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L’ex Kyriazis in USA: “Qui case grandi e con giardini, un bene. Ma serietà virus non è chiara ai più”

Anche negli Stati Uniti d’America il Covid-19 si sta preoccupantemente diffondendo, dopo che inizialmente la questione era stata vista alquanto scetticamente dal presidente Trump. Tra le storie degli ex granata in giro per il mondo alle prese – come tutti – con un cambio radicale di vita c’è quella del greco Giorgios Kyiriazis, che vestì la casacca della Salernitana nel biennio 2008/10 e si è trasferito da otto anni negli USA.

L’ex difensore, oggi quarantenne, abita infatti a Rochester, vicinissimo al confine col Canada, a cinque ore di auto dal focolaio importante di New York City. “Qui paradossalmente hanno fermato prima le attività sportive e solo dopo due giorni le scuole e il resto. In America questa situazione ha creato una guerra politica: da un lato si cerca di proteggere la salute dei cittadini, dall’altro di salvaguardare l’economia. – ha raccontato ieri sulle pagine del quotidiano Il Mattino – Qui tutti sono abituati a vivere a mille, non come nella mia Grecia tradizionale, dove il marito lavora e la moglie è casalinga. Sarebbe difficile per gli americani restare chiusi in casa e spero che non si arrivi alle condizioni italiane. Tuttavia qui le case grandi e monofamiliari, con annessi giardini, sono un vantaggio. In Italia e in Grecia quasi tutti vivono in condomini o in case piccole, dove sembra di stare in prigione. Molti qui non hanno ancora afferrato la gravità della cosa. Certo, si seguono le news, ci si protegge e si cerca di usare guanti e mantenere le distanze di sicurezza. Nel mio piccolo provo ad ammonire le persone, usando testimonianze dirette dell’Europa. Però c’è chi non è ben conscio della serietà di questo virus”.

Dopo aver chiuso la carriera con la casacca dei Rochester Rhinos, seconda lega professionistica statunitense, Kyiriazis ha iniziato ad allenare i giovani. “Le attività non essenziali sono tutte chiuse. Io alleno giovani calciatori e proviamo a tenerci in contatto via internet. La mia vita è certamente cambiata in queste settimane, anche se non serve il permesso per uscire di casa come in Italia. Dal punto di vista sportivo, qui si cerca di prendere tempo e inventarsi qualcosa per proseguire in estate, ma nessuno sa quando davvero finirà l’emergenza”, dice prima di parlare del livello del calcio americano e di fare un triste paragone con le strutture di Salerno e, in generale, dell’Europa del sud: “Solitamente si parte dal basso, qui invece hanno alzato prima il livello della MLS, per poi andare a lavorare sui settori giovanili. Tecnicamente si deve crescere, ma c’è la forza delle strutture che, ahimè, non posso minimamente paragonare a quelle di Salerno. Però nessuno ha tifosi come quelli granata, sempre vicini alla squadra, anche nelle contestazioni”.

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