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L’ex Fini a SN: “Occhio Salernitana, non sei ancora salva! Conosco Cellino, Brescia primo non per caso”

Il suo nome è impresso nella memoria dei tifosi della Salernitana, anche perchè fece parte di quella squadra che regalò alla città la storica promozione in massima serie nel 1998. Parliamo dell’attuale vice allenatore del Peñarol, Michele Fini. L’ex centrocampista classe 1974, è principale assistente di Diego Lopez in Uruguay (la squadra per cui tifa il granata Walter Lopez, nda) ed è intervenuto ai microfoni di SalernitanaNews.it in vista della sfida di questo pomeriggio tra Brescia e Salernitana.

Questo il suo pensiero in vista di un match comunque aperto: “Sarà una partita delicata per entrambe le squadre. Il Brescia deve riconfermarsi lì su in alto. Il progetto delle rondinelle è stato studiato a tavolino dal presidente Cellino, sono primi non per caso. I granata, invece, devono confermare le buone cose viste contro il Cittadella. Bisogna continuare a muovere la classifica in ottica salvezza. Sarà comunque un match apertissimo”.

Spazio poi sul momento in casa granata, non propriamente ottimale: “Ho letto che c’è questa spaccatura tra gran parte della tifoseria e la stessa società. I tifosi granata sono esigenti, hanno una passione che la definirei sudamericana. Attualmente sono in Uruguay, e ciò che vedo qui l’ho già visto a Salerno. Penso che i calciatori abbiano bisogno della propria gente, a prescindere dai problemi con la società. Il sostegno deve essere sempre massimo, così come accadeva ai miei tempi. Sono anche favorevole allo sciopero, ma fuori dal rettangolo di gioco (ride, ndr)”.

In granata, poi, c’è l’Arciere Emanuele Calaiò suo ex compagno di squadra a Siena. Un calciatore sul quale la Salernitana potrà fare affidamento anche in ottica futura: “Con Emanuele ho avuto la fortuna di condividere un’esperienza assieme a Siena. È un bomber di razza, nonostante l’età, è un calciatore che dà sempre l’anima. Può essere ancora un lusso in cadetteria, credetemi”.

Spazio poi alle ambizioni delle società. Lui che ha avuto Massimo Cellino a Cagliari come presidente: “Un tipo ambizioso, come Aliberti che ho avuto a Salerno. Entrambi, hanno sempre raggiunto gli obbiettivi prefissati. Sono due patron maniacali. Cellino è sicuramente più vulcanico, mentre Aliberti era più moderato su questo punto di vista. Non si sono mai accontentati, ed è questo che ha sempre fatto la differenza”. E il nastro dei ricordi su sponda granata, resta sempre lungo, anzi lunghissimo: “Ho ricordi indelebili. Chiudo gli occhi e sento ancora l’aria che si respirava a Salerno l’anno della promozione in Serie A. Quando entrai la prima volta all’Arechi, capii sin da subito cosa si sarebbe potuto creare. Rimasi impressionato. Ho avuto episodi, però, anche sfortunati per qualche incomprensione. Avrei voluto dare di più per la maglia granata, ma per motivi non miei non ci riuscii”. Solo undici presenze per lui nel campionato 1997/98, poi tanta B ed A con Catania, Ascoli, Cagliari, Siena e una carriera chiusa in Serie D nel Porto Torres, peraltro sfidando il Salerno Calcio all’epoca ai primi vagiti.

Sull’attuale Serie B conclude: “Le squadre che lottano per la promozione, sono quelle squadre che in estate avevano preventivato tutto ciò. Mancano ancora svariate partite, c’è tanto da pedalare. Mi auguro che la Salernitana possa salvarsi quanto prima, per poi programmare un futuro decisamente più all’altezza della piazza”.

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