Incognita campionati, club pensano a -30% su ingaggi: Salernitana risparmierebbe 2,5 mln

La preoccupazione più grande, dal punto di vista finanziario, è che i campionati possano non riprendere per la stagione corrente. Al netto della serietà della situazione e della salute nel nostro Paese che è in cima ai pensieri di tutti, il governo del calcio in questi giorni è costretto a valutare anche le ipotesi più estreme, provando a ideare dei paracadute. Nel pomeriggio si riunirà ancora in call conference la commissione medico-scientifica della Serie B per ribadire il no agli allenamenti e partorire un documento comune; nelle prossime ore, inoltre, potrebbe essere ripresa l’assemblea dei venti presidenti lasciata aperta – sempre in videoconferenza – undici giorni fa. Dalla Lega cadetta, entrata in polemica con Gravina che non ha gradito le dichiarazioni di Balata sul “piano Marshall per il calcio”, giudicando inapplicabili le misure richieste, sono attese proposte da inserire nel calderone della lettera che entro venerdì dovrà essere inviata dalla Figc al Governo. Se la Lega Dilettanti ha già fatto pervenire le sue osservazioni e altrettanto dovrebbe fare la Lega Pro nelle prossime ore, è atteso per oggi il documento della Lega Serie A, ancora in riunione online.

La Lega Serie B, a questo punto, potrebbe prendere spunto dalle decisioni prese dai presidenti delle compagini di massima serie, con Claudio Lotito a fare da… trait d’union. L’obiettivo delle compagini della B sarebbe quello di provare a riprendere le competizioni, ma nello stesso tempo anche limitare gli ingenti danni economici che una lunga sospensione o, peggio ancora, un definitivo annullamento del campionato andrebbero a creare. Si insisterà sulla defiscalizzazione: se proprio non è possibile chiedere interventi di spessore al Governo, che esso non calchi la mano sui tributi delle società sportive, impossibilitate a fatturare a partire dal mese di marzo compreso. E poi, gli stipendi dei calciatori: si va verso una discesa in campo addirittura dell’UEFA, con le squadre italiane pronte a chiedere la decurtazione del 30% degli ingaggi. Mentre l’Assocalciatori di Tommasi – che si è detta in un primo momento disponibile a parlarne ma solo a patto che i tornei non riprendano – prende tempo, i presidenti potrebbero andare avanti, visto che gli ingaggi dei giocatori rappresentano una buona fetta di uscite.

Soltanto per rimanere in casa Salernitana, se si concretizzasse questo taglio, il risparmio sarebbe di 2,5 milioni. Nel particolare, infatti, il monte ingaggi annuale del club granata per la stagione 2019/20 – escluse le parti variabili, quindi i premi, dei singoli contratti – è pari a 8 milioni e 576mila euro circa. Riducendo tale importo del 30%, il cavalluccio marino eviterebbe di sborsare 2 milioni e 573mila euro. Conti però al momento… “da salumiere”, visto che i tagli non potrebbero essere uguali per tutti ma andrebbero differenziati per fasce di reddito. In ogni caso, una boccata d’ossigeno importante per le società, considerando che i mancati introiti tra fetta di diritti tv e botteghini (cifra presumibile sulla scorta della media pubblico fin qui registrata) lambirebbero gli 800mila euro, a cui aggiungere la prevedibile decurtazione dei contributi di lega e i mancati introiti da sponsor, oltre alle mancate vendite di prodotti nello store ufficiale che è attualmente chiuso, con annessa svalutazione della merce in stock che dovrà essere svenduta l’anno prossimo, perché ormai vecchia.