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I medici della Lega Pro frenano: “Protocollo di difficile attuazione, ripresa troppo rischiosa”

Anche la Lega Pro si è mobilitata, sul piano medico-sanitario, con un incontro ieri in videoconferenza tra i vertici della terza serie, il rappresentante dei medici della Serie C, l’avvocato di PwC Tls Baroni e i 60 medici sociali dei club della Lega Pro. Il protocollo è stato analizzato dai medici rispetto ai parametri di fattibilità tecnico-scientifica, giuridica, economica, oltre alla fattibilità di applicazione a seconda del territorio, individuando una difficoltà di accedere a un numero elevato di tamponi e un contatto rischioso tra i calciatori e i medici che prestano servizio sul territorio e, soprattutto, nelle zone maggiormente colpite dal coronavirus. Si è discusso poi su alcune responsabilità civili e penali che il protocollo richiede. I medici sarebbero impossibilitati ad assumersi responsabilità non solo per i calciatori, ma anche per gli altri tesserati delle società. Per attuare il protocollo inoltre i club avrebbero bisogno di risorse economiche che sarebbero da quantificare.

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