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#NonTiScordarDiMe. Emilio Belmonte: “Che confusione il ritiro del ’98. Ma segnai a Ventura…”

Colpo a sorpresa, ma programmato: i gol di Emilio Belmonte per il primo storico campionato della Salernitana in Serie A dell’era moderna. Mentre il cavalluccio stravinceva il campionato di B, in Primavera si pensava già a costruire la squadra dell’anno successivo. Intrigava una giovane punta della Nocerina che stava segnando tantissimo in Serie C, l’accordo arrivò prestissimo. Belmonte divenne un giocatore della Salernitana, Delio gli chiese i gol salvezza e quando ha potuto lo ha sempre mandato in campo. Quando ha potuto, appunto, perché quell’anno fu sfortunatissimo per Belmonte: problemi fisici all’inizio, infortunio grave alla fine. Totale, solo 8 partite e 1 gol: “Nella stagione precedente alla Nocerina avevo fatto 14 gol sfiorando la vittoria del campionato, perdemmo in finale contro la Ternana di Delneri – il racconto di Belmonte ai nostri microfoni – La Salernitana mi ha contattato già ad aprile e a fine campionato trovammo l’accordo. Ho ritenuto opportuno accettare, perché Salerno è una piazza importante per fare calcio e poi perché naturalmente non si può dire no alla Serie A”.

Fu una stagione amara, dal punto di vista sportivo e a tratti anche personale: “Ricordo che eravamo una squadra di altissimo livello, anche se in ritiro c’erano 10 o 11 attaccanti: furono fatti tantissimi acquisti, eravamo in troppi. Forse bisognava prendere altre decisioni per non creare tanta confusione e dare al mister un elenco preciso. L’affollamento creava un po’ di malumore, anche se non ci sono mai state situazioni controverse all’interno dello spogliatoio. Il primo periodo non sono stato al top per qualche problemino fisico di pubalgia, non ero al meglio e sono andato in tribuna per le prime partite. Poi ho fatto l’esordio a Parma e da lì ho giocato una decina di partite tutte da titolare: tra l’altro la squadra si stava riprendendo. Avevamo trovato continuità di risultato, ma poi sono stato sfortunato perché mi feci male ai legamenti della caviglia in una partita del giovedì: fu Song a farmi un’entrata scomposta, rimasi fuori 3-4 mesi.  Quando ho ripreso non ero nelle migliori condizioni e mi trovai anche con un allenatore diverso. Decisi quindi di andare a Treviso”.

Nonostante la retrocessione, quella era una grande Salernitana che sicuramente avrebbe meritato qualcosa in più: “Sicuramente la salvezza. La squadra era forte, non aveva niente a che invidiare in tutti i reparti. Partendo male però, soprattutto in una piazza come Salerno, se i risultati non sono dalla tua parte è normale che si fa il percorso in salita. Eravamo però un gruppo unito, c’era malumore per i risultati che non arrivavano però eravamo sempre insieme. Si usciva in gruppo, c’erano tanti giovani bravi: Song era il mattatore. Ricordo con emozione quando Delio Rossi mi disse che avrei giocato a Parma”.

L’unico gol fu segnato al Cagliari di un certo Gian Piero Ventura: “Ma non ho potuto neanche festeggiarlo perché perdemmo 3-1. Fui comunque contento perché era il mio primo gol in Serie A. Ventura? Già da lì si vedeva che faceva giocare bene la sua squadra, partendo da dietro e proponendo calcio offensivo. L’impronta sulla squadra si vedeva, già vent’anni fa era un allenatore di livello. La sua carriera poi parla per lui, anche se sono più affezionato a Delio Rossi perché l’ho vissuto in prima persona”.

Dopo la parentesi al Treviso, un altro spezzone per Belmonte con la Salernitana: “Ma negativo. La squadra era reduce dalla retrocessione e non c’erano idee chiare: non era facile ritrovare entusiasmo. Non si costruì la squadra per vincere il campionato e c’era malumore della tifoseria. Ebbi qualche contrasto con Cadregari e decisi di andare alla Pistoiese: giocai pochissimo e feci un solo gol, al Brescia. Del primo campionato non ho nulla da rimproverarmi, ho dato sempre il mio contributo fino all’infortunio. Del secondo invece potevo rendere certamente di più, ho un po’ il rammarico di non aver dato quello che potevo”.

Oggi Belmonte è un allenatore e attende una chiamata per ritornare in panchina: “Dopo che ho smesso ho preso i vari patentini da allenatore, ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile della Reggina fino alla Primavera. Poi sono stato un anno un anno in Serie A con Orlandi da secondo alla Reggina. Oggi vivo in Liguria e sono in attesa: sto aspettando, vado a vedere le partite anche all’estero e mi tengo informato”.

Per Belmonte si ritornerà a giocare, ma sarebbe più opportuno concludere solo il campionato di Serie A: “Purtroppo è una situazione insolita. Io credo che debba essere salvaguardata la salute come prima cosa. Ovvio che tutto il mondo preme per ripartire con le attività, io ritengo che in Serie A, non a brevissimo, si possa ripartire. Non credo che in Serie B e più in giù si possa creare una situazione di sicurezza in questo senso: non tutte le società potrebbero rispettare il protocollo. Credo per i campionati minori si dovrà trovare un’altra soluzione o aspettare”.

In attesa anche la Salernitana che prima dello stop era settima in classifica: “Ritengo che i granata abbiano tutte le carte in regola per ritagliarsi un posto quantomeno nei playoff se non addirittura cercare di dare fastidio alla seconda. La Salernitana ha tutto, come rosa, come pubblico, soprattutto come staff tecnico e come società. Ultimamente ha trovato un po’ di continuità che non ha avuto nel primo periodo anche se con qualche passo falso di troppo”.

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