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Menichini tifa granata: “A Salerno solo amici. La squadra è forte e completa, può puntare alla A”

Dopo la sosta sarà di nuovo Venezia-Salernitana. I granata tornano al Penzo, lì dove a giugno è arrivata la salvezza direttamente dai calci di rigore. Il penalty di Di Tacchio permise al cavalluccio di confermare la categoria, Leonardo Menichini ci riuscì di nuovo. Il trainer di Ponsacco sembrava pronto a iniziare una stagione con la Salernitana sin dal ritiro estivo, poi però differenze di vedute con la dirigenza hanno condotto ad altre strade. Oggi Menichini allena la Primavera della Lazio, ma l’ex allenatore granata occuperà per sempre un posto nella storia della Salernitana: “Pure questa sarà una vigilia come l’abbiamo vissuta noi a giugno, ma almeno adesso si sa quando si gioca – scherza Menichini al quotidiano Il Mattino sulla partita di Venezia – Noi non sapevamo dove giocare né conoscevamo il nome dell’avversaria. Riuscimmo a compattarci dopo il ko con il Pescara, senza staccare la spina”. In quella partita la Salernitana fu costretta a giocare in inferiorità per l’espulsione a Minala, oggi perno della squadra giovanile di Menichini: “Non so quante volte mi ha chiesto scusa e si è rammaricato per quella sciocchezza commessa in Laguna. Ci costrinse a giocare per tanti minuti in dieci uomini, compresi i tempi supplementari. Gli ho chiesto di darmi una mano adesso in Primavera, gli ho consigliato di accettarla perché è preferibile tenersi allenati e guadagnare il ritmo gara in attesa di collocazione anziché gironzolare“. A differenza di Casasola e Djavan Anderson, separati in casa a Formello: “Non era facile per Casasola scendere in campo dopo quella tragedia immane. La morte del padre aveva profondamente segnato Tiago ma al suo ritorno da Buenos Aires riuscimmo a recuperarlo psicologicamente. Scattò una molla, la scintilla: venne inserito anche nella batteria dei calci di rigore a Venezia e fu implacabile”. Che ansia i calci di rigore: “Minuti di grande trepidazione, vissuti dopo una battaglia calcistica e dopo aver esaurito le energie fisiche. Ai rigori arrivammo meglio noi del Venezia, però, da un punto di vista nervoso, dopo aver difeso in qualche modo il bonus dei due risultati su tre che avevamo costruito con tanta fatica all’andata, nella gara del ricompattamento. Chiesi e ottenni di aprire le porte al pubblico in allenamento alla vigilia del playout d’andata, per aiutare i ragazzi a respirare l’aria di Salerno e a ritrovare il rapporto con il pubblico. Vennero a sostenerci in tanti allo stadio Arechi, Djuric e Jallow guidarono il nostro nel primo match. Bravo anche Micai a reagire all’aggressione, poi Di Tacchio, Migliorini, Lopez, Odjer. Ringrazio tutta la vecchia guardia per quanto mi ha dato in quel mese intenso”.

Il Venezia è retrocesso, poi però è stato ripescato: “Giustissimo che sia di nuovo in Serie B, i playout non dovevano essere disputati e noi in ogni caso abbiamo guadagnato sul campo il diritto a partecipare all’attuale categoria”. Ora a guidare la Salernitana c’è Ventura, dopo sette partite i granata sono al secondo posto. Poteva essere comunque anche questa la Salernitana di Menichini: “Tutti amici, nessun rimpianto, anzi la felicità di averla salvata di nuovo e di potermi godere le prossime Luci d’artista in Serie B. Ora la Salernitana è forte, completa. Ben allenata da Ventura, si è fatta scappare la vittoria con il Frosinone, 11 contro 10, ma può ambire al meglio, anche alla promozione diretta come altre quattro o cinque squadre. Adesso recupera Lombardi che a Venezia, da avversario, ci fece penare. Mi ha impressionato Cicerelli, ci sono ottime mezzali. Il Venezia perde temperamento senza Cosmi ma la Salernitana, compatta e riposata, può centrare il quarto successo esterno di fila”. 

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