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L’ex Cagni: “Manteniamo viva la speranza e pensiamo alla salute. Salerno può credere nei playoff”

Alle colonne de Il Mattino parla l’ex allenatore della Salernitana (1999/00) Gigi Cagni, descrivendo il suo stato d’animo per l’emergenza Coronavirus: “Sono in pensiero per mia moglie e per mia figlia. Sono preoccupato per la mia Brescia. Dopo l’ansia, però, viene la speranza: ci rialzeremo, se per una volta capiremo che casa nostra è il nostro mondo. Se lo sottovaluteremo e lo attaccheremo a viso aperto, convinti dell’immunità, il nemico coronavirus ci prenderà in contropiede. La fortuna è quando la preparazione incontra l’opportunità. C’è l’opportunità di guarire affidandosi alla preparazione dei medici, ma le misure di contenimento devono essere più drastiche in tutta Italia. La fortuna sarà un giorno rivederci tutti insieme al parco o allo stadio. Adesso, però, c’è troppa gente a spasso”. L’ex tecnico del Parma descrive la situazione al nord, ma vuole trasmettere un messaggio di speranza: “A Milano passeggiano ancora sui Navigli ma a Bergamo ci sono anche i camion militari in fila e le bare all’interno. Brescia è in pericolo, mia moglie e mia figlia sono barricate in casa. Io, però, non voglio piangermi addosso: vanno bene la paura e la prevenzione; non vanno bene il panico e i messaggi di morte e terrore che sovrastano quelli pieni di vita e di speranza. Di coronavirus si può morire ma è anche vero che in molti casi si guarisce. Wuhan ha festeggiato: per la prima volta senza ammalati. Però c’è un problema, che i medici cinesi sono venuti qui e hanno notato lo scarso utilizzo di mascherine. E’ ovvio: non ce ne sono. Io ne ho realizzate alcune con la carta forno”. Cagni parla anche della sua situazione, impossibilitato a fare ritorno nella sua Brescia dai suoi cari: “Mi spaventa molto la scarsa conoscenza di un nemico misterioso e la distanza. Mi trovo in Liguria e non posso rientrare a Brescia per dare manforte a mia moglie e mia figlia. Mi trovo adesso a Zoagli, un paesino tra Rapallo e Chiavari”. E sulla situazione del calcio italiano ammonisce: “Aspettando tempi migliori ed evitando gli slanci di entusiasmo. La salute viene prima di tutto e quindi è giusto fermarsi. E’ inutile dire “ripresa ad aprile oppure a maggio”. Quando si potrà, ce ne accorgeremo attraverso i bollettini medici. Per i giocatori il tono muscolare è la cosa che si perde prima ma pure quella che si guadagna prima. Non è che i calciatori professionisti siano proprio a digiuno, perché c’è la base della preparazione estiva. Aggiunta ad un lavoro di recupero, credo che possa consentire di scendere in campo dopo dieci giorni dal via libera, se ci sarà. Sarà avvantaggiato chi potrà disporre di un organico ampio per giocare ogni tre giorni”.

Sull’episodio della convocazione di Cellino per gli staff di Corini e di Grosso a Brescia: “Non è commentabile, non ha una logica. Convochi gente nel momento in cui nessuno si può muovere di casa? L’unica logica è che uno lo faccia per non pagare tre mesi di stipendio. Talvolta Cellino perde l’equilibrio e il senso delle cose. Da lui non te l’aspetti, perché ormai è una vita che frequenta il mondo del calcio e di calcio ne capisce”. L’ex difensore ha vissuto, in passato, una situazione di lungo stop: “E’ un evento eccezionale per tutti. Da calciatore, nel 1980-1981 con la maglia della Sambenedettese, ricordo che affrontammo la Salernitana nelle Marche qualche settimana prima del terribile terremoto in Campania. Ciascuno fece la propria parte, pure attraverso piccoli e silenziosi gesti di solidarietà. Quell’anno la Samb fu promossa in Serie B ma al ritorno allo stadio Vestuti accadde di tutto: rigore non concesso alla Salernitana, recinzione a terra, partita sospesa per invasione di campo”. La Salernitana attuale è insuperabile in casa, proprio come quella guidata da Cagni: “Otto vittorie di fila: eravamo solidi, piedi buoni, gente in gamba. E poi sorrido… Aliberti volle cambiare: sono stato l’unico allenatore esonerato per una settimana”. Ventura e il cavalluccio possono avere ambizioni importanti: “Ho incontrato Gian Piero l’ultima volta due anni fa. Eravamo all’aeroporto, lui aveva appena concluso l’esperienza con la Nazionale e stava per andare in vacanza con la moglie. Gli chiesi se gli fosse passata la voglia e lui mi rispose che non ce la faceva a staccare. E’ davvero mister libidine. Se il campionato ripartirà, i playoff saranno cosa certa a Salerno. Per il resto si vedrà. Nel calcio occorrono tempo e pazienza: pure la Juventus ha atteso prima di stravincere. Chiedete a Lotito con la Lazio: Simone Inzaghi ha raccolto qualcosa strada facendo ma solo adesso può davvero puntare all’obiettivo grosso, dopo tre anni e mezzo sulla stessa panchina. Auguro il meglio a Ventura, in attesa di rivederci all’aeroporto, quando ci diranno che possiamo di nuovo uscire di casa”.

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