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Calciomercato

Il mercato di Sabatini passa comunque per addii pesanti: si lavora all’uscita di Dia, occhio ai possibili ritorni

Il mercato della Salernitana passa per la cessione di Dia. Con l’avvento di Walter Sabatini in casa granata le dinamiche della compravendita dei calciatori potrebbero cambiare rispetto a quanto paventato con De Sanctis, per caratteristiche e canali, ma non si derogherà all’input del presidente Iervolino: vendere prima di comprare. C’è di mezzo l’indice di liquidità e il bilancio granata da ripianare. Sabatini lo sa bene. È stato istruito nelle chiacchierate telefoniche dei giorni scorsi, come già accennato, e soprattutto nell’incontro odierno nella capitale. Il neo diggì ha firmato un contatto fino a giugno con opzione di rinnovo in caso di salvezza. Di fatto, lo stesso accordo che ratificò a gennaio 2022 prima di compiere il miracolo salvezza. Va bene così, è prassi. Anche perché arriva certamente un dirigente di spessore ma pur sempre privo di bacchetta magica: la categoria resta a serio rischio.

Si diceva di Dia. La prima missione di Sabatini non sarà solo vendere Dia ma venderlo… bene. La Salernitana spera di incassare i 21 milioni della clausola per cessione in Europa e a quanto filtra l’esperto dirigente sarebbe già al lavoro per piazzare il senegalese. In Italia non ci sono, al momento, squadre in grado di mettere mano al portafogli, sebbene l’interesse sia vivo anche in A. Dia potrebbe quindi finire all’estero e quella di venerdì, nel caso, sarebbe l’ultima sua partita all’Arechi. Facile immaginare che Sabatini catechizzerà a dovere l’attaccante, chiedendogli massimo impegno in cambio della massima disponibilità ad operare una cessione cercata dal giocatore già in estate, perché voglioso di misurarsi con campionati ancor più competitivi e con le coppe europee, ma voluta anche dal club. Senza ipocrisie, Iervolino ha bisogno di recuperare qualcosina per ripianare parzialmente le perdite dell’ultimo bilancio (29,6 milioni) e poi finanziare il mercato in entrata. Lo ha lasciato intendere chiaramente. Da qui la cessione praticamente certa del goleador, al quale si chiederanno i gol contro Milan e Verona per arrivare a un giro di boa con meno affanni, salvo poi lasciarlo partire dapprima per la Coppa d’Africa, poi per altri lidi nel mercato di riparazione.

A detta dello stesso Sabatini (clicca qui per leggere l’articolo), “la Salernitana ha una qualità della rosa nettamente superiore all’ultimo posto in classifica, che mi sorprende. L’organico è sufficiente per conquistare la salvezza”. Si tratta di dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana a Tmw Radio. Chiaramente ora entrerà di nuovi negli ingranaggi del Mary Rosy, parlerà con i protagonisti, conoscerà eventuali problematiche a lui non note. Ci metterà poco. Fazio, storico suo pretoriano, è solo uno dei giocatori che Sabatini ha già avuto alle sue dipendenze. Tra loro Mazzocchi, preso a un milione due anni fa, che ha mercato in massima serie e potrebbe rappresentare una plusvalenza. Il Napoli è alla finestra e il neo diggì granata avrebbe già sondato il terreno per il partenopeo Gaetano. Conoscono bene Sabatini anche Gyomber, Coulibaly, Kastanos, Fiorillo e Bohinen, la vera incompiuta granata. Il norvegese poteva esplodere ma è stato frenato da infortuni e incomprensioni tattiche. Con il ritorno del direttore che lo prelevò dal CSKA Mosca potrebbe rifiorire. A proposito di ritorni: tutt’altro che da escludere quello di Bonazzoli dal Verona. Sabatini riuscì a tirare fuori il meglio dall’attaccante classe 1997 proprio in Campania. È ancora di proprietà della Salernitana e all’Hellas non è riuscito a imporsi. Certo invece il rientro di Mikael, altra “creatura” di Sabatini, tuttavia appartenente all’elenco di quelle meno riuscite. Il brasiliano è ancora in preda a problemi di forma fisica e, per questo, non godrebbe più della stima del dirigente che pubblicamente non ha risparmiato uscite dure sul suo conto. Chissà che non riesca a convincerlo del contrario.

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