La Salernitana ha deciso di anticipare la conferenza stampa prepartita di Stefano Colantuono al giorno prima della rifinitura. I granata domattina si alleneranno per l’ultima volta in città, poi dopo pranzo partiranno in treno alla volta di Roma. Tempi stretti, dunque i microfoni si accendono oggi davanti al trainer che, da romano, si professa “notoriamente giallorosso, ma non vivo la rivalità in maniera campanilistica: non gufo la Lazio, lo faccio solo quando gioca contro di me”. Insomma, per lui un derby particolare.
Il prossimo impegno
“Dobbiamo rimanere attaccati a un certo tipo di classifica, vogliamo giocarci tutte le possibilità per mantenere la categoria. Queste partite sulla carta sono proibitive ma abbiamo visto che col Napoli ce la siamo giocata tranquillamente anche se con tutte le difficoltà del caso. Abbiamo capito che certe partite ce le possiamo giocare se facciamo bene quel che prepariamo in settimana con volontà e spirito di abnegazione. Voglio mettere dentro la squadra più fresca possibile. – ha detto il tecnico – All’Olimpico bisogna fare una partita di grande sacrificio, curando i dettagli e non pensando esclusivamente a stare lì dietro. Queste squadre ti tengono basso perché hanno qualità ma, com’è successo contro il Napoli, hai possibilità di dare fastidio e affacciarti, devi farlo perché le possibilità vengono fuori. Sono convinto che anche a Roma avremo le nostre chances, sarà una partita simile a quella fatta col Napoli, bisognerà stare attenti. La Lazio viene a prenderti abbastanza alto e concede spazi dietro. Contro i partenopei avevo bisogno di un giocatore di gamba per attaccare la profondità e che andasse a disturbare Koulibaly, contro gli azzurri nel primo tempo dovevamo essere più fluidi nella manovra quando entravamo in possesso palla. La Lazio ha giocate consolidate e singoli che fanno la differenza, ci vorrà una partita dai contenuti tattici e dall’attenzione spiccata” ha spiegato l’allenatore in conferenza.
Ribéry
“Oggi si è allenato con noi, ha avuto settimana particolare, ha preso un colpo col Napoli, l’abbiamo gestito, ha fatto lavori di recupero, siamo molto fiduciosi. Sono sicuro che potrà partire dall’inizio, poi strada facendo bisognerà trovare alternative. Spero di averlo perché preferirei mantenere invariato il discorso tattico: cambiare continuamente sarebbe scomodo. Però certamente siamo contati e qualora non dovesse esserci bisognerà tirare fuori qualcosa; c’è ancora domani per trovare situazioni alternative che non vorrei andare a toccare. – aggiunge ancora il trainer – Durante la sosta potrei avere più tempo per lavorare con calma a eventualità diverse quando Franck dovesse palesare problemini. La situazione è leggermente ingarbugliata. La squadra va sopra il momento di emergenza, non dobbiamo pensarci” è il motto di Colantuono.
L’attacco
“Anche Gondo si è aggregato oggi per la prima volta ed è reduce da una settimana particolare. Non possiamo permetterci di schierare tanti acciaccati dal primo minuto. Bonazzoli? Non avendo tra centrocampisti uno che abbia caratteristiche di cucire il gioco, dobbiamo farlo 20 metri più avanti: nelle ultime due gare ho chiesto a lui e Ribéry di farlo. – spiega Colantuono – So che predilige altre zolle. Non è detto che non possa essere impiegato come attaccante, scelgo in funzione delle squadre che poi si vanno ad affrontare. Gli ho chiesto sacrificio perché ne avevamo bisogno. Simy? Purtroppo è arrivato tardi, ha una struttura importante, non ha fatto la preparazione e lo sta pagando assieme a qualche difficoltà della squadra, non credo si sia dimenticato come si fa gol, a volte basta una scintilla che può cambiare completamente il trend di una stagione. I numeri non si possono cancellare. Il giocatore tende a chiudersi se non gli riesce la giocata, deve riacquistare fiducia e condizione”.
Gli altri singoli
“Lassana? Viene da più di trenta giorni di infortunio muscolare, si è allenato con noi ieri per la prima volta, è guarito clinicamente però averlo riattaccato al gruppo è già motivo di sollievo. Chiaramente bisogna considerare la sua inattività”, ancora il mister che poi confessa di aver avuto un confronto con Belec, autore di qualche uscita non ottimale nelle ultime gare: “Ho parlato con lui, è un ragazzo molto equilibrato, ha condiviso alcune cose che ci siamo detti e siamo tranquilli”. Su Zortea: “Lo volevo conoscere meglio, sebbene io dell’Atalanta sappia vita, morte e miracoli; non aveva mai giocato terzino, mi è dispiaciuto non schierarlo la prima partita. Sta facendo il suo, ha margini di miglioramento ampi. Sta dando garanzie. Vero è che ha giocato perché Veseli era ancora convalescente, però mi piace perché ha gamba anche se deve migliorare in fase difensive, è fresco, strappa, ha corsa, crossa bene, bisogna dargli fiducia e continuità. Veseli sta meglio ma anche lui viene da un periodo un po’ così”.
La società
“Non mi sento in grado di entrare nelle vicende societarie, per noi è una partita importante, abbiamo necessità di fare una bella prestazione e punti. La scadenza del 31 dicembre? Mi auguro che questa cosa si metta a posto. Non ho fatto nessun tipo di riflessione su questo discorso, ho avuto la chiamata e mi sono precipitato subito; sarei tornato a piedi a Salerno, non ho considerato il problema societario che c’è ma io ne ho altri a cui pensare. Queste dinamiche possono aver creato problemi nella costruzione estiva della squadra, ora che siamo dentro il campionato non ci sono motivi di disturbo”.
L’ex granata
Jean Daniel Akpa Akpro ora è risorto con la Lazio grazie alla Salernitana. In granata il suo primo tecnico fu proprio Colantuono: “All’epoca aveva problemini e già un bel curriculum; mi fa piacere che abbia trovato consacrazione, perché oltre ad a essere una giocatore di valore è un ragazzo corretto e cordiale, una persona perbene”.
I tifosi
“Non bazzico tanto i social, però qualcuno dopo il derby mi ha segnalato che dei personaggi che si definiscono pubblici hanno definito ‘tifosotti‘ i nostri sostenitori. Vorrei ricordargli che dopodomani verranno in 6mila a Roma, siamo orgogliosi di difendere questi colori e rappresentarli. Non so quante tifoserie possono vantare questi numeri. I nostri sono tifosoni, altro che tifosotti” ha concluso il trainer romano.
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