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Liverani predica unità: “Bisogna metterci la faccia. Chiedo alla squadra dignità nelle ultime 12”

Fabio Liverani commenta il secondo ko della sua gestione, nella prima uscita casalinga. Il trainer capitolino ci mette la faccia e prova a lanciare segnali positivi, alla squadra ed all’ambiente per un finale di stagione dignitoso: “Ho visto una partita combattuta, giocata dai miei; fino al gol del Monza abbiamo fatto la partita che dovevamo e potevamo fare. Siamo stati organizzati, abbiamo concesso poco. Il Monza ha una squadra forte, prima del gol abbiamo avuto due occasioni noi con Tchaouna, poi anche su Kastanos con deviazione decisiva del difensore. Purtroppo non gira nulla per il verso giusto, è evidente che dopo il gol la squadra si è disunita, ha perso le distanze, a livello mentale non è semplice. Quindi dopo il gol non siamo stati più in partita mentalmente. Abbiamo perso un  giocatore per una botta, siamo già decimati. Dobbiamo stringere tutti i denti, occorre la disponibilità di tutti anche di chi non è al top della condizione. Adesso da qui alla fine, bisogna metterci la faccia, come sto facendo io. Per 60-65 minuti siamo stati vivi, abbiamo avuto le nostre occasioni, le difficoltà sono mentali, e poi anche fisiche per qualche calciatore”.

Segnali di unione del gruppo? “Ho visto voglia di fare, ho visto voglia di lottare fino al macigno del gol di Maldini. A livello mentale non è semplice, siamo ultimi da inizio campionato, bisogna giocare con dignità come abbiamo fatto stasera, abbiamo affrontato la sfida con tutte le nostre difficoltà”.

Serve maggiore cattiveria sotto porta: “Sull’occasione Tchaouna è stata presa anche la scelta giusta, è entrato bene, ci vuole un pizzico di fortuna. Fermarsi solo a quello che poteva essere non serve a nulla. Ci prendiamo i fischi, ci prendiamo tutto, da lunedì si ricomincia. Ci sono ancora 12 partite, dobbiamo lottare, poi se retrocederemo faremo i complimenti agli altri. Occorre lavorare testa bassa, non dobbiamo ascoltare nulla, provando a tirare sempre fuori il massimo. Oggi a differenza della partita con l’Inter ce la siamo giocata ed è già un passo avanti”.

Liverani prende le distanze dalla prima parte di stagione: “Delle 17 sconfitte subite, mi posso prendere la responsabilità delle ultime due che son totalmente diverse. Per la situazione che vive mentalmente, di rosa, con difficoltà nei cambi soprattutto in difesa, la squadra ha giocato alla pari per oltre un’ora contro una squadra forte che è in grande condizione psico-fisica. Andare in vantaggio o prendere gol, per come siamo, a livello mentale cambia tutto il mondo, c’è un abisso di differenza. Non possiamo attaccarci a null’altro se non alla prestazione e alla voglia di fare. Oggi ai ragazzi non posso rimproverare nulla”.

Sulla scelta del modulo: “Per poter giocare in modo diverso bisogna che ci siano anche le condizioni per allenare un’idea diversa. Manolas ha giocato ma non è in condizione ottimale per giocare a quattro, Boateng si è allenato solo mercoledì e avendo centrali che non hanno mai giocato insieme e non parlano la stessa lingua non era possibile. Maggiore ha avuto un risentimento muscolare alla rifinitura. Per cambiare qualcosa bisognava poter allenare qualcosa. Sono venuto qui per poter cambiare, credo che nessuno abbia la bacchetta magica. Lavoriamo, vediamo da qui alla fine cosa riusciamo a tirare fuori. Se questa squadra aveva fatto solo due vittorie prima del mio arrivo vuol dire che qualche problematica ce l’aveva. Non posso che essere chiuso tra albergo e campo, ho dato e darò tutto per questa avventura. Alla fine tireremo le somme. Questa squadra farà punti, quanti non lo so ma si può fare qualcosa di meglio”.

Sul cambio Weissman: “In quel momento ho pensato che volevo creare la possibilità per Dia e preparare gli ultimi 15’ per giocare con Dia, Tchaouna e uno tra Kastanos e Candreva, purtroppo abbiamo preso gol e il piano è fallito. Non siamo in grado di poter sopperire a Tchaouna, Weissman e Dia insieme in campo. Per fisicità, condizione fisica, mancanza di difensori di un certo tipo, la coperta è corta”.

Gomis e Vignato perché non giocano: “Tra Milano e Monza ho fatto giocare 18-19 giocatori, sicuramente avranno la loro occasione anche loro; se nel nostro momento andiamo a pensare o a mettere una responsabilità a un giocatore come Vignato che ha poche presenze in A siamo fuori strada. Avrà la sua opportunità. Così come Gomis che non parla bene inglese, metterlo dentro in situazione complicata… Avrà occasione, pochissimi non hanno giocato da quando sono arrivato, ho scelto questi giocatori perché pensavo fossero i migliori. Questi ragazzi da Milano a oggi hanno fatto due partite completamente diverse. Posso lavorare si quello di buono che ho visto. Non conosco altra strada diversa dal lavoro”.

In chiusura: “Il compito più difficile è di dare entusiasmo a una squadra che perde 17 volte, non è semplice solo con le parole. Puoi dare fiducia, ma se non c’è qualcosa di concreto è difficile. Non so quando possiamo prendere una vittoria e come. Io posso garantire che posso metterci tutto l’impegno per allenare i ragazzi e trovare soluzioni. La situazione è difficile. Non si può mettere qualcosa dentro di tanto diverso”.

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