Fu uno dei membri della colonia di ex Ternana che sbarcò a Salerno nell’estate del 2007. Il centrocampista Rocco Giannone ha riaperto l’album dei ricordi del campionato vinto a Salerno, probabilmente non da protagonista come era annunciato dopo il suo ingaggio dalla Ternana: in granata collezionò solo 11 presenze in C1 nel 2007/08, più altre sette tra B e Coppa Italia l’anno successivo, senza lasciare il segno. Con le fere invece aveva fatto vedere ottime cose nel biennio precedente in cadetteria.
“Ero reduce da tre stagioni alla Ternana, anche se nell’ultima ero stato messo fuori rosa assieme ad altri elementi come ad esempio Jimenez. Ricordo che era estate e stavo dando una mano ai miei nello stabilimento balneare di famiglia a Lavinio quando mi arrivò la telefonata del direttore Fabiani. Mi disse che solo lui mi avrebbe potuto tirare fuori da quella situazione (ride, ndr)”, ha detto Giannone ai nostri microfoni nel raccontare il suo matrimonio con la Salernitana: “Il direttore mi spiegò le ambizioni societarie, e fu praticamente impossibile dirgli di no. Capii dove mi stavo trovando la sera della presentazione della squadra in Piazza della Concordia. C’erano diecimila persone e fu tutto bellissimo. A Salerno ci ho lasciato il cuore”.
Una squadra, quella granata, partita con i favori della vigilia in un girone di fuoco con squadre importanti come Ancona, Taranto e Gallipoli: “Ci aspettava un campionato difficile, ma a ripensarci solo noi potevamo perderlo. La rosa era di livello, e sapere che a Salerno avrei ritrovato compagni di squadra che avevo avuto a Terni come Di Deo, Russo, Ciarcià e Troise fu ancora più bello”. Uno spogliatoio di quelli “pesanti” in quell’annata: “Eravamo una famiglia. Ricordo ancora le risate con Tore Pinna negli spogliatoi oppure gli show di Arturo Di Napoli. Era la prima donna, il giullare di corte al quale era impossibile non voler bene. Bellissimo quando alle cene di squadra lui incitava tutti a cimentarsi nei balli di gruppo (ride, ndr). Impossibile dimenticare i miei vicini di casa, visto che erano Ambrogioni e Pinna. Abitavamo in alcune villette vista mare, dopo il campo sportivo Volpe. Mia moglie, che già all’epoca mi seguiva in giro per l’Italia, rimase colpita dalla bellezza della città”. Nonostante la vittoria del campionato, non mancò qualche passaggio a vuoto durante la regular season: “Effettivamente quando pareggi tra le mura amiche o comunque vivi qualche settimana no, Salerno si fa sentire. Ricordo che una volta il direttore Fabiani andò sotto la curva per parlare con i tifosi. Ci mise la faccia, il che era importantissimo per noi a livello di squadra”.
Dopo i primi sei mesi della stagione 2008/2009, però, ecco il passaggio alla “sorella minore” Cassino in C2, anche in virtù della presenza della famiglia Murolo nel club biancazzurro: “Mi dispiacque tanto anche perchè volevo rimanere in granata. La società mi disse che per il mio futuro sarebbe stato meglio scendere di categoria e giocare. A Cassino passai comunque due buone stagioni dove sfiorammo la promozione in C1. La famiglia Murolo mi volle fortemente e mi mise al centro del progetto tecnico. Ricordo che la stagione successiva tornai a Salerno per vedere una partita di campionato e mentre ritiravo l’accredito al botteghino tanti tifosi mi riconobbero e mi chiesero una foto. Fu un’emozione fortissima”. Dopo Cassino, per il regista tanta Serie D, tra cui l’avventura con il Sora nella stessa stagione del Salerno Calcio. “Perdemmo uno a zero all’Arechi, ma fu bello tornare a giocare in quello stadio. Sono convinto che anche la Serie B stia stretta ad una città come Salerno”.
Il presente di Rocco Giannone invece, oltre che l’attività imprenditoriale a livello balneare che continua a gestire con la sua famiglia, si chiama Vis Sezze, compagine dell’Eccellenza laziale: “Mi sono trovato benissimo, tanto che il presidente mi ha già chiamato in vista della prossima stagione. Penso che la stagione 2020/2021 possa essere l’ultima per me da calciatore. Mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio, anche se penso che mi prenderò almeno un anno sabbatico. Mio figlio gioca nelle giovanili della Lazio, e voglio seguirlo accompagnandolo a tutti gli allenamenti. Fino ad ora lo ha fatto mia moglie, è giunto il mio momento (ride, ndr)”.
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