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Il ritorno di Colantuono: dalle dimissioni ai messaggi d’amore per Salerno

Sono passati 1405 giorni dal primo allenamento di Stefano Colantuono alla guida della Salernitana. Dal 13 dicembre 2017 al 18 ottobre del 2021. Quasi quattro anni dopo l’inizio della sua prima avventura con l’ippocampo, il tecnico romano torna sulla panchina granata, entrando nel novero degli allenatori che da dieci anni a questa parte hanno fatto andata e ritorno sulla panchina della Salernitana. Come Perrone, Gregucci e Menichini, anche a Colantuono è stata data una seconda chance. Un cerchio che si chiude dopo l’addio del 18 dicembre di tre anni fa, quando rassegnò le dimissioni, lasciando il posto a Gregucci. Una decisione, quella di lasciare Salerno, non dovuta alle presunte pressioni ambientali di cui parlò Lotito dopo i play out di Venezia, ma a causa di motivi familiari. “Non ho voluto dire nulla prima ma dietro a quella decisione c’è una vicenda personale che mi ha segnato – raccontò a TuttosportMia sorella Cristina era malata, i medici mi avevano detto che non c’era più nulla da fare e allora ho deciso di starle ancora più vicino” anche se inizialmente parlò di passo indietro per “far ripartire la squadra”.

La sorella, purtroppo, venne a mancare a marzo, segnando ancor di più Stefano Colantuono. Uomo e allenatore la cui grinta non è mai stata in discussione, anzi: parliamo di un trainer capace di gestire le pressioni e di puntare in alto, senza mai nascondersi. “Mi sento sempre in discussione, è la vita dell’allenatore, sempre legata al risultato” dichiarò dopo una sconfitta col Brescia, assumendosi senza remore le colpe dell’inizio di un ciclo negativo di risultati: “Sono io il responsabile”. Un allenatore che – per certi versi – ha molti punti in comune con Castori, almeno sotto il profilo caratteriale.

Il ritorno di Colantuono in panchina

Un’occasione importante per Cola, che torna in panchina proprio dopo l’esperienza di Salerno e quella ancora meno fortunata di San Benedetto del Tronto nelle vesti di direttore tecnico. Una chance che un allenatore di temperamento ed esperienza proverà a non sprecare, pur essendo consapevole della difficoltà dell’incarico assegnatogli. “Tra B e A c’è un grande gap che negli ultimi anni si è ampliato” dichiarò poco più di un mese fa ai nostri microfoni commentando l’inizio di stagione della Salernitana targata Castori (clicca qui per leggere l’intervista). In quell’occasione, proprio in merito all’amico e collega Castori, Colantuono parlò di tempi prematuri per pensare al “cambio in panchina”. Era la settimana che conduceva al match con l’Atalanta, sfida che Colantuono (da doppio ex) seguì con grande attenzione. Scherzo del destino, dopo qualche settimana, è stato chiamato proprio al posto di Castori.

Le statistiche in Serie A

Colantuono torna a Salerno (oggi primo allenamento, ore 15 al Mary Rosy), torna ad allenare e torna in Serie A, categoria che conosce particolarmente bene. In massima serie vanta 228 panchine, con un bilancio di 71 vittorie, 63 pareggi e 94 sconfitte, per un bottino di 276 punti (1,21 a partita). Una categoria in cui ha allenato Atalanta prima e Udinese poi, dal 2006 al 2016, conquistando addirittura un ottavo posto a Bergamo e diversi posizionamenti a metà classifica con i friulani, non senza qualche esonero. Una sorta di ultima chiamata per Colantuono, il quale – in questi anni – non ha mai negato il suo attaccamento a Salerno e alla sua gente di cui avrà bisogno come il pane nella missione più ardua della sua carriera.

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