MICAI 6. Ventura chiede di non buttare mai via il pallone, in alcuni frangenti il portiere continua a palesare qualche imbarazzo di troppo nelle giocate coi piedi. Con le mani, tuttavia, risponde presente al pronti-via, respingendo la pericolosa punizione di Carretta. Al 26′ prodigiosi riflessi su Pierini che gli sbuca dal nulla a pochi metri dalla porta. Nella ripresa, per due volte, è salvato dalla traversa. Mezzo voto in meno per le sceneggiate del finale di gara nel perdere tempo: si può farlo anche in maniera diversa, senza rischiare cartellini.
KARO 6. Prova a non strafare col pallone fra i piedi. In ritardo su Pierini nell’occasione più ghiotta per i cosentini nella prima frazione, riprende quota però quasi subito, mettendo ordine negli interventi. Alla mezzora del secondo tempo troppo leggero (ma non voleva rischiare il penalty) su Pierini nell’azione che porta i lupi a colpire due traverse in pochi secondi.
MIGLIORINI 6. Governa bene la difesa, ma non è esente da balbettii nei primi 45′. Pochi, per la verità. Sempre attento nel secondo tempo, se la cava con mestiere e soprattutto fortuna quando Jaroszynski lo mette in difficoltà con un passaggio orizzontale harakiri al limite dell’area.
JAROSZYNSKI 6. Al 4′ mette in difficoltà il compagno Firenze con un disimpegno di tacco rischiosissimo a ridosso dello spicchio della propria area. Poco dopo, un’apertura sbilenca per Karo. Superata la fase di assestamento, Carretta non passa mai. Cresce nella ripresa, ci mette solidità, ma piomba in pericolosissime amnesie saltuarie su cui lavorare.
CICERELLI 7. Basta l’ingresso di Bittante per svegliarlo. Appena riesce a venir fuori palla al piede, smista un assist delizioso in verticale per il gol di Firenze. Molto attento in avvio a non lasciare le posizioni in chiusura di diagonale. Propizia il primo giallo cosentino (a Legittimo, nda), fraseggiando bene, ma guadagna anche la prima ammonizione granata con una scellerata gestione di una seconda palla in zona offensiva. Legittimo non gli fa oltrepassare la linea mediana nei primi 45′; entra Bittante nella ripresa e lui gli sfila subito via per l’azione vincente. (dal 41′ st KALOMBO sv. “Resta e si ritaglierà il suo spazio”, parola di Ventura. Intanto, trova l’esordio in Serie B. Sa compattarsi con gli altri nel sofferto finale).
AKPA AKPRO 7. Lotta con dinamismo, pressa, ruba una mole incredibile di palloni, li smista anche con discreta eleganza… a volte eccessiva. Sicuramente il migliore dei suoi fino all’infortunio. (dal 24′ st MAISTRO 6. La staffetta a centrocampo era prevista con Firenze, ma gli acciacchi dell’ivoriano cambiano i piani. Entra in un momento di sofferenza per la sua squadra, si cala nella parte).
DI TACCHIO 7. Prezioso frangiflutti davanti alla difesa fin dall’inizio, contro la squadra che aveva fatto un sondaggio per portarlo al San Vito nei giorni scorsi. Picchia, più che costruire. Nella serata del San Vito serve soprattutto quello: concretezza, personalità e un tempismo fuori dal comune nelle chiusure sugli avversari lanciati all’attacco.
FIRENZE 7. Gol pesantissimo e preziosissimo. Sale in cattedra a inizio ripresa, trafiggendo Perina in uscita con l’inserimento vincente. Vince il ballottaggio con Maistro ma, rete a parte, fa ben poco. Nel confronto con il compagno Akpa, per tutto il primo tempo è parso piccolissimo, non trovando mai il pertugio offensivo e gestendo male molti disimpegni arretrati. Rimedia un giallo sacrosanto e sulla seguente punizione, Bruccini sfiora il gol. Qualche errore di valutazione anche nella ripresa. Sul finire di partita, però, ci mette sacrificio e sagacia tattica.
KIYINE 5,5. Non punge. Corsi lo francobolla e nei primi 45′ non ha spazio per incidere. Un po’ si innervosisce, Ventura prova a tranquillizzarlo. Disattenzione difensiva a metà primo tempo, quando non copre su Carretta sugli sviluppi di una rimessa laterale. Poco più tardi, alla mezzora, è costretto all’abbraccio nei confronti di Baez quasi sul fondo, mostrando tutti i suoi limiti in fase di copertura. Altra ingenuità sul finire del primo tempo, con un passaggio suicida verso l’interno che costringe Firenze a un fallo in zona pericolosa. L’azione delle due traverse Cosentine è “avviata” da una sua ritrosia a gettare via il pallone, quando braccato a pochi metri dalla propria linea di porta.
JALLOW 5. Cincischia pericolosamente al limite dell’area dopo 5′ e obbliga Di Tacchio a un pericolosissimo fallo sulla linea da cui nasce un’insidiosa punizione di Carretta. Invoca un rigore al 10′, dopo un interessante scatto sul filo del fuorigioco, poi sembra il primissimo Jallow visto a Salerno, fumoso, un po’ egoista e finanche ingenuo nell’ammonizione che rimedia a sei minuti dall’intervallo. A inizio ripresa si divora un’occasione colossale, a tu per tu con Perina.
DJURIC 6. “Sarà un esame importante per lui”, aveva detto Ventura sul suo conto. In linea di massima, avrebbe poche cartucce da sparare, con la sua stazza e le sue caratteristiche, nel credo calcistico del mister. Tuttavia, il bosniaco ripaga la fiducia con una prestazione generosa, mostrando grande volontà. Sua pure la prima conclusione nello specchio della porta avversaria, che arriva al 45′ di testa. Prova a far salire la squadra dopo il vantaggio, ci riesce guadagnando falli per preziosi respiri.
ALL: VENTURA 7,5. Risultato e gioco sono dalla sua parte. Gli evidenti margini di miglioramento, pure. È riuscito a rialzare il morale dei superstiti dell’anno scorso, compattando il gruppo. “Se uno è in fiducia, rischia la giocata e magari gli riesce, ma se non lo è non potrà mai giocar bene”, aveva detto la scorsa settimana. Così è. Il tecnico conferma dieci undicesimi della formazione vincente all’esordio e le prerogative del suo calcio. La Salernitana è guardinga quanto basta, ma gioca sempre il pallone, nonostante un terreno di gioco in condizioni un po’ disastrate, con più dislivelli che fanno saltellare (male) la sfera. Non si nasconde, prova a costruire e a ripartire a seconda dei momenti, rischiando anche qualcosina in alcuni frangenti. Però non punge e sporca (più o meno) seriamente i guantoni di Perina soltanto a fine primo tempo. Braglia annulla i quinti granata e la ricerca del palleggio da parte della squadra dell’ex CT si rivela un’arma a doppio taglio sul finire della prima frazione, quando numerosi errori portano il Cosenza a rendersi pericoloso. Nel secondo tempo, la musica cambia. Salvato anche da un po’ di fortuna, va detto. Nel complesso, i granata non disdegnano le giocate in verticale, quando possono, regalando – in ogni caso – un calcio decisamente migliore rispetto a quanto visto dagli appassionati del cavalluccio negli ultimi anni. Altra curiosità: solo due sostituzioni, nonostante la necessità di soffrire con tanta gamba nel finale.
Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.