Danilo Iervolino è pronto a una ricapitalizzazione di fine anno che dovrebbe ammontare a circa 6 milioni di euro nelle casse della Salernitana ed assicurare il cammino regolare, a cui aggiungere una cifra aggiuntiva per gennaio che potrebbe essere di un’altra manciata di milioni. Il patron granata, nonostante l’assenza fisica, resta impegnato in prima persona sul finanziamento della società, assicurando il fabbisogno spese come socio unico titolare di Idi Srl. Iervolino manca da mesi ormai allo stadio e, fatta eccezione per la parentesi del dopo vittoria a Palermo, anche dal Mary Rosy. Una lunga pausa delle apparizioni in presenza che il patron aveva annunciato già a inizio stagione, con le dimissioni e la successiva nomina di Roberto Busso come figura di rappresentanza. Adesso che finisce un anno da dimenticare per quanto hanno detto i risultati, cosa farà?
Tutt’altro che disinteressato alle vicende della Salernitana, però, appare Iervolino se si fanno due conti: insieme ai 6 milioni che è pronto a sborsare per dicembre, che serviranno anche per avere campo libero sul mercato di riparazione, la Salernitana in tutto il 2024 avrebbe beneficiato già di oltre 30 milioni sborsati da Iervolino, che ha abbondantemente superato i 100 di investimento a Salerno da quando è diventato il proprietario, ormai tre anni fa. Una buona fetta di questi soldi è stata spesa male, come hanno testimoniato i fallimentari risultati sportivi dell’anno scorso e alcuni acquisti che non hanno risposto alle aspettative. Non si può però affermare che Iervolino non abbia messo risorse nel progetto, che da mesi è stato riadattato alla categoria inferiore con un contenimento dei costi inevitabile che da un lato ha imbrigliato Petrachi in un raggio d’azione ristretto nella costruzione della rosa, dall’altro ha permesso un dimezzamento dei costi e del monte ingaggi fondamentale per la continuazione della vita della società, impegno da non trascurare e che riguarda la maggioranza delle società che subiscono una retrocessione. Operazioni che hanno avuto un costo e che hanno visto il paracadute (20 milioni netti) praticamente sfumare tra ripianamenti di buchi, completamenti di operazioni del 2023/24 e buonuscite ai giocatori che hanno rescisso. La Salernitana in estate ha deciso di non puntare su alcuni riscatti come quello di Iannoni (fake news quella che riguarda la rinuncia per 400mila euro: si tratta invece del costo che ha sostenuto il Perugia per riscattarlo, mentre alla Bersagliera l’intera operazione, comprese commissioni, sarebbe totalmente costata 1,2 milioni dopo che il Grifo aveva esercitato il diritto di riscatto) con una politica di contenimento ragionata che ha dovuto sottostare a paletti sicuramente poco piacevoli, eppure necessari. Inoltre non va dimenticata la “bonifica dello spogliatoio il più possibile”, come aveva preannunciato Petrachi, una “bonifica” che serviva dopo i mal di pancia e gli strascichi negativi lasciati dalla scorsa stagione, inevitabile per le casse della società. Non si potevano riproporre gli stessi calciatori, lo stesso zoccolo duro come hanno fatto altre società, ad esempio il Sassuolo, che non hanno avuto i problemi che ha avuto la Salernitana e né una piazza caldissima ed esigentissima alle spalle in pressione.
Ora la proprietà spera di aver trovato un diverso e più stabile equilibrio tecnico con Colantuono in panchina e aspetta quello in società, che mai ha messo in maniera pubblica il cartello vendesi ma comunque non ha fatto molto per dire che il club era incedibile. Il limbo di trattative e interlocuzioni, che ci sono state a bizzeffe, ha favorito l’esasperazione di notizie, supposizioni e indiscrezioni figlie dell’assenza fisica di un patron che potrebbe invece riavvicinarsi in maniera definitiva e riscattarsi, reagendo ai malumori legittimi della piazza dopo la prima parte di campionato non esaltante, una piazza che chiede un riferimento presente e incisivo, innamorato della causa e pronto ad assicurare con chiarezza un orizzonte dignitoso. La mancata cessione della Salernitana al primo che passava (e ne sono passati tanti) è un primo punto degno di nota su cui ragionare e chiedersi se davvero Iervolino sia così disinteressato, il secondo è che Iervolino continua a immettere capitali nella società, cosa che non farebbe un proprietario che vuole scappare via a tutti i costi. Ma un proprietario con il suo occhio ingrassa il cavallo: torni allo stadio, dando una scossa e non curandosi delle illazioni che gonfiano gli errori evidenti commessi negli ultimi 12 mesi nello sguazzare che sui social fa piacere a tanti. Iervolino non è esente da errori di valutazione ma ha il destino nelle sue mani, si riappropri della sua poltrona con il suo carisma e ritrovate motivazioni imprenditoriali, ma anche sportive, per dare un segnale chiaro a Salerno, alla squadra e anche a chi eventualmente può essere interessato in un futuro a fare un offerta e “dimostrare di essere più bravo di me”, come ha detto sempre Iervolino. Perchè no, forse da socio in affiancamento, altra cosa che l’imprenditore non ha mai escluso.
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