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Editoriale

Nervosismo e confusione imperanti, basta il ritiro? Iervolino riflette ma l’ambiente respira brutta aria

La Salernitana è una barca che rischia di andare alla deriva con ampio anticipo rispetto alla chiusura del campionato, se non saranno presi provvedimenti. La prima contestazione all’indirizzo di Danilo Iervolino da parte della tifoseria è segnale che qualcosa si sta rompendo – se non si è già rotto – ed urgono interventi seri. Un bagno di umiltà per tutti e di presa di coscienza di una situazione oggettivamente mortificante. Non tanto l’ultimo posto della classifica in sé, perché nel calcio c’è chi vince ma anche qualcuno che perde, quanto l’atteggiamento mostrato nelle ultime due partite dalla squadra. Più in generale, la paura, l’assenza della voglia di vincere e di uno spirito di squadra che consentirebbe anche a chi è tecnicamente inferiore all’avversario di giocarsela quasi alla pari, come accaduto alla stessa Salernitana nelle precedenti stagioni. Nulla di tutto ciò. Ognuno per conto proprio, dalla società al campo: questa è l’impressione che si ha dagli spalti e che fa indignare la tifoseria.

La rosa, in valori assoluti, non è da ultimo posto e probabilmente può giocarsela per la salvezza, come dice Inzaghi. Il problema è l’aria che si respira: non la cambi schioccando le dita o con un discorso negli spogliatoi. Niente giorni di riposo per il gruppo, questa mattina la preparazione riprenderà al Mary Rosy. Allertate le forze dell’ordine. Non c’è nell’aria al momento un blitz ultras ma è tutto in divenire. Dopo il messaggio di ieri al presidente (clicca qui per leggere) in virtù del rifiuto a presentarsi nel piazzale per confrontarsi con gli ultras, che segue anche la cortese lettera di Iervolino al CCSC con la quale sostanzialmente delegava gli incontri con la tifoseria in rappresentanza della proprietà all’ad Milan, si certifica che il credito concesso al patron da parte della torcida è terminato. Nel calcio cambia tutto velocemente a bisogna sempre stare sul pezzo. La giovanissima esperienza nel calcio dell’imprenditore palmese non aveva mai conosciuto un tale momento di burrasca e con il gradimento in netto calo. Per rialzare i valori, occorrerà fare qualcosa di serio.

Basterà il ritiro – vero – da mercoledì a domenica, prima della partenza per Bergamo? Chissà. Si è  disquisito tanto anche sulle stelle degli hotel (“Non sarà un albergo a 5 stelle perché i calciatori devono capire il senso della fatica, disse Maurizio Milan prima che la squadra andasse in ritiro anticipato pre-Bologna, salvo poi appurare che la destinazione di stelle ne aveva “appena” 4) ma ora sono le stalle che preoccupano. Rischia di finirci – anzi, ci è già finita – la Salernitana dentro e fuori dal campo. C’è confusione, tanta, a tutti i livelli che si fonde (o genera) anche molto nervosismo. Non sono passati inosservati i tanti cartellini gialli di frustrazione sul terreno di gioco, il rosso a Fazio dalla panchina, il quasi rosso di Dia che Sozza ha graziato sul calcione disinteressato rifilato a Saelemaekers. Ha rischiato tanto anche Kastanos per una “giocata” simile. Nervosismo che contagia anche il pubblico (il lancio di oggetti causerà una pesante multa al club), i senatori del gruppo (Candreva ha palesemente mandato a quel paese Inzaghi all’atto della sostituzione, scalciando e lanciando le bottigliette d’acqua che gli capitavano davanti) e molte persone vicine alla società.

Inzaghi afferma di “conoscere una sola medicina, ovvero rimboccarsi le maniche e lavorare”. Perfetto dal punto di vista del rettangolo di gioco, però qui ci vuole altro. Il diesse Morgan De Sanctis è stritolato nella morsa tra la contestazione del pubblico e una fiducia a tempo e a parole ancora neppure confermata da Iervolino. A che gioco si gioca? Resterà l’operatore di mercato o saranno fatti cambi anche lì? Ieri c’è stato un ulteriore confronto tra le parti. Prima e dopo l’ex portiere ha condiviso le sue sensazioni con Migliaccio e Lo Schiavo, i suoi più stretti collaboratori. L’etichetta del “tuttindiscussione” – volutamente scritto attaccato – è appiccicata dappertutto, però prima o poi le discussioni dovranno pur terminare e generare delle decisioni anche nette. Se è fiducia, è fiducia; se è sfiducia, la si palesi. La scorsa settimana Danilo Iervolino avrebbe incontrato proprio a Salerno una vecchia conoscenza granata da calciatore, Pasquale Foggia. L’ex trequartista oggi è direttore sportivo in cerca di nuove avventure dopo la fine della sua storia col Benevento, dove condivise momenti belli e meno belli proprio con Inzaghi. Anche col trainer avrebbe fatto una chiacchierata. Settimana caldissima. Traballa però anche Superpippo, che il presidente comunque sembrerebbe aver deciso di trattenere almeno fino a Bergamo: la scossa non c’è stata ed anzi, è arrivata un’involuzione. Quale differenza c’è tra l’atteggiamento mostrato dalla squadra in Monza-Salernitana e quello visto tra Firenze e ieri? Praticamente nessuno. È ora di darsi una mossa e cambiare probabilmente anche i piani. È più importante la sostenibilità o la salvaguardia della categoria che aiuterebbe, con qualche sacrificio in più oggi e una più oculata pianificazione finanziaria e delle figure operanti nel club, a raggiungerla nel medio periodo domani? Un direttore generale, un nuovo diesse, un nuovo allenatore sono tutte figure che chiederebbero garanzie sul mercato anche per rimodellare la rosa. Per fare mercato occorrerebbe mettere una ventina di milioni solo per sbloccare l’indice di liquidità, poi investirne altri per cartellini e ingaggi, a meno che non si riesca a cedere qualcuno “bene”. È disponibile Iervolino a fare tutto ciò?

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