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I ricordi di SuperMendo: “Che emozione il gol al Barletta! In B non rimasi perché…”

Due stagioni in granata e gol pesanti per Ettore Mendicino, attaccante che è rimasto nel cuore di tutta la piazza. In diretta sul nostro profilo instagram il classe ’90 ieri ha sfogliato l’album dei ricordi: “Il primo anno (2013/14, ndr) eravamo una squadra in costruzione, cambiammo tre allenatori, io ebbi un pò di noie fisiche, ma segnai qualche gol importante. Fu un anno propedeutico per la vittoria della stagione successiva. Uscimmo ai playoff contro il Frosinone che per dieci undicesimi fu lo stesso a fare il doppio salto in Serie A”, ha raccontato il giocatore attualmente in forza al Rimini che l’anno seguente fu protagonista di un brutto incidente di gioco a Matera: “Lo racconto come una cosa che sui campi di gioco può capitare. Le scene non furono belle ma siamo qui a parlarne, va bene così. Poi dopo qualche anno ho rigiocato col Cosenza a Matera nei playoff e segnai, il karma mi ha ridato quel che mi aveva tolto in quella giornata. In quella stagione eravamo una grande squadra, un gruppo di persone con gli attributi, avevamo avuto anche momenti non facili; non avemmo una partenza favolosa e anche verso febbraio il periodo non fu entusiasmante, ma riuscimmo a portare a termine la missione. Fu un testa a testa fantastico, anche logorante con il Benevento. Lo scontro diretto all’Arechi era vissuto come la partita del secolo. A essere sinceri quell’anno il Benevento ha pagato il fatto di avere 12-13 giocatori, noi 17-18 veramente validi e dunque sopperimmo bene ai problemi fisici. Riuscimmo a dare una sterzata netta vincendo e facendo risultato pieno anche a Lecce; ricordo il gol di Cristea a Catanzaro e quello di Tuia contro il Savoia”. A promozione conquistata la squadra si concesse finalmente un pò di relax, come confessa Mendicino: “A campionato vinto, ci venne un po’ rimproverato che la partita contro il Messina la prendemmo sotto gamba alla penultima. Avevamo vinto un campionato, gran parte di noi aveva avuto una settimana pesante, ci eravamo divertiti, avevamo festeggiato, le condizioni in cui ci presentavamo all’allenamento non erano delle migliori. Qualcuno mi vide in un locale prima della sfida contro il Benevento, alla fine tutto andò bene ma confesso che fu un errore mio”. L’attaccante si è sentito calciatore vero a Salerno, ricordando il suo punto più alto: “Per chi non può calcare grandi palcoscenici, Salerno è il massimo a un gradino appena sotto. Quel gol contro il Barletta, se misuriamo le emozioni, rappresenta uno dei momenti più alti della mia carriera, davanti a 26mila persone. Il mio gol è stato quello che ha sancito la vittoria, una sorta di liberazione. Sono molto legato anche al gol contro il Foggia”.

SuperMendo torna anche agli albori di quella fortunata stagione, con l’avvicendamento lampo in panchina tra Somma e Menichini in estate: “Facemmo un bel ritiro, la squadra era in costruzione. Ci fu un episodio di un litigio in campo con Paletta in amichevole contro il Parma. Forse c’è stato qualche atteggiamento del mister e la cosa fu collegata. Somma adottava un gioco molto spavaldo, consapevole della forza della squadra, molto votato all’attacco. Menichini? Fu bravo come gestore, riuscì a lasciare tranquillo il gruppo senza andare a fare il protagonista. Alle volte invece ci sono delle personalità che cercano di essere al centro dell’attenzione”. L’ex Cosenza conosce bene anche Angelo Gregucci: “L’anno scorso vidi la vittoria col Cittadella quando fece tripletta Djuric. Forse un po’ tutto l’ambiente si fece travolgere pensando che la salvezza fosse in tasca E c’è stato un calo di concentrazione. Gregucci è un grande professionista, ha calcato palcoscenici importanti. In questo mestiere ci è concesso sbagliare, sicuramente in buona fede, non abbiamo la bacchetta magica. Magari l’anno scorso non è riuscito a trovare l’amalgama giusta”.

Parentesi anche sul rapporto con il ds del cavalluccio Angelo Fabiani, sul suo addio e su qualche scelta non propriamente felice in carriera: “Con Fabiani ho sempre avuto un ottimo rapporto, c’era stima. Lo scorso anno avevo un problema fisico e mi sono venuto a curare a Salerno. Perché non rimasi in B? Purtroppo, per quello che il mio agente mi ha riportato, io avevo avuto parecchi problemi fisici in quei due anni e la valutazione della società non era tecnica, ma sul mio stato di salute. Mi considerava fragile. Dispiace perché col senno di poi negli anni seguenti ho giocato altre duecento partite. E’ stato un treno su cui ero salito e sono stato costretto a scendere. La mia carriera era partita in B, tramite la Lazio avevamo sposato un progetto volto a emergere, sono state fatte altre scelte, ma avevo un’età in cui potevo sicuramente giocarmi le mie carte. Ma io vado avanti a testa alta.

Mendicino, come tanti altri negli anni successivi, era arrivato in granata in prestito dalla Lazio. In molti hanno sofferto questo passaggio, salvo poi fare bene di ritorno in biancoceleste: “Sono legato a tutti i ragazzi che erano con me anche alle giovanili della Lazio. Non capita solo a giocatori che hanno fatto male a Salerno e poi sono titolari della Lazio in A, succede anche con un Gagliardini che non è riuscito mai ad emergere in B poi si ritrova all’Inter. Questo fa parte del calcio. Un giocatore per esprimersi al meglio delle sue qualità deve trovarsi nel giusto ambiente e sentire fiducia. Talvolta questo può succedere e altre no. Ma poi non penso che alla Lazio ci siano meno pressioni di Salerno…”. L’attaccante commenta anche il campionato della Salernitana fino allo stop causa coronavirus: “La Salernitana stava facendo un buon torneo, ci sono giocatori che si sono confermati. Sono grande amico di Djuric e sono contento per lui, sta dimostrando di essere un giocatore importante, la B è campionato stranissimo e difficilissimo, ci vuole programmazione ma la squadra è sulla strada giusta”. Chiosa finale sulla delicata situazione attuale: “La quarantena la sto vivendo normalmente, è importante la salute propria e quella dei familiari. Sto provando ad allenarmi, in attesa di comunicazioni dal governo e dalla Lega. Comunque credo che non sarà così semplice tornare in campo, bisogna essere realisti. I campionati vanno preservati economicamente, soprattutto la Serie C. Il rischio poi è anche quello di intaccare la prossima stagione”.

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