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Lega, riapertura su multiproprietà. E Lotito: “Ho valorizzato Salerno, portano solo vantaggi”

Il tema delle multiproprietà è ancora attuale nel mondo del calcio. Salerno l’ha vissuta dal 2011 fino alla promozione in massima serie del maggio 2021. È notizia di qualche settimana, a seguito dell’assemblea del 12 febbraio scorso in via Rossellini a Milano, che la Lega Serie A abbia riaperto alle multiproprietà, tra le proposte di riforma del calcio italiano.

Si è espresso in merito l’ex patron granata, Claudio Lotito, che con il cognato Marco Mezzaroma (oggi presidente di Sport e Salute S.p.A.) ha dovuto cedere il club granata a seguito dell’incompatibilità con la Lazio in massima serie. Insomma, è storia recente.

L’esperienza a Salerno

Sono stato un fautore delle seconde proprietà e ancora oggi ne sono convinto al 100%“, ha detto il patron della Lazio, ospite ieri sera all’università Luiss di Roma, in un incontro con tema la corretta redazione dei bilanci di una società. Lotito ha espresso il suo punto di vista, rifacendosi all’esperienza di Salerno, vissuta in prima persona con il cognato: “Prima la norma consentiva di prendere una squadra in serie dilettantistiche e mantenerla, nel mio caso, fino alla serie cadetta in quanto avevo già la Lazio in A. Poi Gravina, volendo fare un favore a Lotito (ride, ndA), ha tolto quella norma, ma così facendo ha creato un danno”.

Come detto, in Lega ha tenuto banco il tema del ritorno alle multiproprietà, “bandite” dalla FIGC a partire dalla stagione 2028/29, grazie ad un’ulteriore proroga arrivata nell’estate del 2022. L’art. 16-bis delle NOIF, norma transitoria, continuerà ad essere in vigore per altre cinque stagioni, permettendo alla famiglia De Laurentiis di continuare alle redini di Napoli e Bari. L’altra multiproprietà ancora esistente nel professionismo, quella di Setti con Verona e Mantova, è stata risolta la scorsa estate, quando il presidente gialloblù ha ceduto il proprio pacchetto azionario dei virgiliani a Filippo Piccoli.

Le ragioni

In una nota condivisa dall’Ansa, la Lega chiarisce che il passo indietro sul tema multiproprietà consentirebbe “l’attivazione di meccanismi di virtuosi per la valorizzazione di giovani, con modalità finanziariamente più sostenibili rispetto all’attuale sistema di seconde squadre di Lega Pro”. Fra i banchi della Luiss, Lotito ha espresso il suo punto di vista, sottolineando i vantaggi delle multiproprietà: “Le seconde squadre non sono un vantaggio, ma hanno solo un valore sportivo, perché così trasferisci soltanto i giocatori e li valorizzi. I ricavi finiscono sempre alla casa madre, ad esempio la Juve fa così: la società madre paga la seconda squadra. Se io a Salerno avessi chiamato la squadra Lazio 2, chi salernitano avrebbe avuto l’interesse? Invece, prendendo la Salernitana, non ho dato soltanto il valore sportivo, trasferendo a Salerno giocatori della Lazio per valorizzarli”.

Lotito ha illustrato nello specifico gli aspetti positivi: “Le seconde proprietà portano in dotazione quattro vantaggi: in primis, il valore sportivo. Da Salerno riportavo i vari Strakosha, Luiz Felipe alla Lazio valorizzandoli. Ma i ricavi della società, come la Salernitana all’epoca, rimangono propri, nel senso che sfruttavo un nuovo e ulteriore bacino. La Lazio rimaneva con i propri ricavi su Roma, la Salernitana invece li aveva su Salerno. Quindi c’erano i tifosi della Salernitana che portavano incasso e consentivano anche la valorizzazione del marchio. Terzo punto, con la seconda proprietà potevi creare valore patrimoniale aggiunto, che invece con la seconda squadra non avresti oggi perché nessuno può acquistarla. Con la Salernitana ho realizzato un guadagno vendendola, mentre la seconda squadra non ha alcun valore autonomo. Quarta cosa, l’azione sociale e la tutela del territorio. L’Italia ha una storia di campanili e questa mentalità è rimasta nonostante l’Unità, bisogna essere oggettivi. Con la seconda squadra andavo a tutelare il territorio salernitano, creando valore per i salernitani. Davo possibilità al territorio di potersi esprimere”.

I grandi fondi

Lotito si è espresso in senso contrario all’ingresso dei grandi fondi nel calcio italiano“Il calcio un aspetto sportivo, economico e valoriale. Il fondo è un’entità finanziaria che ha a cuore solo la finalità del profitto in breve termine. Non dà stabilità e soprattutto non continua il valore storico-sportivo del club, viene spogliato il club di tutto l’aspetto valoriale. L’ingresso dei fondi per me è negativo, perché è vero che immettono delle risorse e fanno investimenti, ma a che prezzo? Non è il prezzo solo del costo, il fondo con i suoi investimenti non fa il benefattore, ha vita molto breve sui cinque-sei anni, come un limone che deve essere spremuto al massimo per poi lasciarti lo scheletro. Tutte le aziende acquisite dai fondi hanno perso la connotazione e la capacità di redditività produttiva”.

Capitolo plusvalenze

Alla Luiss si è parlato anche di plusvalenze, tema che ha visto Lotito al centro di un’inchiesta di Report e della Procura di Tivoli non molto tempo fa: “La Lazio non ha mai fatto scambi di giocatori. Se ho trasferito dei giocatori dalla Salernitana a Roma, questi sono stati pagati per intero, non c’è stato mai alcuno scambio. Il tema è che compri un giocatore a cento, ma poi questa somma la paghi in parte con un altro giocatore stabilendo la differenza. Il punto, però, è che questa situazione nel tempo porta comunque ad un’esigenza di cassa. Quindi non ne esci più, perché sei portato a fare sempre scambi fittizi in questo modo, non sarebbe credibile. Non voglio entrare nel merito, ma non si possono valutare alcuni calciatori con cifre astronomiche”.

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