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Pagellone Roma-Salernitana: diga Lassana, Ederson imprendibile. I cambi non danno sprint

SEPE 6. Attento e un pizzico fortunato quando la Roma fa la sfuriata e non inquadra la porta. Può poco sui gol. Evita il tris su Shomurodov.

GYOMBER 6,5. Legge bene le chiusure, segue l’uomo ovunque con la consueta tenacia. Si fa beffare da Felix e non commette l’inevitabile fallo col giusto tempismo, facendo palpitare tutti per tre minuti con gli straordinari al Var. Riesce a gestirsi fino a fine gara.

RADOVANOVIC 7. Al pronti-via Felix gli fa prendere la targa, poi Ranieri mette una pezza. L’unica imperfezione della partita, impreziosita dal bolide del vantaggio. Testa sempre alta da regista difensivo. Nel finale va a mordere con frustrazione a gioco fermo.

RANIERI 6,5. Presente in chiusura, un pizzico impreciso nei disimpegni ma è nulla in confronto al grosso spirito di sacrificio che mette in campo. Non giocava titolare dalla trasferta di San Siro con l’Inter, lascia il campo dopo neppure un’ora, stremato. (dal 14′ st DRAGUSIN 6,5. Subito grande impatto. non basta).

MAZZOCCHI 7. Ruba subito un buon pallone e scavalla quando può. Dalle sue parti gira El Shaarawy, lui lo contiene con astuzia. Gioca palloni puliti e intelligenti. Mastino con le marce alte. Chiude anzitempo perché va in riserva e lascia l’Olimpico con una borsa di ghiaccio sul polpaccio. (dal 29′ st JAROSZYNSKI 5,5. Nicola gli chiede di fare il trattore per un quarto d’ora sulla sinistra. Lui prova ad eseguire, però è in ritardo sul tiro del pareggio di Perez).

EDERSON 7,5. Si fa trovare spesso libero per ricevere palla e fuori dai blocchi delle marcature avversarie. Il più propositivo dell’avvio granata e non solo per la conclusione dalla distanza dopo 12′ che impegna seriamente Patricio. Costringe Kumbulla a spendere il giallo sul calcio di punizione che dona il vantaggio ai suoi. È ovunque ed anche dal punto di vista del contenimento appare migliorato: quando serve, spazza senza fronzoli, altro che Brazil. Commette, a giudizio dell’arbitro, il fallo che genera il gol di Smalling. L’ultimo a mollare: nel recupero cerca l’inserimento vincente, ma la mira non è precisa.

BOHINEN 6. Play per la prima da titolare in Italia. Troppo sicuro di sé in alcuni frangenti dell’alba di gara. Viene ingiustamente ammonito dopo un intervento prodigioso a centrocampo in tackle. Pian piano, dal gelo scandinavo, prende più confidenza con il clima infuocato della gara e dello stadio. Gli passano pochi palloni tra i piedi, deve preoccuparsi principalmente di contenere. Il giallo, comunque, lo condiziona. (dal 20′ st KASTANOS 5. Si piazza mezzala sinistra nel tentativo di dare corsa e un briciolo di qualità nelle ripartenze. Ha sui piedi l’occasione del raddoppio otto minuti dopo il suo ingresso ma si fa clamorosamente ipnotizzare da Patricio).

L. COULIBALY 8. Partita super per festeggiare il suo compleanno. Peccato non festeggi la squadra. Segue bene Zaniolo quando il figlio d’arte parte in accelerazione e si ripropone anche con discreta efficacia. Non ad inizio ripresa, quando si divora l’opportunità del raddoppio su gentile assist di Djuric. Non ha un piede destro, ma un arpione quando va a difendere sull’uno contro uno. Con l’uscita del norvegese gioca quasi mezzora da vertice basso della mediana e continua a crescere. Imprescindibile.

OBI 7. La novità sulla sinistra. Fa praticamente il difensore aggiunto per contenere le folate di Karsdorp ed è di un’utilità che non si vede, ma si sente tremendamente. Rischia in area su Mkhitaryan a 10′ dall’intervallo. Motorino diligente. (dal 20′ st ZORTEA 5,5. Si dispone a sinistra, poi passa a destra con l’uscita di Mazzocchi. Impreciso nelle ripartenze, testa sotto e senza guardare i compagni).

RIBÈRY 6,5. Torna titolare dopo un mese e mezzo. Fa il collante tra un Djuric forse un po’ isolato e tutto il resto. Sembra ispirato, ma non ancora sorretto da una condizione atletica top. Fin quando ne ha, è il primo a pressare i portatori avversari. Nella ripresa termina la benzina e si impappina in un paio di occasioni che avrebbero potuto dare ai granata ripartenze preziose o, quantomeno, far salire la squadra. Ma non lesina tackle, esce stremato. (dal 29′ st VERDI 5. Dà poco, nulla di quello che ci si aspettava).

DJURIC 6. Notoriamente è l’immarcabile, però in mezzo a Smalling e Ibanez non trova esattamente vita facilissima. Giustamente ammonito alla mezzora quando entra in ritardo su Cristante. Cresce alla distanza mettendo il suo fisico davanti a tutto. Forse non la sua miglior prestazione, ma è comunque generosissimo, una sua scivolata offensiva dopo la ribattuta di Patricio avrebbe meritato maggior fortuna.

ALL: NICOLA 6,5. Rimanda ancora l’appuntamento con la vittoria ed è un peccato. Rinfoltisce il centrocampo e si affida al carisma di Ribéry dietro Djuric. Più protezione, meno spavalderia: un atteggiamento che gli dà ragione sugli sviluppi di un calcio piazzato e mette la partita in discesa. Una volta in vantaggio – forse paradossalmente troppo presto – lo step successivo è contenere le sfuriate della Roma: la Salernitana ci riesce anche con un po’ di fortuna, ma certamente con grande compattezza. L’unico appunto è le gambe che – a tratti – iniziano a tremare nella gestione del pallone. Va all’intervallo avanti di un gol, non poteva chiedere di meglio alla vigilia. Nel secondo tempo è sofferenza pura. Tira fuori lo stanchissimo Ranieri, poi replica con Obi (generosissimo) e Bohinen. Tiene botta ed in panchina è indemoniato: a un certo punto la gioca anche lui. I cambi, però, non gli danno quella verve di cui avrebbe bisogno: la sua squadra paga anche la timidezza eccessiva di Verdi e Kastanos. Beccato il pareggio, la Salernitana va in cortocircuito ed è un vero peccato. Nel finale animi bollenti tra panchine.

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