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La Salernitana ha il serbatoio vuoto: poker Lazio ed ennesimo ko

LAZIO-SALERNITANA 4-1
LAZIO (3-4-2-1): Mandas; Patric, Casale, Gila (39′ st Isaksen); Lazzari, Vecino (35′ st Rovella), Kamada, Marusic (13′ st Hysaj); Felipe Anderson, Luis Alberto (35′ st Cataldi); Castellanos (35′ st Pedro). A disp: Sepe, Renzetti, Pellegrini, André Anderson, Sanà Fernandes. All: Tudor.

SALERNITANA (3-4-2-1): Costil; Gyomber, Boateng (1′ st Legowski), Pirola; Zanoli (1′ st Sambia), Maggiore (1′ st Manolas), Coulibaly, Bradaric; Tchaouna, Candreva (40′ st Martegani); Ikwuemesi (31′ st Weissman). A disp: Ochoa, Allocca, Pierozzi, Fazio, Pirola, Pasalidis, Pellegrino, Gomis, Vignato, Simy. All: Colantuono.

Arbitro: Zufferli di Udine (Berti/Del Giovane. IV: Doveri. Var: Paterna. Avar: Aureliano).

Diretta: Dazn

Note: Marcatori: 7′ e 35′ pt Anderson, 14′ pt Vecino, 16′ pt Tchaouna, 42′ st Isaksen; Angoli: 9-0; Ammoniti: Coulibaly. Recupero: 4′ pt – 5′ st.

 

In un Olimpico biancoceleste in piena contestazione con Lotito, la Salernitana trova l’ennesima sconfitta di un campionato di chiudere il prima possibile. La rete di Tchauona è solo un lampo nel dominio tecnico della Lazio che col minimo sforzo rifila quattro reti ai granata, tre nel primo tempo. Ai miracoli non ci si crede più da tempo, ma neanche il tanto decantato orgoglio si è visto nei 90 minuti della squadra di Colantuono. E’ mancato tutto, così come il calore dei tifosi che hanno disertato il settore ospiti.

LA CRONACA. Tre cambi rispetto all’ultima gara contro il Sassuolo. Colantuono modifica quasi tutto in difesa affidandosi all’esperienza: Gyomber, Boateng e Zanoli partono dal 1′ minuto, fiducia confermata dalla cintola in su. E’ la Salernitana a partire con più vivacità ma è la Lazio a trovare la rete del vantaggio già al 7′ con Felipe Anderson, che sfrutta al meglio un errore in dribbling di Candreva a centrocampo per involarsi in area, finta su Pirola e sinistro all’angolino. Una manciata di minuti e Luis Alberto ha sul destro la palla del raddoppio, bravo Boateng a chiudere in angolo dopo la deviazione di Costil. Non serve attendere molto però per il raddoppio biancoceleste: sugli sviluppi del sesto calcio d’angolo la sfera carambola al centro dell’area dove Vecino è il più lesto sotto misura. La gara si accende: dopo soli due minuti la Salernitana la riapre con Tchaouna che tutto solo al centro dell’area insacca di testa un cross di Maggiore.

Sale l’intensità del match quando un’uscita avventata di Costil fino alla mediana mette prima i brividi ai 90 tifosi del settore ospiti, poi consente alla Salernitana di mettere Ikwuemesi da solo al centro dell’area, tiro deviato e innocuo per Mandas. Protagonisti anche i due portieri: alla mezz’ora Mandas prima e Costil poi mettono i brividi alle rispettive retroguardie, la più ghiotta sui piedi di Luis Alberto che non aggancia in area il più facile degli assist, la bandierina del primo assistente avrebbe comunque vanificato lo sforzo.

Il tasso tecnico del tridente laziale è però troppo al 35′ quando Castellanos-Luis Alberto-Felipe Anderson fanno slalom tra l’impotente difesa granata e riportano avanti la squadra di Tudor di due lunghezze. La Lazio è padrona del campo fino al termine della prima frazione ma l’imprecisione modifica il parziale.

Triplo cambio alla ripresa con Manolas, Legowski e Sambia per dare maggiore freschezza a difesa e centrocampo. La musica però non cambia: Felipe Anderson al 5′ va vicino alla terza rete personale, sfera in curva. Dieci minuti dopo è invece Luis Alberto a divorarsi il poker, merito di Costil che in tuffo respinge il piazzato dello spagnolo. Si abbassano i ritmi, la Lazio predilige il possesso palla e non affonda, colpa anche della tanta imprecisione sulla trequarti degli uomini di Tudor.

Le girandole di cambi non modificano l’inerzia del match. Prima del triplice fischio c’è però spazio per il poker biancoceleste: retropassaggio corto di Gyomber per Coulibaly, il neo entrato Isaksen ne approfitta per trafiggere Costil in diagonale per la quarta volta. Non accade più nulla fino al triplice fischio. Sempre più amaro questo campionato che non attende altro che la parola fine.

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