MICAI 5,5. Nessun pericolo rilevante nella prima frazione, incolpevole sul gol di Capradossi, poteva fare di più sulla girata acrobatica da distanza ravvicinatissima di Mora che è valso l’1-1 ligure.
PUCINO 6. Ancora una volta con la fascia da capitano. Al pronti-via sbanda e si fa bruciare da Augello, poi si rimette in carreggiata. Nella ripresa si immola su Galabinov: il bulgaro calcia ma la scivolata del terzino granata è eroica e vale una respinta d’oro.
MANTOVANI 6,5. Si piazza sul centro-destra della retroguardia a quattro. Contiene bene Galabinov quando si aggira dalle sue parti. Preciso nelle chiusure, un solo errore nel primo tempo con un’uscita palla al piede dopo un buon anticipo che ha rischiato di generare una ripartenza pericolosa.
MIGLIORINI 5. Guida la difesa e l’esordiente Memolla nei movimenti con continui “consigli”. Ha, tuttavia, il grosso demerito – per uno della sua statura – di perdersi Galabinov nell’azione del pari bianconero. Negli ultimi venti minuti va in affanno.
MEMOLLA 5,5. Non giocava una partita vera dall’aprile 2018 nella massima divisione croata. In mezzo, un paio di presenze con la seconda squadra dell’Hajduk Spalato. Fisiologicamente un po’ spaesato nei minuti iniziali su Da Cruz, cliente ostico. Sbaglia più di un appoggio elementare ma col trascorrere dei minuti acquisisce un minimo di sicurezza. Tanta buona volontà. Ingenuo nella ripresa su alcuni falli commessi, tra cui quello che genera il pari di Mora. Dall’ora di gioco in poi soffre la stanchezza e Pierini lo mette in seria difficoltà. Assente ingiustificato sul gol di Capradossi.
CASASOLA 6. Gioca molto alto largo a destra in una sorta di 4-2-3-1, col passare dei minuti però si abbassa sulla linea dei centrocampisti e pensa più a guardare la castagna.
DI TACCHIO 6. Torna la diga ammirata fino a qualche settimana fa. Bene in interdizione, ancor meglio nella costruzione. Mette pezze sempre con lucidità… fin quando può.
AKPA AKPRO 6. Subito pimpante nel pressing alto ordinato da Gregucci, nei primi 45′ è motorino importante in mezzo al campo. Ma quando si tratta di fare il passaggio decisivo nella metà campo spezzina, quasi si emoziona. Aggressivo… fin troppo: rimedia un ingenuo giallo, era diffidato e salterà il Cittadella il 13 aprile. Comunque generoso, prova a mascherare una stanchezza che si esplicita nei suoi ultimi 10′.
JALLOW 5. Torna dopo la squalifica, sembra voler spaccare il mondo. Suo il primo tiro granata nello specchio (ma l’arbitro ferma tutto per offside), poi inizia a perdersi nei soliti e infruttuosi preziosismi personali. Poco puntuale nei rientri difensivi, un giallo ingenuo. Nettamente insufficiente (dal 14′ st D. ANDERSON 5. Testa bassa e corsa… senza grosso criterio. Non rispetta le consegne del tecnico che gli chiede di tenere Vignali basso. Va detto che quando entra l’olandese, lo Spezia inizia ad attaccare con insistenza e ne risente anche lui)
ROSINA 7. Il migliore dei suoi per distacco. Tenuto tanto, troppo tempo fuori, si riprende la maglia da titolare che gli mancava addirittura dal 30 dicembre. Illumina la fase offensiva e dà una mano concreta anche in difesa. L’ex compagno Ricci è spesso costretto a usare le maniere forti ai suoi danni. Con lui in campo, si ha la sensazione che prima o poi i granata possano sempre creare qualcosa di pericoloso. Dal suo piede, l’assist del vantaggio di Djuric e non solo. Perché tanta naftalina prima d’ora? (dal 43′ st ODJER sv)
DJURIC 6,5. Rinfrancato dal suo primo gol stagionale di sabato, l’essersi sbloccato gli ha fatto bene. Fa a sportellate con Terzi e Capradossi e si rivela difficile da marcare. Tanto lavoro sporco e poi… ancora in rete! Sul finire del primo tempo è bravissimo nella zuccata del vantaggio. Tiene in gioco Mora sul pareggio spezzino. Esce stremato a 15′ dal termine (dal 33′ st VULETICH 5. Un modo per provare a dare più vivacità in avanti in un momento di sofferenza della squadra, tentativo fallito).
ALL: GREGUCCI 5,5. Stavolta la sua Salernitana è sfortunata, al termine di una prestazione… da trasferta e complessivamente sufficiente. Finalmente la qualità di Rosina dal 1′, colpevolmente rispolverato solo dal secondo tempo di Salernitana-Venezia. Nel momento attuale della Salernitana- per la verità anche prima – serviva come il pane il 10 ex Zenit. Stavolta dà alla squadra input non attendisti, visti i nomi dell’undici titolare scelto per l’occasione. Un modo per allontanare paure: 4-2-3-1 in fase di attacco per i suoi, che rispondono sul campo con una prestazione attenta e di sostanza nei primi 45′. Eccezion fatta per il solito, fumoso Jallow. Giusto il cambio a inizio ripresa, ma l’olandese non fa quel che servirebbe. Nella ripresa la Salernitana subisce troppo, forse il passaggio alla retroguardia a tre, o meglio, a cinque, avrebbe potuto aiutare. Nel finale, la maggior voglia e una condizione fisica migliore dello Spezia decidono la gara in favore dei liguri: i granata hanno accusato il forcing spezzino, Capradossi tutto solo mette in gol su assenza di Memolla.
Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.