Rien ne va plus, les jeux sont faits. I giochi sono fatti, il mercato è chiuso, il pallone comincia a rotolare ed è tempo di bilanci. La Salernitana si merita un bel sette in pagella a cui va aggiunto mezzo voto in più per l’operazione “Di Gennaro”. L’arrivo del regista dalla Lazio, nei minuti conclusivi del calciomercato, si è materializzato quasi come fosse il colpo ad effetto di una sceneggiatura da 007, partorito dalla penna di Ian Fleming.
La Salernitana ha chiuso il mercato con il botto e si presenta ai nastri di partenza del campionato cadetto con l’etichetta dell’outsider. Lotito, Mezzaroma e Fabiani hanno allestito una buona squadra, completa in (quasi) tutti i reparti del campo che può finalmente avere legittime ambizioni play off. Se tutto va bene anche dalla porta principale. Con un torneo ai nastri di partenza (si spera…), e tutte le incognite dello stesso, stavolta i “fattori imponderabili” di cui spesso parla Lotito – talvolta abusandone – possono davvero essere determinanti.
La rosa a disposizione di Stefano Colantuono è un buon mix di qualità e quantità. Esperienza e centimetri. Squadra quadrata, strutturata e tosta, con quel pizzico di “ignoranza” (dal punto di vista calcistico, intendiamoci) che non guasta in B. Il tecnico potrà avere più soluzioni a disposizione nell’arco della stagione. L’arrivo di Davide Di Gennaro è servito a dare quel “quid” in più ad un organico già abbastanza competitivo.
Il mercato che si è chiuso venerdì sera a Milano ha restituito alla piazza di Salerno la possibilità di “sognare”. Di avere ambizioni di vertice. Di poter sperare e… “respirare” un campionato da protagonista. Lo ribadiamo ancora e a scanso di equivoci: la Salernitana non è la favorita in B. Benevento e Verona – sulla carta – sono due corazzate. Ma a stretto giro di ruota c’è anche l’ippocampo. A nostro avviso, le avversarie da tenere d’occhio sono Cremonese, Perugia, Palermo,Crotone, Brescia ed il “redivivo” Spezia. Oltre all’immancabile sorpresa e calcolando pure un paio di delusioni. Il tutto per un posto al sole.
Pregi e difetti. Colantuono ha una rosa di 15-16 “titolari” che potrà far ruotare a seconda delle esigenze, dello spartito tattico scelto e delle condizioni di ogni singolo elemento. In porta, dopo lo smacco di Radunovic (passato alla Cremonese), è arrivato Micai. Più esperto del serbo, ma probabilmente un tantino meno reattivo. In ogni caso, sul piano aziendale, la Salernitana ci ha guadagnato, facendogli sottoscrivere un quinquennale, piuttosto del prestito (che sarebbe costato 500mila euro) dall’Atalanta di Radunovic. Una garanzia anche il numero “12” Vannucchi arrivato dall’Alessandria.
In difesa, in attesa del recupero di Bernardini, c’è piacevole abbondanza al centro. Gli arrivi di Perticone e Gigliotti e, sopratutto, quello importantissimo di Migliorini sono innesti di peso (e centimetri). Senza dimenticare la presenza in organico di Schiavi e del giovane Mantovani. Sugli esterni, il rinnovo di Pucino (il miglior difensore della B lo scorso anno ndA) ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutto l’ambiente. Così come la conferma di Casasola. Ma sopratutto l’arrivo di Djavan Anderson dalla Lazio consente al tecnico di avere più soluzioni sulle fasce. Peccato non si può dire altrettanto sulla corsia opposta. Ancora una volta, infatti, a sinistra c’è il solo Vitale come mancino naturale. Augurandoci di rivedere il cursore di fascia ammirato due stagioni or sono, potrebbe essere su quel versante il tallone d’Achille della squadra. E’ anche vero che a sinsitra possono essere adattati sia Pucino, sia D. Anderson, ma sarebbero pur sempre adattati.
In mediana, invece, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Aspettando il miglior Akpa Akpro, gli arrivi di Palumbo e Castiglia sono rinforzi di qualità e prospettiva. Quello di Di Tacchio un innesto da caterpillar. Il brasiliano Andrè Anderson si presenta in Italia e all’Arechi con paragoni e paralleli importanti e…pesanti. Fino ad arrivare alla ciliegina sulla torta rappresentata da Davide Di Gennaro. La gente di Salerno ha ancora negli occhi il playmaker a tutto campo che prese per mano il Cagliari, portandolo in massima serie. Di Gennaro sarà anche un po’ arrugginito, ma è un autentico lusso per la categoria.
In attacco poi la coppia Djuric-Jallow sembra bene assortita. Si potrebbe obiettare che manca il bomber da 20 gol. E forse questo è l’unico cruccio del mercato – comunque più che soddisfacente – dei granata. Ma è anche vero che nelle retrovie ci sono elementi del calibro di Bocalon e della scommessa Vuletich.
I giochi sono fatti, il mercato è chiuso (almeno quello di A e di B e salvo ulteriori rivoluzioni purtroppo sempre all’ordine del giorno) e adesso si aspetta soltanto il fischio d’inizio. In un campionato, è giusto ribadirlo, che se dovesse essere con 19 squadre sarà meno lungo, ma molto più difficile del passato. Come sempre toccherà al campo dare il suo giudizio insindacabile. Mai come quest’anno la gente dell’Arechi si aspetta un torneo da protagonista. Da vivere sempre e tutto con la freccia accesa a “sinistra”… della classifica. Un campionato a testa alta nell’anno del CENTENARIO.
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