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Malore alle spalle, Dziczek racconta: “Non respiravo! Voglio guadagnarmi il posto e meritare la Lazio”

È stato uno dei riconfermati, via Lazio, dopo la deludente stagione scorsa della Salernitana. Patryk Dziczek proseguirà il suo percorso di crescita con la maglia granata, nonostante un inizio stagione tormentato, dopo l’episodio del malore accusato lo scorso 21 settembre durante una seduta di allenamento. Il centrocampista, tornato in campo sabato scorso contro l’Ascoli, si è concesso per una lunga intervista a tutto tondo al portale polacco Przeglad Sportowy, partendo dal racconto proprio dello sfortunato episodio: “Erano circa le 16, avevamo allenamento. Ci siamo riscaldati, un po’ di tattica, ci siamo allenati sul possesso e alla fine abbiamo giocato sei volte per sei minuti. Abbiamo iniziato la quarta serie. Ho passato la palla ad un compagno, ho iniziato a correre e sono caduto. Ero completamente incosciente. Il nostro medico è dovuto intervenire rapidamente perché non riuscivo a respirare. Deve avermi tirato fuori la lingua dalla mia bocca perché mi si è raggomitolata in gola. Non è stato facile, perché stringevo la mascella, ma per fortuna il nostro dottore sapeva cosa fare, ha agito molto velocemente e mi ha aiutato. Quando ha tirato fuori la lingua, mi sono svegliato. Era difficile respirare, ma ero già cosciente. Non ero molto spaventato, perché non ricordavo cosa fosse successo. Non mi sono spaventato fin quando i miei compagni non mi hanno raccontato tutto. Non mi piace far preoccupare i miei cari, così ho chiamato la mia fidanzata e le ho detto che sarei tornato a casa più tardi, perché stavo andando in ospedale. Non ho parlato di ciò che mi era successo. Ha scoperto i dettagli un po’ più tardi. Per tutto il tempo ho ricevuto ottime cure, sono stato portato direttamente in reparto. Ricordo di aver avuto mal di testa per la prima ora e mezza”.

Il calciatore ha raccontato anche la permanenza in ospedale, la lontananza dai compagni e il ritorno in campo:Ho fatto diversi controlli. Ho fatto due volte la risonanza magnetica alla testa, l’ECG del cuore, mi hanno prelevato il sangue regolarmente. Penso di aver fatto più test in una settimana che in tutta la mia vita. Hanno controllato la mia salute con molta attenzione e alla fine non hanno trovato la causa dello svenimento. Ho sentito che forse ho mangiato troppo presto, il mio cuore ha iniziato a pompare sangue più velocemente in tutto il corpo. Per una settimana sono stato sotto costante controllo. Solo quando sono stati tutti sicuri che stavo bene, mi hanno fatto uscire dall’ospedale. Per fortuna non ne è venuto fuori niente di male, preferirei dimenticare questo episodio e sperare che non accada mai più. Dopo aver lasciato il reparto, ho trascorso un’altra settimana a casa, solo allora ho potuto iniziare lentamente a fare allenamento. Non ho potuto affrontare l’intero periodo di preparazione con la squadra. Sono rientrato verso la fine: prima si parlava della mia conferma a Salerno, poi sono andato in Nazionale. Il risultato è stato che ero fisicamente meno preparato, perché dopo due settimane di pausa stavo gradualmente tornando ad allenarmi. All’inizio ho fatto solo lavoro atletico, l’allenatore voleva che mi riprendessi. Mi ci sono voluti sette giorni per iniziare a giocare con la squadra. Ora devo lottare anche per guadagnarmi il posto, cosa non facile, perché la squadra sta andando molto bene, quindi l’allenatore non cambia spesso formazione. Finora ho giocato in due partite, in campionato a fine partita e dal primo minuto in Coppa Italia”. Il malore ha tolto a Dziczek anche la possibilità di giocare con la sua Nazionale per le qualificazioni ai prossimi Europei di categoria: “Prima di questo ritiro ho parlato a lungo con il CT Michniewicz. Volevo aiutare i ragazzi, ma prima dovevo ottenere l’approvazione della società per tornare ad allenarmi. Sarei voluto essere con loro, ma credo che la salute sia la cosa più importante. Non potevo rischiare. Peccato per i punti persi, perché la nostra situazione si è complicata, ma credo che nella partita contro la Lettonia dimostreremo che possiamo giocare a calcio. È bello sentirsi importante in Nazionale. Mi piace giocare davanti alla difesa, prendere la palla dai difensori e far andare avanti la squadra, così diventa tutto più facile”. Il classe ’98 infatti è stato convocato, dal nuovo CT Stolarczyk, per la sfida del prossimo 17 novembre contro la Lettonia.

Dziczek, che è stato acquistato l’estate scorsa dalla Lazio dai polacchi del Piast Gliwice, ha poi parlato anche della possibilità di restare quest’anno in biancoceleste. Con Ventura allenatore il giocatore è sceso in campo venti volte nello scorso torneo, collezionando un gol e due assist: “Forse la possibilità c’era, mi domandavo come sarebbe stato restare alla Lazio. Ma quando le cose sono andate diversamente, di certo non sono crollato. Se la società ha ritenuto fosse troppo presto, allora hanno ragione. Mi sono reso conto che, a quanto pare, non è ancora il momento, dato che l’allenatore Inzaghi pensa che devo migliorare ancora. Preferisco restare in Serie B e giocarmi il posto ogni settimana piuttosto che sedermi in panchina a Roma e perdere sei mesi, senza giocare. Credo che arriverà il mio momento, giocherò con la Salernitana in questa stagione e dimostrerò che merito la Lazio. Questo è il mio obiettivo. Quando ho firmato con la Lazio sapevo che sarei stato ceduto in prestito alla Salernitana. Il ventiduenne ha raccontato poi l’impatto con il calcio italiano, differente da quello del suo paese: Mi ha sorpreso il tanto lavoro tattico e l’intensità degli allenamenti, rispetto a quelli che facevo in Polonia. Ma se una persona vuole migliorare, deve adattarsi a tutto. Certamente sono migliorato tatticamente, mister Ventura mi ha fatto lavorare tanto. Ho anche migliorato la fase difensiva, ho anche imparato a giocare e a decidere più velocemente in campo. E sto lavorando anche sulla mia fisicità, è quello che la Lazio si aspetta. Ho ordinato l’attrezzatura per allenarmi a casa. A parte il fatto che abbiamo una palestra nel club, mi alleno da solo con i pesi due volte a settimana. Lavoro con un personal trainer, lo informo su come abbiamo lavorato nel club, cosa abbiamo fatto esattamente, il mio programma individuale è adattato a questo”. Chiosa finale sull’emergenza Covid-19 che sta, ovviamente condizionando, anche il mondo del calcio: “Ho visto un video su internet sulle proteste a Roma di persone contrarie alle restrizioni. Da un lato le proteste, dall’altro ci sono idee per reintrodurre il lockdown per 30-40 giorni. Mi sembra che non passerà più. Le persone vogliono vivere e lavorare normalmente. Anche la situazione nel calcio è complicata, sempre più calciatori risultano positivi per la presenza del coronavirus. Ci sottoponiamo a tamponi due giorni prima della partita e un altro subito dopo la partita. Tutto funziona bene qui, finora abbiamo avuto un solo positivo. Speriamo che non peggiorino le cose e che possiamo finire il campionato”.

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