SEPE 6. Becca gol sul suo palo, anche se quello di Dybala è un colpo da biliardo. Chiude la porta in faccia a Vlahovic che pregustava il raddoppio al 22′ e poco dopo vola ancora sull’argentino. Incolpevole sull’incornata dell’ex viola, a cui dice no con i piedi a 20′ dalla fine.
MAZZOCCHI 5. Troppo timido stavolta. Mezzo cross interessante, poi non valica la linea mediana. Vlahovic gli salta addosso sul secondo gol. Tornava in campo dopo una partita di sofferenza su quella fascia, in sua assenza.
FAZIO 5,5. In leggero ritardo sul primo gol juventino. Gran recupero in scivolata su Vlahovic lanciato a rete al 17′. Gioca di posizione ed è Gyomber a rintuzzare alle sue spalle. Discreto secondo tempo.
GYOMBER 6,5. Si attacca a Vlahovic e si fa beffare da… Dybala sul gol. Un peccato, perché resta settato per non far muovere il 7 bianconero: lo segue fino a rubargli palla in zona adatta a mettere un cross interessante per Djuric, ma non è specialità della casa. Molto meglio nelle chiusure: finisce con i crampi dopo una partita generosissima.
RUGGERI 6. La sua emozione si percepisce fin sopra la tribuna stampa. Si scongela sul finire del primo tempo con qualche intervento interessante. Mantiene il livello fino al momento della sostituzione: alza il baricentro, cerca (e trova spesso) l’anticipo su Cuadrado. (dal 69′ RIBERY 5,5. Entra e una buona fetta di Allianz Stadium lo applaude. Lo stile di chi, in ogni caso, riconosce la storia del grande campione. “Ma conta il presente”, direbbe Iervolino. Si impegna ma non illumina come vorrebbe e… potrebbe).
ZORTEA 5. Per sfruttare le (minime) opportunità contro la Juventus occorre rapidità di pensiero e di azione. Nel primo tempo si addormenta in un paio di situazioni potenzialmente favorevoli e fa fare bella figura a Pellegrini. Dopo la mezzora cerca di sveltirsi, ma non fa abbastanza. È messo più volte al limite dell’area in condizione di far male alla Juve, ma si perde in indecisioni varie. Nel finale cerca di far un tunnel a Cuadrado in uscita, in zona rischiosissima, perdendo palla: roba da PlayStation.
RADOVANOVIC 5. Non deve dare ritmo ma ordine. Ne dà troppo, torna spesso indietro anche perché le soluzioni in ripartenza sono poche. Troppo compassato. (dal 77′ M. COULIBALY sv. Un quarto d’ora per ritrovare il campo dopo un lungo stop).
L. COULIBALY 5,5. Cerca sempre di fare interdizione alla sua maniera, ma gli avversari sono di un altro pianeta e la resa è quella che è. Il primo giallo della partita è suo ed è di frustrazione su Dybala. Va a rinchiudersi da solo in vicoli ciechi quando potrebbe sbrogliare alla men peggio. (dal 46′ EDERSON 6. Dovrebbe conferire una brillantezza diversa alla mediana e lo fa al pronti-via della sua partita. In mezzo, però, ci mette pure qualche imprecisione tecnica).
PEROTTI 4,5. Ha 33 anni, al momento della scomparsa indossava una maglia a strisce verticali biancocelesti in uscita dal tunnel dell’Allianz. Segni particolari: un tatuaggio sul collo. La Salernitana chiama “Chi l’ha visto?” e dispiace, perché il buon secondo tempo contro il Sassuolo gli aveva fatto giustamente meritare la maglia da titolare che gli mancava dal 29 novembre 2020, quando giocava nel Fenerbahce. (dal 60′ VERDI 6. Allarga subito la mira dalla “sua” zolla, le prove per impegnare seriamente il portiere juventino sei minuti più tardi con una giocata di alto livello. Solo un lampo, ma importante).
BONAZZOLI 6,5. Il più pericoloso dei suoi, di gran lunga. primo tiro in porta dei granata è suo a 6′ dall’intervallo. Cerca comunque di tenere impegnato Chiellini e a tratti ci riesce, ma i centrocampisti supportano poco. Qualche sponda poco pulita non intacca la prestazione. Il rammarico del primo tempo è al 36′, quando non fa il… Bonazzoli: soffia palla a Chiellini a 50 metri dalla porta, ma non si accorge che Szczesny è fuori dai pali; facile parlare dalla tribuna stampa, ma un tentativo alla sua maniera (vedi rabona contro il Milan) non sarebbe stato malvagio. Torna spesso indietro a prendere palla come una sorta di regista avanzato, poi se ne innamora. Coordinazione straordinaria al 73′, come l’intervento di Szczesny. (dal 77′ MIKAEL sv. Grandissimo impegno. Propizia il giallo a Rabiot).
DJURIC 6. Di testa le prende sempre tutte lui, ma solo sui rilanci dalla retrovie. Dalle fasce zero rifornimenti e a sostegno non arriva grossa trippa. Prende botte, ne dà. Sponda perfetta per la girata al volo di Bonazzoli nella ripresa. Per quello che è chiamato a fare, è impossibile non dargli la sufficienza.
ALL: NICOLA 5,5. Cambia quattro uomini in formazione, quasi per intero le due catene laterali dove il solo Ruggeri è il superstite rispetto alla gara col Sassuolo. La Juventus non gli lascia neppure il tempo per “rischiare qualcosa”, come da ordini di scuderia, e passa dopo meno di cinque minuti. La Salernitana scende in campo nei primi 45′ con la paura addosso, non cattiva come una squadra che deve salvarsi, non vogliosa di ripartire anche quando ne avrebbe la possibilità, indecisa al limite dell’imbarazzo quando in posizione adatta – in potenza – a creare pericoli agli avversari. La ripresa si dipana in maniera totalmente diversa, incoraggiante per lo spirito: è la Salernitana a fare la partita, pur senza mai sfiorare realmente il gol fino al 66′ con Verdi. Ci prova anche Bonazzoli e la Juve resta, per scelta, sorniona ad attendere per gestire e ripartire. I granata avrebbero meritato almeno il gol della bandiera. Vien da chiedersi perché abbiano iniziato a giocare solo dopo l’intervallo.
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