Matteo Mancuso: “A Santa Teresa ero il più vecchio, che magone! Centenario faccia superare frizioni”

Non ha giocato con le altre vecchie glorie a Santa Teresa ma Matteo Mancuso ha comunque potuto festeggiare i cento anni della Salernitana. L’ex portiere granata ha assistito al torneo da bordo campo, poi ha fatto visita alla mostra Salernitana 100 dove non ha potuto nascondere l’emozione. Per un salernitano giocare per la Salernitana vale tanto, vedere cimeli della propria epoca ancora di più: “Vedere la storia della squadra della mia città per cui ho fatto il tifo da bambino qui ala mostra è emozionante – ha detto Mancuso – Ci sono degli abbonamenti che ho fatto a 13-14 anni negli anni ’70 per vedere la Salernitana di Esposito che doveva andare in Serie B e non ci riuscì”.

Mancuso è stato un portiere attivo negli anni ’80, poi però naturalmente è rimasto tifosissimo: “A Santa Teresa è stato bello anche se ero l’unico dei miei tempi. Probabilmente ero il più vecchio e mi è venuto il magone, ma è stata una bellissima manifestazione. Gli anni ’80 sono stati anni fantastici che ricordo con molto piacere”.

Molta partecipazione del pubblico in questi tre giorni di festeggiamento, nonostante le divisioni tra società e tifoseria: “Ognuno la pensa come vuole, ma credo che in un’occasione come quella del centenario bisognava superare le frizioni. E secondo me si doveva andare oltre anche quando abbiamo rischiato di retrocedere come con Cosenza e Carpi”.

Una stagione difficilissima quella della Salernitana, per Mancuso i problemi sono iniziati a dicembre: “Colpa di quel cambio tecnico Colantuono-Gregucci, ormai Gregucci sono dieci anni che non allena più se non da vice di Mancini. Poi nel momento in cui si è capito che i playoff erano irraggiungibili i calciatori hanno staccato la spina, ma quando ti distrai ritornare concentrato è molto molto difficile. Ci siamo ritrovati in una lotta che non ci doveva appartenere, l’organico della Salernitana e quello del Venezia hanno 15 punti di differenza”.