solo momentaneo, poi è gelido dal dischetto per il pari vero. Che serve però a poco.

ALL: INZAGHI 5,5. Sorprende tutti e cambia tanto, dal portiere al play, passando per una difesa che sceglie con la massima esperienza. La giacca addosso gli dura poco, va subito in camicia con maniche arrotolate a giocarla pure lui. Il suo 4-3-2-1 è un 4-5-1 in fase difensiva e trova in Cagliari a specchio, compatto, che sulle prime non concede spazi. Partita brutta, di paura, di scarsa precisione nell’ultimo passaggio, da categoria inferiore. Cerca di cambiare qualcosa a inizio ripresa inserendo un centravanti vero per lo spento Cabral e spostando Dia sulla sinistra, oltre alla maggiore qualità di Martegani per Kastanos. Chiede brio e imprevedibilità ma trova sempre meno gioco di squadra. In molti cercano di risolvere da soli la questione e restano nel pantano: il risultato è che Scuffet non viene mai impegnato per oltre 70′. Tchaouna e Legowski sono mosse che non cambiano e l’harakiri di Martegani trova la difesa scoperta per il gol del Cagliari. Ikwuemesi è mossa della disperazione e, con l’uscita di Fazio, chiude deliberatamente con un trio in difesa Mazzocchi-Gyomber-Bradaric del tutto inedito. Dopo il pareggio servirebbe sangue agli occhi e invece i suoi si sciolgono tornando sotto immediatamente. Alla fine un rigore salva capre e cavoli. Il finale confusissimo è specchio dello stato d’animo molto delicato che ora si respira.

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