La pandemia da Covid-19 ha inflitto ferite profonde all’economia globale, colpendo duramente anche il mondo dello sport. Non fa eccezione il calcio, la disciplina più amata in Italia.
Dal 2020 si registrano infatti importanti crisi economiche in ogni aspetto del settore calcistico, ed ovviamente anche nelle casse dei club professionistici; senza ombra di dubbio, tutte le squadre di Serie A hanno perso somme importanti a causa delle restrizioni. Non ha poi aiutato il Decreto Dignità – nato per limitare la dipendenza dalle scommesse e dal gioco d’azzardo – che ha finito per causare perdite ancor più gravi per via della rottura degli accordi tra società ed aziende di gambling e betting.
Proprio per questo, nelle ultime settimane il Governo sta cercando di recuperare dall’errore commesso richiedendo una revoca temporanea del suddetto Decreto, nella speranza che le squadre possano così riottenere un guadagno dai rispettivi accordi di sponsorizzazione con i bookmakers ADM recensiti su Scommessesulweb.
Decreto Dignità: cos’è e che impatto ha avuto sulla Serie A
Uno dei colpi più duri per i club del massimo campionato italiano è giunto con l’entrata in vigore del Decreto Dignità, emanato dal primo governo Conte nel 2018 ed operativo dall’estate del 2019.
Il Decreto Dignità ha imposto un limite massimo di un anno per terminare i contratti pubblicitari di giochi e scommesse in corso prima della sua entrata in vigore. Nato con l’intento di contrastare la dipendenza patologica dal calcioscommesse e dal gioco d’azzardo, il provvedimento ha vietato le pubblicità e le sponsorizzazioni legate al mondo del gambling e del betting.
Tuttavia, oltre ai risultati sperati sono arrivate anche delle controindicazioni: ne hanno risentito infatti gli accordi esistenti tra i club e le aziende di scommesse sportive, colpiti duramente dalla novità imposta dal Governo. Le conseguenze sono state significative, con perdite stimate sui 30-40 milioni di euro solo per sponsorizzazioni dirette nel primo anno di attuazione del provvedimento.
Le conseguenze peggiori le hanno subìte ovviamente le società minori che, non potendo godere dei paracaduti economici delle grandi squadre di Serie A, hanno registrato una significativa riduzione degli incassi. Tutto ciò non ha fatto altro che causare ulteriori danni al sistema già indebolito dalla pandemia.
Come se non bastasse, il Decreto Dignità ha generato confusione tra gli utenti di gioco, poiché il divieto di pubblicità ha reso più difficile distinguere tra operatori legali e illegali, rendendo l’ambiente del gioco d’azzardo meno trasparente e più suscettibile all’espansione di attività illegali – spesso gestite da organizzazioni criminali. Come si è visto anche recentemente con la vicenda legata a Fabrizio Corona, le piattaforme clandestine hanno preso piede in maniera preoccupante anche fra gli stessi calciatori.
Il Governo vuole destinare gli incassi del calcioscommesse ai club
Dopo l’eliminazione del Decreto Crescita e i suoi impatti negativi registrati durante questo calciomercato invernale, il calcio italiano è ora in pressing sul Governo per una revisione del Decreto Dignità. Negli ultimi anni infatti questo provvedimento ha provocato perdite economiche insostenibili per tante realtà professionistiche italiane, costringendo il Governo a rivedere i suoi piani.
La Serie A si mostra quindi pronta a riaprire la porta agli sponsor legati al mondo del gambling e del betting, sperando di poter ottenere una percentuale degli introiti derivanti dal calcioscommesse e dal gioco d’azzardo.
Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha recentemente sottolineato l’importanza di destinare una parte dei guadagni delle scommesse sportive legali al mondo del calcio, in particolare proprio alle società di Serie A. L’obiettivo è proprio quello di porgere un concreto sostegno economico ai club che hanno maggiormente risentito di questa crisi finanziaria derivata dal Covid-19 ed amplificata involontariamente dal Decreto Dignità.
I vertici del settore sportivo al Governo hanno dunque avanzato la richiesta di revocare temporaneamente il Decreto, proponendo diverse modalità che permettano la sponsorizzazione di aziende di calcioscommesse senza turbare il contesto sportivo. In tutto ciò, si discuterà anche di possibili aiuti per la costruzione di nuovi stadi o sgravi fiscali.
Le proposte di Abodi sono piuttosto chiare: il fine ultimo è quello di ottenere la possibilità di sponsorizzare maglie e led negli stadi con i marchi delle principali aziende di scommesse sportive e gioco d’azzardo, vietando però gli spot pubblicitari e le iniziative di marketing che coinvolgono calciatori e allenatori. Permessi concessi dunque solo ai club e non ai singoli protagonisti in campo. In quale forma e con quali percentuali, però, è ancora da stabilire.
La Serie A resta quindi in attesa, sperando che la politica sia favorevole ad un allentamento del Decreto Dignità. Sarà fondamentale trovare un compromesso: l’obiettivo è quello di garantire al sistema calcio una percentuale sugli introiti derivanti dalle scommesse senza però compromettere tutti gli sforzi fatti fin qui contro la ludopatia.
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