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Nicola non demorde: “Compatti, liberi e col coraggio di chi vuol cambiare le cose. Non escludo variazioni”

La Salernitana si prepara ad affrontare la prima delle dodici gare fondamentali per il prosieguo del campionato. La partita di sabato col Sassuolo infatti richiede massima attenzione da parte dei granata e un risultato positivo, per rimanere attaccati al treno salvezza, nonostante l’ottima squadra che ci sarà di fronte.

A confermarlo è l’allenatore della Salernitana, Davide Nicola, intervenuto ai microfoni di Lira Tv: “Quando ti trovi in questa situazione diventa tutto entusiasmo. Le partite che rimangono sono tutte decisive da qui alla fine, sappiamo che bisogna fare un determinato numero di punti. Questo, tuttavia, non ci deve spaventare. Qualcuno è più pronto per determinate partite e dunque se ne frega, altri invece meno pronti potrebbero risentire il peso della stessa. Mi piace il percorso fatto fin qui, almeno fino al primo tempo dell’Inter, vogliamo continuare su questa strada. La partita contro il Sassuolo sarà la giusta opportunità”. Il commento del mister sulle gare disputate finora: Col Milan non meritavamo la vittoria, è stata una partita da pareggio. Col Bologna invece meritavamo i tre punti, considerando che abbiamo creato molto più di loro. A Milano invece, non siamo andati con la consapevolezza dell’ultima in classifica che va ad affrontare la prima; abbiamo giocato al massimo di quel che potevamo, visto che qualche errore lo commettiamo ancora. Abbiamo bisogno del nostro pubblico, ma non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo e la dimostrazione di Milano è gratificante. Ogni settimana c’è qualcosa di nuovo: impariamo a credere di più in noi stessi. Sono straconvinto che questa squadra, attraverso il gioco e l’aggressività può raggiungere svariati obiettivi”.

L’allenatore ha ammesso di avere un’idea tattica ben precisa: “Ho avuto le idee chiare sin da subito, la squadra costruita è molto competitiva. Nonostante ciò, la maggior parte della rosa non è omogenea e questo mi crea qualche difficoltà. Stiamo cercando di mettere in forma i giocatori inattivi da parecchio ma, nel frattempo, la loro qualità tecnica e morale ci sta ugualmente aiutando. Quando anche loro raggiungeranno un livello omogeneo, sono sicuro che si potranno fare belle cose; dal canto nostro cercheremo di riportarli al top della condizione. Le caratteristiche di ognuno di loro sono chiare: abbiamo esterni importanti come Ribéry, che tra l’altro è in dubbio per sabato. Speriamo di recuperarlo, per adesso l’importante è che da domani ricominci ad allenarsi. Verdi è esterno, così come Zortea, soltanto che ha più gamba e capacità di attaccare gli spazi. Lo stesso Kastanos per me può fare sia la mezzala che l’esterno, viste le sue caratteristiche. Abbiamo inoltre quattro punte: Djuric è uomo d’area che deve essere accompagnato da una squadra con baricentro alto, in modo da servirlo spesso. Bonazzoli e Mousset sono seconde unte a tutti gli effetti. Mikael ha grandi colpi, ma è più indietro rispetto a gli  altri. La nostra linea difensiva è più abituata a giocare a quattro. Non possiamo sperimentare troppo per via del poco tempo. Non escludo che potremo avere variazioni, ma ho in testa una squadra e devo farla rendere in base alla proposizione del gioco e dell’aggressività”.

Riguardo la chiamata di Iervolino e l’accoglienza dei tifosi: “L’aspetto più gratificante è la chiamata del presidente, che di conseguenza mi ha permesso di poter lavorare con Sabatini. La scelta è stata sia per loro che per passionalità riscontrata. Ad oggi mi interessa portare avanti un lavoro con la squadra, voglio che i miei ragazzi siano liberi di testa. Non devono sentire un peso, anche perché è un qualcosa che non è appartenuto esclusivamente a loro. L’importante è definire un’identità, oltre che idee e passionalità. Possiamo sbagliare, ma dobbiamo riprovare a farlo. La squadra deve fare uno step mentale, per cui solo il lavoro può dare la  convinzione di potercela fare. Voglio che la gente si accorga che è stata intrapresa una strada diversa, per ottenere risultati diversi. Mi sono accorto di quanto sia bella questa città. È difficile non rimanere ammaliati, perché non colpisce solo la qualità della città, anche se l’ho visitata poco per mancanza di tempo. Mi è piaciuta la passionalità e la voglia dei tifosi che vogliono essere rappresentati da noi. Hanno dignità a tutti gli effetti e non si può non rimanere affascinati. Vogliamo regalare soddisfazioni a noi stessi e alla gente che ci viene a vedere. Senza di loro non avremmo ragione di esistere. Mi ha convitto la passione del presidente, del direttore e dei giocatori che, come me, hanno scommesso su questa realtà. Ogni giorno mi appassionavo sempre di più a questo mondo. La gente sa che tutto è difficile, ma voglio che loro abbiano la certezza che faremo di tutto. I ragazzi lo stanno facendo; se così non fosse non sarei sorridente, ma sarei una bestia. I ragazzi hanno valori e potenzialità da tirare fuori. Bisogna lavorare con gioia ed entusiasmo. Non so dirvi quando, dove e come, ma con la nostra gente sono sicuro che potremo dire la nostra. Dobbiamo raggiungere un’identità che ci permette di affrontare qualsiasi avversario. Prepariamoci ad accettare anche i fallimenti, solo così potremo migliorare noi stessi”.

Cosa serve a questa Salernitana per lottare fino all’ultimo? “Voglio vedere un grande atteggiamento. Con Milan e Bologna, ma anche in parte con l’Inter, già si è visto che questi ragazzi e la società stanno facendo di tutto per sfruttare al meglio le nostre possibilità – risponde Nicola – So già come affrontare il Sassuolo, ne ho già parlato con i ragazzi; prima ancora, abbiamo analizzato la partita con l’Inter. Sono convinto che questa squadra abbia i giusti mezzi e la giusta qualità. Crescendo ulteriormente potremo giocarcela contro chiunque, vedremo se questo accadrà oppure no. Il Sassuolo è qualitativo e va affrontato senza timori referenziali. Dovremo essere compatti e coesi. Dal primo all’ultimo minuto dobbiamo mettere in campo quel coraggio di chi vuol cambiare le cose. La nostra situazione è semplice: bisogna lavorare e dimostrare di voler le cose a tutti gli effetti. Ripartenza dalla B? Quando vengo in un posto non penso a quello che può succedere un domani. So che è difficile, guardo i punti di distacco, ma secondo me la capacità e la forza di squadra ci faranno sperare fino alla fine. Nella mia vita ho ottenuto perché credevo dal primo all’ultimo giorno; oggi mi occupo soltanto della prossima partita, preparando allenamento dopo allenamento”.

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