Kiyine, pesante involuzione: non convince da mezzala e l’Arechi lo becca

“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova“. Parafrasando una celebre frase di Agatha Christie, possiamo dire che il rendimento di Sofian Kiyine da mezzala non è stato certo convincente nelle tre gare stagionali sin qui disputate in questo ruolo. Eppure, dovrebbe essere la posizione naturale per esprimere le potenzialità tecniche del nazionale marocchino.

Contro il Frosinone, nella prima sfida in cui ha giocato affianco di Di Tacchio e compagni lasciando libera la mattonella di quinto a sinistra a Lopez, aveva finanche trovato la gioia della penultima rete segnata. Nel complesso, però, la prestazione non è stata sufficiente, con il suo talento imprigionato e usato solamente a sprazzi. La scorsa settimana, a Castellammare, un ulteriore passo indietro: anche qui va a corrente alternata. È suo il tiro più pericoloso del match, ma nello stretto terreno di gioco del Menti ha faticato a trovare giocate e posizione nella storica veste di mezzala con Calvano, pitbull delle Vespe, a mettergli la museruola.

Ieri nonostante la presenza dello scout dell’Arsenal (come segnalato negli scorsi giorni), il terzo indizio: troppi colpi fine a sé stessi, poche giocate concrete e di squadra come un buon appoggio per Jallow. E l’Arechi che lo aveva eletto a beniamino poco meno di un mese e mezzo fa, lo becca fischiando la sua sostituzione avvenuta a pochi minuti dalla fine. Pesante involuzione per il talentuoso calciatore acquistato in estate dalla Lazio e ritornato a Salerno dopo la precedente esperienza nella stagione 2017/2018. Condizione fisica in calo, blocco mentale: di certo un ulteriore grattacapo per mister Ventura che aveva punto tanto sul centrocampista con cui ha condiviso la breve esperienza in sella al ChievoVerona.