MICAI 7. Torna quello della prima parte di stagione. Salva il risultato dopo un solo giro di lancette chiudendo la saracinesca su Trajkovski, si ripete su Rispoli sull’1-0, deviando in angolo.
PERTICONE 5,5. Non giocava dalla trasferta di Carpi, dove a sua volta rientrava dopo lungo tempo. Gregucci punta sulla sua esperienza. Tiene con mestiere Falletti all’8′ della ripresa in una pericolosa ripartenza, qualche minuto dopo però si fa buggerare da Moreo. Cala leggermente col trascorrere del tempo ma regge fino al termine con grande generosità e puntualità.
MIGLIORINI 7. Senza Schiavi e con Bernardini ancora non al top, è lui il colosso che deve guidare la difesa. Sempre sul pezzo. Spende un giallo inutilmente nel tentativo di fermare un contropiede che parte ugualmente per la regola del vantaggio: era diffidato, salterà il Lecce. Sfiora il gol nel finale prima del capolavoro di Casasola.
GIGLIOTTI 6. Costretto al fallo quando Falletti lo affronta, sembra che il pallone gli scotti tra i piedi nei disimpegni. Incerto nei primi 45′, molto più attento nei secondi. Fondamentale a inizio ripresa quando salva in scivolata disperata su Falletti a centro area.
PUCINO 6,5. Aggressivo, si preoccupa molto più di difendere. Lo fa diligentemente, con il consueto senso della posizione. Dalle sue parti Accardi non si affaccia neppure.
AKPA AKPRO 6,5. Recuperato in extremis dopo i problemi accusati col Pescara, solo martedì aveva ripreso ad allenarsi col gruppo. È un po’ arrugginito e inizialmente si vede ma è suo lo spunto a 6′ dall’intervallo che regala un pallone d’oro a centro area vanificato da Jallow. Cresce la sua intensità nella ripresa ed è un peccato che debba uscire per un serio infortunio (dal 27′ st MINALA 6,5. Terzo esordio in granata, praticamente a freddo, chiamato in fretta a entrare per l’infortunio del compagno. Grande impatto. Ruba subito un pallone a Puscas, traspare la voglia di incidere. Lo farà probabilmente da titolare col Lecce).
DI TACCHIO 6,5. Pronti-via, Trajkovski lo beffa e “rischia” di portare in vantaggio i rosanero. Col passare dei minuti carbura. Dopo la fase centrale del primo tempo in cui, come tutti, accusa il colpo, riprende a giocare. Non mancano le incertezze ma è suo il lucidissimo servizio assistenza per l’1-2 di Casasola.. Ammonito e diffidato, non giocherà contro il Lecce.
VITALE 6. Capitano di serata, non è la prima volta. Si fa saltare più volte da Rispoli, una in cui il cavese arriva fino in porta dopo una cavalcata di 70 metri. Insiste con le verticalizzazioni per Jallow, quasi mai a buon fine. Poi, sul finale del primo tempo prende più coraggio e, con lodevole caparbietà, mette un tangibile zampino nell’azione del pareggio granata. Non si abbassa la sua punizione a metà ripresa, conduce un secondo tempo al di sopra della sufficienza.
D. ANDERSON 5. Aveva speso qualche minuto da inedito rifinitore già a Cosenza, Gregucci lo inventa mezza punta per una gara da attesa e ripartenza. Sua la prima (e timida) conclusione ospite nello specchio, poi è tutto fumo. Non sembra a suo agio in quel ruolo, vanifica un contropiede succulento nella ripresa allungandosi il pallone e non conclude con la dovuta convinzione (dal 34′ st CASASOLA 8. Col suo ingresso si passa al 4-4-1-1 per il quarto d’ora finale e subito ha sul piede una pericolosa ripartenza: cuore e grinta, grande attaccamento alla maglia. Prima segna il gol del vantaggio con tanto di esultanza sfrenata, poi va a sradicare palloni random).
A. ANDERSON 7,5. Il diamante nella notte del Barbera. Talento e personalità, forse troppa in alcuni frangenti. Tenta la giocata di fino anche in posizioni pericolose che non sempre gli riesce. E prende una quantità industriale di botte dai non teneri difensori avversari. Suo lo sfortunato tocco in barriera che regala ad Haas l’assist vincente per il vantaggio siciliano. Poi, la sorte gli restituisce tutto con gli interessi, grazie all’altrettanto involontario tocco di Rispoli che gli dona un cioccolatino solo da scagliare in porta per l’1-1.
JALLOW 6. Ritorno al passato. A Cesena faceva l’unica punta con il rifinitore alle spalle. Stavolta i trequartisti sono due, il gambiano resta però troppo isolato e becca pochi palloni giocabili nei primi 45′. L’unico importante, gli viene murato in scivolata in area piccola dai difensori avversari. Indiscutibile l’impegno e la maggiore predisposizione al sacrificio rispetto a precedenti apparizioni. Migliora vistosamente nel secondo tempo, quando sfiora pure il gol del possibile vantaggio (dal 39′ st DJURIC sv. Entra con lo spirito giusto, fa a sportellate e difende sulle palle inattive).
ALL: GREGUCCI 7. “Non è detto che a Palermo schiererò lo stesso modulo dell’amichevole col Rieti”, diceva sei giorni fa. Bluffava, schiera il 3-4-2-1 che in fase di non possesso diventa 5-4-1. Legge la partita in modo ottimale. La difesa a tre sembra al momento obbligata, visto l’elevato numero di centrali ancora in rosa, così come il centrocampo a quattro per la penuria di interni (Castiglia squalificato, Palumbo con le valigie in mano, Odjer e Di Gennaro infortunato). Coraggiosa la scelta di un Perticone più esperto ma anche più arrugginito rispetto al più fresco Mantovani, squadra subito cattiva in avvio. Non convince Djavan ma l’altro Anderson, Andrè, è un talento su cui puntare: Gregucci lo sa e il brasiliano lo premia. Così come Casasola, che entra e segna per la gioia della truppa granata. Sembra rivitalizzato e con più voglia di lottare anche Djuric. Un inizio 2019 che fa ben sperare soprattutto dal punto di vista della capacità di sacrificarsi, più che del risultato pur importantissimo.
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