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Motoc-Perrone, gioie incontenibili. Il moldavo fu scartato dal Bologna e sogna la rivincita

Aveva già esordito tra i professionisti, ma essere titolare contro la Lazio in Serie A non è certo lo stesso che giocare 45′ con la maglia del Carpi in Serie C, soprattutto per un ragazzo classe 2002. Non l’avrebbe mai immaginato Andrei Motoc, ragazzo metà romeno e metà moldavo arrivato a Salerno all’inizio di questa stagione.

L’emozione di marcare Immobile

L’impatto non è stato dei migliori per il granatino, che ha guardato Immobile insaccare la rete dell’1-0 dopo solo 7′, non senza responsabilità. Ci sta, è la comprensibile emozione di marcare un campione d’Europa. Un po’ troppo larga in quell’occasione la “controllatina” data al centravanti. Poi però il difensore ha corretto il tiro e ha mostrato qualità e personalità in un ruolo delicatissimo, limitando le incursioni biancocelesti anche con qualche intervento interessante. Si è opposto a qualche conclusione di Immobile e Luis Alberto, intervenendo spesso bene in copertura e completando con discreta eleganza qualche disimpegno. Nel secondo tempo, un aggancio volante correttamente eseguito (e anche un po’ rischioso) ha strappato gli applausi dei (pochi) presenti in curva. È un giocatore duttile che può avere ampi margini di miglioramento. Finora in Primavera ha collezionato 9 partite e un gol. Non è mancata la condivisione dell’evento su Instagram: “Felice per l’esordio, peccato per il risultato”.

 

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La storia

Arrivato in Italia all’età di tre anni in Emilia Romagna, a San Lazzaro, ha fatto parte del settore giovanile del Bologna per tre anni, dove però non hanno più deciso di puntare su di lui, dopo averlo mandato in prestito all’Imolese. Ha poi vestito le maglie della Granamica e del Sasso Marconi, società dilettantistiche locali, nei campionati Allievi e Juniores, prima di essere chiamato dal Carpi del responsabile del settore giovanile, Gianluca Vecchi: “Andrei è un ragazzo di quelli che vivono per il calcio. Ha doti fisiche superiori alla media, allora giocava da difensore centrale, ruolo che vedo ricopre anche ora a Salerno, ma nei due anni di Carpi ha spesso giocato da mediano o anche da trequartista perché sa fare un po’ tutto. Penso che possa fare strada, ha una famiglia che lo segue con grande attenzione, un carattere tosto, che a volte lo porta anche ad andare fuori dalle righe e prende qualche cartellino rosso, ma ha la testa da giocatore”, le parole dell’ex dirigente al Resto del Carlino. Con i biancorossi, appena retrocessi dalla B, Motoc ha disputato un anno in Berretti ed è stato poi promosso in prima squadra nella scorsa stagione con mister Sandro Pochesci, trovando anche l’esordio tra i professionisti (due presenze, una in Coppa Italia, l’altra in Serie C). Con il fallimento dei carpigiani e la mediazione del procuratore Paolo Paloni, in estate ha firmato per la Salernitana. Ora sogna di conquistare una convocazione nell’U21 moldava.

L’altro esordio

Insomma, anche se costretta dall’estrema emergenza, la Salernitana esaudisce già uno dei primi desideri del suo nuovo presidente, lanciando un prodotto del settore giovanile in prima squadra. E nello strano clima della serata in cui il cavalluccio affrontava i demoni del passato e del presente, ricolma di speranze nel futuro, c’è stata l’occasione anche per un altro esordio, perché al 32′ della ripresa il classe 2003 Mario Perrone ha rilevato un esausto Ranieri, godendosi un quarto d’ora sull’erba dell’Arechi e sul palcoscenico più importante d’Italia. Subito è arrivato il post su Facebook di congratulazioni da parte del sindaco e dell’intera amministrazione comunale di Castel Morrone, in provincia di Caserta, luogo d’origine del diciottenne difensore: “Motivo di orgoglio per la nostra comunità. L’impegno, il sudore e la volontà ripagano sempre. Siamo fieri di te”.

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