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#NonTiScordarDiMe. Teco, pupillo di Zeman: “Al boemo piaceva la musica brasiliana”

Diciotto partite tra campionato e Coppa Italia in un’annata disastrosa dal punto di vista sportivo. Può essere riassunta così la breve parentesi granata di  Carlos Alberto De Souza Melo, meglio noto come Teco, a Salerno nella stagione 2002/2003, terminata con l’ippocampo all’ultimo posto in Serie B e “salvata” solo dal caso Catania che permise alla squadra di Aliberti di restare in cadetteria.

Teco fu una della tante scommesse di quegli anni, quando si dragava il mercato estero a caccia di talenti. Fece il suo esordio in granata il 18 agosto del 2002, in una gara di Coppa Italia con la Ternana finita col risultato di 2-2 prendendo il posto di Camorani nei minuti finali. Arrivò dal Marcìlio Dias, squadra brasiliana di cui oggi ricopre il ruolo di direttore tecnico e anche se sono passati più di quindici anni i ricordi della sua esperienza in granata sono limpidissimi: “Salerno è stata una tappa fantastica della mia carriera e vita. Sono cresciuto molto sia dal punto di vita umano che professionale” ha ricordato Teco ai nostri microfoni dal Brasile dove vive con la moglie.

In quella stagione, sulla panchina granata, si alternarono Zeman e Varrella ma Teco è rimasto molto legato al boemo: “Avevo un ottimo rapporto col mister. All’inizio non fu facile perché Zeman è molto esigente dal punto di vista atletico ma aveva uno staff eccellente. Ricordo che ci divertivamo con la musica brasiliana, è stato senza dubbio uno degli allenatori migliori incontrati nella mia carriera”.

Fu proprio Zeman a volere Teco in granata: “Facemmo una partita con il Marcìlio Dias e Zeman venne a vedermi. Fu lui a volermi a Salerno dove trovai un gruppo fantastico anche se all’inizio feci un po’ fatica a giocare ma col passare delle settimane trovai più spazio”.  Meno rapporti invece con l’allora patron Aliberti: “Abbiamo parlato pochissime volte ma si vedeva che aveva a cuore le sorti della Salernitana”.

Un ottimo rapporto con il tecnico ma soprattutto con la città: “Salerno è davvero una città stupenda, mi sono sentito sempre, tutte le persone che conoscevo mi trattavano benissimo. Ho imparato un po’ la lingua e questo mi aiutò a legare con i salernitani. Spero di poter tornare un giorno per fare una bella passeggiata sul corso”.

Ancora oggi Teco ricorda con piacere alcuni compagni di quell’esperienza e con qualcuno è ancora in contatto: “Andavo molto d’accordo con capitan Fusco e con Sardo. Col passare del tempo ci siamo persi di vista ma ancora oggi sento Babu e Bondi, spero di poter tornare a Salerno un giorno per vederci tutti insieme”.

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