La Salernitana s’aggrappa a Djuric, il gigante bosniaco decisivo per la salvezza: sarà punto fermo per il futuro

Da brutto anatroccolo a cigno. Ce n’è voluto di tempo, forse più del previsto, ma Milan Djuric è finalmente sbocciato. Per quello che è e non per quello che qualcuno avrebbe voluto che fosse: un centravanti atipico, un uomo squadra capace di infilare all’occasione il golletto pesante ma di certo non un cecchino infallibile da doppia cifra.

A Venezia, in inferiorità numerica, Djuric è stato epico, eroico. Un gigante e non solo per l’imponente stazza fisica. Una partita di commovente sacrificio per difendere con le unghie e con i denti “ogni singolo pallone che poteva risultare vitale”. Djuric ha incarnato lo spirito battagliero che la Salernitana ha per mesi smarrito per strada, perdendosi nei meandri di una stagione che ha rischiato di prendere una piega maledetta. Alzi la mano chi non ha avuto neanche per un attimo timore di retrocedere. In campo però servivano cuore e coraggio, la paura doveva affondare in laguna.

“Non sono contento della mia stagione, ho sofferto tanto all’inizio in quanto venivo da un brutto infortunio ed uno con la mia stazza fisica fatica a carburare. Non ho mollato, mi sono sempre comportato da professionista e sono uscito da una situazione difficile”, ha dichiarato Djuric con grande onestà intellettuale nel post gara del Penzo. Non avrà raggiunto i 20 gol auspicati da Lotito, né la doppia cifra che s’era prefissato, ma il bosniaco a suo modo ha messo comunque un timbro importantissimo sulla salvezza. Con il gol che ha sbloccato la gara d’andata col Venezia, ma anche quello che ha agguantato il pari in campionato. Il contratto è ancora lungo, il futuro sarà tinto di granata, con la speranza di individuare un tecnico ed un partner d’attacco che finalmente possano esaltare le sue caratteristiche di catalizzatore di palloni.