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Playout, il Venezia alza la voce: “Non si può giocare il 5, ricorreremo al Tar”

Il Venezia fa sentire la propria voce. In questi minuti è ancora in corso una conferenza stampa tenuta dal ds Dante Scibilia, dal tecnico Serse Cosmi e dal difensore Matteo Bruscagin. Il dirigente arancioneroverde ha subito spiegato i motivi dell’incontro con la stampa: “Abbiamo convocato questa conferenza perché ognuna delle componenti della società possa esprimere il suo parere. Sono molto contrariato da quello che sta succedendo, due giorni fa nessuno si è mai posto il problema di dirci che dovevamo giocare ed eravamo salvi. La Lega ha emesso un comunicato dicendo che il Venezia era salvo, poi abbiamo anche avuto ampie rassicurazioni. In due giorni si fissano le date dei playout, dopo 20 giorni di salvezza. La tutela dei diritti dov’è? Questa decisione è stata presa senza ascoltare il Consiglio di Lega come previsto dallo Statuto, è stata presa in maniera repentina e senza considerare le problematiche calcistiche. Si revoca anche il Consiglio di Lega che doveva determinare le date. Perché questo cambio improvviso di orientamento? È una domanda legittima, ma non conosco la risposta. Il Venezia ne risulta fortemente penalizzato, da questa interpretazione delle sentenze l’unico che viene penalizzato è il Venezia che dopo 20 giorni di vacanza deve scendere in campo e giocarsi la stagione. In uno stato di diritto tutto questo è inaccettabile, il Venezia farà tutto quello che può per tutelare i propri diritti nelle sedi competenti. Il Venezia è una realtà importante del territorio e dobbiamo proteggere anche la città. Veniamo tutti penalizzati da questa vicenda. Si tratta Venezia come se fosse una realtà provinciale, l’impressione è di una mancanza di considerazione e di rispetto. Noi andremo avanti per la nostra strada. Ho letto delle dichiarazioni “Se qualcuno avesse intenzione di continuare altre battaglie per evitare i playout ci saranno sorprese”. Se la devo prendere così sono delle frase alle quali non posso che dare un giudizio negativo. Ma conoscendo la persona che le ha pronunciate, credo sia stato travisato il suo pensiero. Tutte le squadre hanno potuto tutelarsi, non vedo perché il Venezia non lo può fare. Il Venezia non ha diritto a difendersi? Ritengo che ci debba essere garantito questo diritto, non credo di dover aspettarmi nessun tipo di ritorsioni. Noi impugneremo la determina a oggi dell’unico atto che dice che dobbiamo giocare i playout del Presidente di Lega. Ci sono varie argomentazioni per cui riteniamo di essere penalizzati da questa determina. Il tar si è già pronunciato su un atto simile del Foggia che chiedeva la sospensiva per tutelare la propria posizione. Noi per 15-20 giorni siamo stati salvi e ci è stato detto che non potevamo intervenire in nessun procedimento, oggi invece i nostri diritti sono lesi e vogliamo difenderci. Siamo la vittima di un sistema che doveva essere prevenuto. Noi eravamo pronti a fare i playout, ci è stato detto che non dovevamo giocarli. Queste situazioni dovevano essere gestite mesi fa. Non si dice a una squadra che adesso deve tornare in campo. Questo è un problema politico di come si gestisce il calcio in Italia, stiamo sbagliando tutto. Non è più diventato calcio. Io parlo per il Venezia ma la Salernitana è nella stessa situazione. I problemi non si risolvono così, si punisce una società che si è sempre comportata rispettosa dei regolamenti. Ci costringono a giocare in condizioni surreali. La gente di tutta Italia è con noi, non solo i veneziani. E ci sarà un motivo. Si gioca il 5 e il 9, senza preoccuparsi che l’Assemblea di Lega undici mesi fa ha deliberato all’unanimità per tutelare le società che non si giocasse nelle finestre delle nazionali. Quantomeno deve essere convocata un’altra Assemblea, o il presidente decide autonomamente? Anche qua i diritti vengono calpestati. Per noi il 5 non è una data buona per giocare i playout, ci attendiamo che vengano sospesi i playout”. (CLICCA QUI PER LEGGERE L’INTERVENTO COMPLETO DEL DIRIGENTE VENETO).

Anche il tecnico Cosmi ha esternato tutto il proprio malcontento per la situazione di queste ore: “Vi stupirò: parlerò di calcio. So che è una fatica enorme, il mio mestiere mi impone inevitabilmente di parlare di calcio. Non voglio sviare da commenti o giudizi per le sentenze, non perché non le capisco ma perché non lo voglio fare. È giusto che lo faccia la società. Voglio sottolineare un aspetto, in tutto questo periodo che va dall’11 maggio dopo che abbiamo vinto con il Carpi e raggiunto i playout, risultato difficile da raggiungere, e sapevamo che l’avversario era la Salernitana. In quel momento nessuno di noi ha pensato di non giocare gli spareggi, eravamo felici di farlo ed eravamo anche in fiducia e l’aspetto psicologico conta nel calcio. Non dico che avremmo vinto, ma eravamo in una condizione positiva e non mi riferisco alla Salernitana”. (CLICCA QUI PER LEGGERE L’INTERVENTO COMPLETO DELL’ALLENATORE LAGUNARE).

La parola è poi passata all’esperto difensore Bruscagin che ha sgombrato il campo dall’ipotesi sciopero: “Non sono qui per indire scioperi o minacce, come si è letto in questi due giorni. Sono qui a nome della squadra per mettervi di fronte alle condizioni sportive per le quali vogliono che noi disputiamo le partite più importanti dell’anno. Il 13 maggio ci hanno detto che eravamo salvi, senza che nessuno aveva chiesto niente perché eravamo pronti a giocare i playout da quintultimi contro la Salernitana, il massimo che potevamo ottenere. Al 47’ della partita di Carpi eravamo retrocessi, al triplice fischio eravamo felici. Pronti a disputare i playout con il morale alto, nessuno di noi ha mai chiesto di non giocare. Poi ci è stato detto che eravamo salvi. Chiunque capisca un minimo di calcio, quando ti dicono che sei salvo il livello di concentrazione viene meno. Abbiamo giocatori in scadenza e se a questi calciatori dici che sei salvo è naturale che non metta il 100% negli allenamenti. Tanti ragazzi nelle ultime settimane della stagione hanno stretto i denti, quando ci è stato detto che eravamo salvi i recuperi non sono stati affrettati. Ieri ci dicono che fra 5 giorni dobbiamo giocare le partite più importanti della stagione. Ci viene detto che ci giochiamo i soldi per le famiglie. Nessuno sa cosa significa preparare queste partite di così alto livello, nessuno sarà pronto fisicamente per affrontare battaglie del genere. Noi ci siamo allenati senza obiettivi e senza scopi, non potevamo preparare il playout anche perché non sapevamo contro chi dovevamo giocare. Ora mi dite che fra 5 giorni devo andare a Salerno, ma nessuno può dire che questo è normale. In questi 20 giorni non si è mai parlato dell’evento sportivo, ma solo di sentenze e ricorsi. Nessuno ha mai detto che due squadre dovevano preparare il playout quando fino a tre giorni fa lo spareggio non esisteva. Mi sembra una forzatura e una follia, dal punto di vista sportivo. Ci mandano allo sbaraglio, in questo momento non siamo pronti per giocare queste due partite. Abbiamo parlato con i giocatori della Salernitana, qui c’è Damiano Tommasi. C’era la volontà di trovare una soluzione ma non la volontà di percorrere questa strada assieme fino in fondo. Se poi non ci presentiamo e loro si che cosa succede? In questo momento non abbiamo voci in capitolo, ci viene detto che il 5 si gioca a Salerno e basta. Le uniche componenti che non possono dire una parola siamo noi. Ho letto comunicati in tutte queste settimane, la parola che ricorreva più spesso è dignità. E la nostra dignità? Non abbiamo le condizioni fisiche, etiche e morali per giocare queste partite. Se però questa è la normalità ci adegueremo, sarà la partita di pasquetta con ventidue ubriachi dietro un pallone. Abbiamo tutto da perdere a fare azioni eclatanti, viste le parole di Gravina che sembra minacciarci. In questo momento abbiamo le mani incatenate”. (CLICCA QUI PER LEGGERE L’INTERVENTO COMPLETO DEL CALCIATORE DEL VENEZIA).

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